salve ragazzi,
prevedo un post lungo.
Finalmente anche il vostro caro über si e' laureato. in realta' vendo la pelle dell'orso prima di averlo catturato, ma diciamo che ho consegnato la tesi, e che avendoci lavorato molto e sapendo quello che ho fatto e scritto non posso "bocciare". la tesi qui non si discute, perche' e' una discussione in se', si consegna e poi ti mandano a fare tirocinio, dove alla fine dovrai discutere le tue osservazioni a riguardo del tirocinio. vabbe', fidatevi, in pratica ho finito, si tratta di formalita'.
perche' scrivo sto post del caz.zo? perche' mi sono gasato? e di che cosa, ce ne sono altri milioni e milioni di gente come me, pero' sta laurea e' il benedetto foglio che ti puo' dare il lasciapassare per certi tipi di lavori.
Questo post e' indirizzato a tutte quelle persone che credono di non poter piu' studiare dopo i 18 anni, quelli che hanno bisogno di una pausa e capire che cosa sta succedendo intorno ai 20 anni, quelli che hanno voglia anche se.
Che cos'e' queto se? e' la vita. la vita non e' sempre rose e fiori, guardate come basti una cosa inaspettata come a L'Aquila per cambiare i nostri parametri di vita che si danno per scontati. Senza andare incontro a catastrofi la vita a volte puo' essere veramente bastarda, stron.za, vi vuole fottere sin dal momento in cui siete nati. ma a volte se uno ha un'attitudine giusta si puo' mettere in culo alla vita contro tutti i "bad odds" del momento.
Adesso vi vorrei raccontare la mia. non che sia una dell piu' misere, anzi, sono stato fortunatissimo, ma a volte la vita ha provato a spezzarmi le gambe, e se fossi stato io ma un'altra persona, non sarei qui a scrivervi queste cose. questo post non e' per me, ma e' per voi, e io non sono altro che uno qualsiasi che dice la sua.
Da dove iniziare? dall'infazia, tanto si parte tutti da li'. io posso dire di avere avuto un'infanzia bellissima, ho un sacco di bei ricordi, sono stato circondato da amore e persone che mi volevano bene. C'e' una cosa che pero' mi ha intaccato a livello personale, e in maniera profonda, cosi' profonda che ancora oggi a quasi 31 anni, me la porto dietro. non che sia una tragedia, il divorzio lo hanno vissuto in tanti, ma evidentemente "ai miei tempi" era una cosa diversa. negli anni '70 e all'inizio degli '80 non era cosi' normale, in famiglia e a scuola di certi argomenti non si parlava. mi sono portato dentro questa cosa, in norvegese usano una parola per definire questo stato d'animo che non riesco a tradurla in italiano, e' una palla nello stomaco. una pallina, piccola, che pesa pero', che si fa sentire, sempre, costantemente. a scuola, sul pulman, con gli amici, a tavola, a letto prima di dormire. non importa quanto ci si incazza e quanto si piange, questa pallina di piombo non vuole uscire. a volte sale nell'esofago a volte scende nello stomaco, ma rimane li', e' proprio una vera stron.za.
alla fine ci si ritrova sui 20 anni e passa, e questo cazz.o di pallina c'e' ancora. e fa stare male. ma perche'? eppure sono io stesso a dire che ho avuto tutto, una famiglia che mi ha voluto bene, amici, a scuola sono sempre stato bravo, ho avuto il mio periodo di ribellione adolescenziale, ma sono sempre stato un "bravo ragazzo". la risposta e' una sola: perche' quando la persona che ti dovrebbe amare piu' di ogni altra cosa al mondo ti tradisce, distrugge ogni parte di te. non l'ho capito prima di diventare adulto, prima di avere io un figlio, non l'ho mai capito. ma adesso lo so e questa pallina e' diventata piu' piccola, a volte cerca di tornare, ma io so che cosa dirle adesso, la posso sciogliere.
Io provengo da una famiglia benestante, i miei nonni che mi hanno cresciuto sono stati i miei genitori, mio nonno e' mio padre, e' stato il mio eroe, perfetto in tutto, nella vita, nel lavoro, negli studi, nell'arte. devo a lui tutto quello che so fare adesso, devo a lui tutto quello che ho imparato. con un modello cosi' pero' ci sono anche molte aspettative che non sempre sono stato in grado di soddisfare. gli anni 80 e 90 non sono stati facili da vivere come adolescente, e' difficile definirsi, e' difficile sapere chi siamo, ai suoi tempi non era cosi', e lui questo non lo ha mai capito. fatto sta che era scritto che io mi dovessi laureare, non importa perche', non importa che non serve a un caz.zo, io dovevo farlo. come puo' il nipote del direttore di ingegneria non essere laureato? non e' concepibile. in tutti questi anni, mi sono sempre sentito inferiore, mi sono sentito di non aver tradito le aspettative di chi mi ha tirato su, mi sentivo insignificante.
