Ribadisco: nessuno sa quanto vale. Ma… è sicuro di averle provate tutte? Io dico di no. Il mio lapidario giudizio è dato dalla mia personale esperienza, sulla mia pelle e su quella di altri ragazzi che ho conosciuto. Pensavo di essere al mio limite… ma c’era dell’altro. E così molti altri.
 
Io mi sono fatto questa idea sul non raggiungimento del proprio potenziale, che riassumo in questo schemino mistico.
 

  
Per passare dallo 0% al 50%, per la famosa panca con il proprio peso corporeo tanto per fare un esempio, ci sono innumerevoli modi. 4x10, 5x5, Bill Starr, HST, BII, BIIO, McRobert, 3 volte a settimana, 1, 5, ciclizzare, fare sempre le stesse cose. Va tutto bene.
 
Via via che si sale in questa scala del potenziale, le “vie” diminuiscono, sempre più. Alcuni approcci funzionano, altri no. Alcuni fanno salire i pioli, altri fanno slittare sul viscido del legno.
 
I “campioni” di qualsiasi attività, quelli che raggiungono la fine della scala, hanno tutti alcuni tratti in comune. Quello che sto dicendo è vero per il mondo della forza, per qualsiasi sport, ma probabilmente per qualsiasi persona che “ottiene qualcosa” in un certo ambito.
 
Tutta questa gente ha la capacità di analizzare quello che succede e di estrarre le conseguenze dei propri comportamenti, sapendosi giudicare con attenzione, evidenziando e correggendo i propri errori.
 
Questa gente ha capacità di contestualizzazione, in modo tale da poter riadattare la teoria alla pratica personale, senza perdersi nei dettagli, andando dritto alle 3 o 4 cose che contano. Ad esempio, gente che studia la teoria ma non ha paura di contestarla, provando alternative per confutarla, come non ha paura di ammettere che ha sbagliato, confermando la teoria stessa. In questo processo, però, sicuramente avrà appreso elementi di esperienza in più da riutilizzare in futuro.
Chi ottiene, o è così o ha intorno a lui persone che sono così.
A mio avviso è una forma di intelligenza.
 
Quanti sono assolutamente costanti, ma fanno sempre le stesse cose senza mai cambiare? Questa è dedizione, ma è come dedicarsi a premere con la testa su un muro quando ci si potrebbe impegnare a girarci intorno.
 
Quanti, invece, cambiano troppo spesso? Chi vuole essere forte deve dedicarsi ad essere forte. C’è chi invece ha paura di perdere massa, di perdere definizione… solitamente quelli veramente forti nelle classi di peso 75-82.5Kg sono anche grossi e definiti. Quanto meno, più di quelli che cercano di essere forti e definiti.
 
Quanti si concentrano sulle percentuali, sul TUT, sul pianificare i carichi dei 30 allenamenti futuri, sui dettagli, sulle finezze che avrebbero senso per gente a livelli del tutto differenti? Questa è mancanza di spirito critico, inconscia di sicuro, ma il risultato è che si gira intorno ai soliti risultati.
 
Infine, quanti si chiedono quale sia il loro limite genetico quando invece sarebbe opportuno chiedersi perché ancora i risultati siano sempre i soliti?
 
Le “vie” per diventare forti, alla fine, sono ben note e sono poche. Questa affermazione l’ho ripresa da Carlo Buzzichelli. Se parliamo di forza, le pippe mentali del culturismo sono del tutto assenti. Programmare, essere istintivi, rapporto mente-muscolo. Tutte cose che portano fuori strada.
 
Per essere forti, ci vuole una esposizione a carichi medio-elevati, elevati, per un numero sufficiente di alzate ad allenamento. Questo è il fulcro del tutto e tutto sta a rendere perseguibile, nel tempo, questo scopo. Perciò:
- Attenzione maniacale alla tecnica. Ogni ripetizione è un banco di prova. Ogni ripetizione va analizzata, studiata, sentita, provata. Ogni ripetizione è perfettibile, ogni ripetizione è una occasione di migliorare.
 - Analisi o autoanalisi dei propri punti di debolezza e di forza. Se io sono forte nella panca posso non esserlo nello stacco. Inutile allenarli allo stesso modo. Chi è forte sa benissimo dove è forte e perché, e dove è debole e perché. La scelta dell’allenamento è sulla base di questo, e non su idee preconcette.
 - Identificazione del proprio, personale, carico di lavoro sopportabile. Quelli che migliorano nel tempo non seguono il Westside, lo Sheiko, il BII, l’HST, l’EDT, il BIIO, l’XYZ, il PPP… ognuno ha sviluppato un suo schema base su cui operano migliaia di variazioni, ma tutte centrate sulla persona.
 - Un bagaglio di esperienza impressionante, di tutti i tipi. Cazzate abnormi comprese. Un set di schemi provati e riprovati, consolidati e testati. Nessuno di quelli forti ragiona a percentuali, ma a Kg assoluti. Perché hanno una idea del loro stato attuale e riescono a pianificare quanto sia ragionevole spremere da ogni ciclo. Certo, ci sono errori, ma questo è il concetto.
 
Detto questo, quello che è da fare è una semplice conseguenza.
 
