I tricipiti
Per estendere l'avambraccio rispetto al braccio è necessario l'uso del muscolo tricipite. Dei tricipiti deboli sono la causa del fallimento di alzate “quasi” chiuse. Da mangiarsi le mani... il bilanciere sale anche velocemente, poi a pochi centimetri si blocca e... bang, il crollo. Del resto, con i “quasi goal” nessuno ha mai vinto una partita.
Il disegno rappresenta, in una semplificazione incredibile,l'articolazione del gomito. Non ho disegnato il radio perchè non è rilevante ai fini della trattazione. Il tricipite scorre lungo l'omero e si attacca sul gomito; contraendosi fa ruotare l'ulna rispetto all'omero.
Per quanto il disegno sia semplificato, si nota come il tricipite “scorra” lungo l'omero e eserciti la sua trazione tramite una leva variabile. Più l'ulna è vicina all'omero, minore è la leva e minore perciò sarà la coppia esercitata, a parità di forza muscolare. Come è evidente a tutti, nelle estensioni per i tricipiti ai cavi, più l'avambraccio è piegato e più risulta difficile stenderlo a parità di peso selezionato.
In questo fotogramma dove ho il bilanciere al petto, l'ulna è perpendicolare al terreno e, anche se non risulta evidente, lo è anche all'omero. In questa posizione il tricipite riesce ad esprimere forza in maniera ottimale perchè lo sfrutto con una leva vantaggiosa.
Nel disegno di seguito riportato descrivo sia il caso con avambracci perpendicolari al terreno sia quello in cui sono inclinati. La lunghezza delle frecce rosse indica l'intensità della forza che i tricipiti devono esprimere, che è pertanto maggiore nel secondo caso.
Dovete sperimentare un po' per determinare la giusta posizione delle mani sul bilanciere, delle braccia e del posizionamento del bilanciere nel punto più basso del movimento. Vi accorgerete che non è difficile, e chi commette questo errore può risolverlo in pochissimo tempo, semplicemente perchè prima non vi ha fatto attenzione.
Il caso descritto è tipico della panca stretta, dove vedo eseguire con le mani che quasi si toccano. Chi esegue così di solito ha le punte dei gomiti molto staccate dal torace, esasperando questa situazione. Al minimo cenno di stanchezza, il crollo. Per migliorare drasticamente la panca stretta, i gomiti devono scorrere a fianco del torace, le mani sono poco più strette della larghezza spalle, il bilanciere tocca basso sul petto.
L'ulna deve stare perpendicolare al terreno anche per il motivo descritto sopra: se l'avambraccio si inclina verso la testa è necessario compensare questa inclinazione con una controrotazione a carico dei tricipiti e il movimento diventa una specie di french press. Per esperienza personale, se il movimento è repentino o asimmetrico, non è possibile riprenderlo e si rischia un infortunio abbastanza grave, la morte per decapitazione.
La situazione in cui gli avambracci sono ruotati verso l'esterno non è ricorrente, e vi invito a provare per capire il perchè: la posizione è forzata, scomoda, e se esasperata, anche dolorosa. Perciò non perdo tempo ulteriormente.
Spingere con i piedi per sollevare con le braccia...
Avete mai sentito i fighi che fanno powerlifting parlare di leg drive? Cioè della spinta delle gambe a terra? No? Bene, giocate d'anticipo per quando l'occhialuto antipatico vi dirà che non usate il leg drive. Avete anche mai sentito la frase “non devi spingere il bilanciere ma devi allontanarti da lui” o “devi sprofondare nella panca”?
In breve, se il semplice appoggiare i piedi a terra aumenta la stabilità, spingere volontariamente a terra crea le condizioni per potenziare il gesto. La comprensione del leg drive è difficile, il suo uso è complicato e richiede veramente di volerlo fare. Provo a spiegarvelo.
Quando voi siete stesi sulla panca con i piedi appoggiati a terra, formate un sistema unico corpo+bilanciere. La parte inferiore del busto e le gambe non costituiscono un elemento passivo, ma hanno la capacità di trasferire forza al movimento delle braccia.
Anni fa lessi che un modo per migliorare la panca era quello di premere forte con la nuca contro lo schienale, poiché si creava un impulso nervoso per allontanare le braccia. Provate, funziona. E' lo stesso principio per cui stringere fortissimo le mani sul bilanciere nello stacco crea un impulso che si irradia alle braccia, alle spalle fino ai piedi, come lessi sui libri di Pavel Tsatsouline.
Il corpo funziona a movimenti, non a muscoli. E i movimenti sono complessi richiedendo una coordinazione neuromuscolare completa fra distretti muscolari diversi, che però risultano fra loro connessi: eseguite con decisione una parte del movimento, anche le altre parti ne saranno influenzate.
Le gambe devono premere decisamente al suolo, le cosce, i glutei e la bassa schiena sono contratti, come se si volesse ruotare indietro, appunto, sprofondando nella panca. Questo, oltre ad aumentare tremendamente la stabilità del sistema, crea un impulso nervoso che si trasmette fino alle vostre mani, in questo modo.
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