in realta' quello che e' successo durante questi anni e' invece completamente diverso. ho iniziato a capirmi, e a capire la mia pallina. prima si deve toccare il fondo, fino in all'ultimo, andare vicini, toccarlo e poi tornare su, con quella forza che solo chi l'ha presa dal fondo piu' buoi puo' capire. questa forza non me la levera' mai nessuno, mai piu'. dal momento in cui io ho deciso di essere "padrone di me stesso" e non lasciare agli altri la possibilita' di decidere sulla mia vita, sono cambiato. Nietzsche lo definirebbe l' "übermensch" il superuomo, (non fate paragoni con il nazismo perche' e' la sorella che ha travisato tutto). da qui' e' anche nato überfranz. sono io.
Dopo tre anni di universita' con 12 esami e la media di 30 per far piacere ad altri lascio tutto e inizio a lavorare. prima in fabbrica, poi faccio lavoretti del cavolo in ufficio, e poi c'e' il risvolto. L'asilo. L'asilo e' fatto dalle persone che ci lavorano e dai bambini. i bambini. i bambini non hanno scrupoli e ti dicono le cose come stanno, sbagli un verbo? ti correggono. sei simpatico? te lo dicono. Hai giocato a pallone con loro tutto il giorno e puzzi come un maiale? te lo dicono. non c'e' seghe, quelo che pensano non viene praticamente filtrato da un benche' minimo freno cognitivo e viene fuori immediatamente. grazie a loro sono cresciuto dentro e fuori, loro per primi (cazz.o dei bambini di 2-3-4-5 anni) mi hanno chiesto come stavo io, come stavo dentro di me senza mio padre. attraverso di loro sono rinato e ho ripercorso tutta la mia infanzia, e loro mi hanno fatto le domande che io mi dovevo porre allora. una volta fatte le domande ho dovuto cercare le risposte. e tuttora me le sto dando. quando ho smesso di lavorare li', mi fecero un libretto con tutte le foto, e con tutti i giochi che avevamo fatto e inventato insieme, e sotto ogni foto c'era una frase, mi ricordo l'ultima che diceva: e adesso chi ci spaventera'? e adesso chi giochera' con noi? quando mi sentivo giu' mi bastava leggere le loro frasi per sapere chi ero, e tornare forte come prima.
Poi e' nato mio figlio. a questo punto io sapevo che cosa non dovevo fare per la mia esperienza personale, e anche che cosa dovevo fare, per l'esperienza con i bambini. non sono perfetto, e non lo saro' mai, ma l'amore che ho per mio figlio non glielo levera' mai nessuno, perche' io ci sono.
si', ci sono. nonostante il divorzio mio, quando lui aveva un anno, nonostante me lo volevano portar via perche' io sono il padre e non la madre, e sono anche straniero, nonostante non avessi un lavoro molto remunerativo. ho tirato fuori le palle e me lo sono tenuto con tutta la forza che avevo.
e' come un massimale di stacco riuscito bene, ce l'ho messa tutta a costo di spezzarmi la schiena, e alla fine ho chiuso l'alzata.
adesso che conoscevo me stesso, e che riuscivo a tirare fuori le palle ero pronto anche per altri obbiettivi piu' grandi. la laurea e' uno di questi, e anche i pesi lo sono, ho sempre sognato di essere grande grosso e forte, si sta realizzando piano piano, ma si sta realizzando. con la laurea ho ricomiciato da zero, in una lingua straniera, e' stata dura, ma oltre ad essere una soddisfazione personale, ha dato gioia ai miei (che non vedevano l'ora) e mi ha datto le chiavi per avere accesso ai lavori che volevo io, e che mi soddisfacevano di piu'. in un campo che e' per l'85% femminile e' anche facile trovare lavoro, io lavoravo come insenate ancor prima di aver finito. un'ora dopo che avevo consegnato la tesi mi e' arrivata la prima offerta di lavoro... questo e' qui, in norvegia, lo so che da noi non e' cosi', ma non fatevi inculare dalla vita ragazzi, c'e' sempre una via d'uscita, solo che a volte non si vede. questo post e' dedicato a tutti voi che avete la forza ma non l'avete ancora trovata.
... ce la potete fare anche voi.
con affetto,
il vostro caro über (con la fava di 4 metri).
ps: e' l'unico post serio che ho scritto, cerchiamo di non esagerare
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