Ragazzi, per carità ogni posizione è rispettabilissima dal punto di vista personale.
Per quanto mi riguarda ritengo sia inutile e patetico, seppur romantico, fare i Don Chisciotte contro i mulini a vento.
Ma davvero pensiamo che interessi a qualcuno combattere seriamente il problema del doping?
Non interessa proprio a nessuno! Anzi, per vendere spettacoli sempre più appetibili, occorre proporre prestazioni eccezionali, parenti strette degli ultimi ritrovati farmacologici.
Il problema è solo di facciata: la nostra società è fondata sulla prestazione in tutti i contesti e a tutti i costi: lo sport è sempre stato una trasposizione in campo agonistico/spettacolare dei valori più sentiti nel corso della storia nelle società.
Cercare di trovare una scappatoia, un sotterfugio per sopravanzare i concorrenti, magari senza dichiararlo apertamente, è un istinto primordiale del genere umano, quindi pensare i poter mettere un freno di ordine repressivo ad un istinto primario, è andare contro la natura stessa dell'essere umano.
Non voglio star qui a fare filosofia o sociologia, ma chiunque abbia un minimo di esperienza agonistica sportiva ad alto livello sa bene che la cultura del doping è qualcosa di assolutamente indissolubile negli atleti dal concetto di prestazione.
Se questo stato di fatto è chiaro a chi pratica sport a livello professionale, la stessa cosa non è così evidente per l'opinione pubblica e per coloro i quali lo sport - al massimo - lo guardano in televisione o lo praticano per mantenere la forma fisica: per cui chi tira le redini del carro si propone, allineandosi allo spirito imbonitore caratteristico della società moderna, di dare una facciata di candore all'agonismo sportivo attraverso il test antidoping.
L'antidoping ha il solo scopo di donare un'aurea di liceità a tutto il mondo che ruota attorno agli sport e non ha niente a che vedere con la salvaguardia della salute degli atleti!
Alla CIO non gliene frega proprio niente se la Griffith si ammala e muore a 40 anni per un morbo contratto sicuramente dalla somministarzione di GH non sintetico, non ne parla nessuno, solo qualche trafiletto sui giornali e poi il nulla.
E stiamo parlando di una atleta di spicco, che ha fatto il vuoto attorno a sè ed i cui record sono lontanissimi dall'essere avvicinati ancora oggi dopo quasi 20 anni!
Pensa se si parlerà mai di tutti gli sconosciuti...
Al CIO (come a qualunque altra federazione) interessa molto di più di non essere travolti da scandali di positività di massa perchè, in tal caso, vacillerebbe l'impero economico costruito sulle spalle degli atleti in cui tutti mangiano bene.
Purtroppo questo è lo stato dei fatti e negare la realtà non serve a nessuno, queste sono le regole dettate dalla società in cui tutti viviamo e non abbiamo alcun modo di poterle influenzare: o ci si adegua e si agisce di conseguenza, acquistando una verginità che a dire il vero non abbiamo mai avuto per i mass media, oppure verremo perennemente additati come untori del doping sfrenato, unici e soli traditori dei princìpi di De Coubertin.
Se riuscissimo a riunire tutte le federazioni in un unico, forte e compatto organo federale, potremmo anche pensare di istituire davvero questi controlli nelle nostre competizioni...ripeto: purtroppo non a tutela dell'atleta in quanto essere vivente ma a tutela della sua e della nostra immagine.
Vedrete che improvvisamente scomparirebbero quegli articoli e filmati televisivi in cui viene associato questo o quel campione del nostro sport all'utilizzo di pratiche dopanti. Controlli superati alla mano fioccherebbero le denuncie per diffamazione e danni...e le cause verrebbero vinte su due piedi senza possibilità di appello, con tanto di risarcimenti milionari e radiazioni dai rispettivi albi professionali.
Vedrete che improvvisamente cambieranno registro...ma non perchè saremo cambiati noi, ma perchè cambierebbe - e di molto - l'immagine e la credibiltà (ipocrita) che potremo vendere all'opinione pubblica.
Vorrei ricordare che queste mie affermazioni hanno un senso solo se riferite allo sport agonistico, non certo per chi si allena per il puro piacere di farlo o chi decide di partecipare ad una competizione per atleti "natural".
Sono parecchio più scettico sull'opportunità di competere in gare professionistiche con preparazioni "natural": comunque sono caratterialmente aperto al dialogo e al confronto (civile), quindi sarei contento se 4ca me ne illustrasse le finalità che, onestamente, mi sfuggono.
Invece trovo veramente interessante, e da prendere seriamente in considerazione, la posizione di 4ca riguardo l'opportunità di considerare il BB solo come uno spettacolo.
Per finire volevo precisare che quello che scrivo non vuole assolutamente criticare o attaccare nessuno: sono solamente riflessioni personali. Non do consigli concreti agli atleti per il semplice motivo che sono consapevole di non avere le necessarie competenze specifiche per poterne dare, per cui preferisco astenermi piuttosto che allinearmi con i già troppi santoni presenti nel nostro mondo.
Ciao Luca.