Faccio un esempio, per essere più chiaro.
 
Io credo che i metodi coniugati (quelli dove si sviluppano due o più “qualità” in ogni ciclo di allenamento) siano i migliori. Il Westside è UN metodo di allenamento coniugato. Fiumi di discussioni per dire se il Westside è o meno IL MIGLIOR metodo di allenamento.
 
Questo tipo di discussioni viene da quelli che sono a metà strada e non arriveranno mai in fondo. Perché si concentrano sul metodo, sul particolare e non su quello che c’è dietro. Il Westside si basa su sforzi dinamici e massimali, e le flames imperversano. Andando invece a ritroso, si dovrebbe capire cosa si intende per “dinamico” e cosa per “massimale”. Ci si accorgerebbe che “dinamico” non significa “veloce” e che “massimale” non significa “una ripetizione al 100%”, ma ben di più.
 
Per capire questo, è necessario fare uno o più cicli Westside canonici, poi mettersi a sperimentare su questi cicli, poi prendere il meglio di quello che ha funzionato e continuare a provare. Alla fine avremo ottenuto un metodo coniugato che non è Westside, ma… oltre.
 
Questo è quanto viene fatto dai ragazzi di AOS, che mettono TUTTO in discussione del loro metodo preferito, per confermarlo o confutarlo. EnricoPL si allena nella parte dinamica con percentuali superiori a quelle canoniche. Non perché Simmons sia un cretino, ma perché per esperienza, su di lui va meglio così. Quanto “superiori”? Non è rilevante, è rilevante il perché. Da questo si può partire per provare. Possiamo fare sedute dinamico-massimali, cioè allenare le due qualità nella stessa seduta, anche se la versione classica non lo prevede.
 
Limitarsi al solo schema classico è riduttivo: se funziona è tutto Ok, ma… se non funziona? E’ colpa del Westside o di chi lo esegue che lo fa in maniera meccanica?
 
Potrei estendere l’esempio a quelle pallosissime discussione su BIIO-nonBIIO o metodi abbreviati contro multifrequenza. Ma anche a problemi sul lavoro o di carriera.
 
Quelli che ragionano così sono destinati a galleggiare in una fascia di mediocrità, a mio personalissimoIMHOsecondome avviso. Magari i risultati sono ottimi, ma potrebbero essere fantastici. Perciò, è comunque una perdita.
 
Badate bene: non sto dicendo che TUTTI possono diventare forti. Come nascono quelli forti, nascono quelli deboli. Sta a voi avere così tanto spirito critico da riuscire a giudicarsi con schiettezza. C’è chi non ha speranza. Si deve accontentare. Ma dato che nessuno sa quanto sia il proprio potenziale, perché non provare?
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Infine, ho giocato un po’ con i coefficienti Wilks per ricalcolare i numeri magici di McRobert.
 
Per essere meno criptico:
- I coefficienti Wilks fanno parte della statistica Wilks che permette di correlare le alzate nel Powerlifting fra diverse categorie di peso. In pratica, se io ho uno squat di 180Kg e peso 80Kg, quanto deve fare uno di 90Kg per essere “forte” come me? (la statistica funziona sullo squat e sul totale delle alzate, ma questi sono dettagli che non ci interessano)
 - I numeri magici di McRobert sono degli obbiettivi realistici per un “hardgainer di 90Kg”. Detesto il termine hardgainer (e poi, uno di 90Kg non obeso che hardgainer è…) però i numeri magici sono alla fine l’unico riferimento quantitativo decente che abbiamo. Valgono 180 di squat, 135 di panca, 225 di stacco, cioè 2, 1.5, 2.5 volte il proprio peso corporeo.
 
Il problema è che i numeri secchi di 2-1.5-2.5 avvantaggiano i pesi leggeri. Guardate questa tabellina:
 
Peso               SQ           P           ST  
     55          110           83          138  
     60          120           90          150  
     65          130           98          163  
     70          140          105          175  
     75          150          113          188  
     80          160          120          200  
     85          170          128          213  
     90          180          135          225  
     95          190          143          238  
    100          200          150          250  
    105          210          158          263  
    110          220          165          275  
    115          230          173          288  
    120          240          180          300  
    125          250          188          313 
 
 
Secondo voi è più facile fare 105 di panca per uno di 70Kg o 150Kg di panca per uno di 100Kg? O 83Kg per uno di 55Kg? Ragioniamo a senso, senza entrare nei dettagli, ma è abbastanza evidente che uno di 55Kg è più avvantaggiato di uno di 70 che a sua volta è più avvantaggiato di uno di 100Kg.
 
Se non ci credete, fate lo stesso giochetto con lo stacco o lo squat…
Applichiamo i coefficienti Wilks, la cosa diventa più interessante:
 
Peso             SQ            P           ST  
    55          160          120          200  
    60          160          120          200  
    65          162          121          202  
    70          164          123          205  
    75          167          126          209  
    80          171          128          214  
    85          175          131          219  
    90          180          135          225  
    95          185          139          231  
   100          191          143          238  
   105          197          147          246  
   110          203          152          254  
   115          209          157          262  
   120          216          162          270  
   125          223          167          279  
				
			
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