Uno studio condotto dalle ricercatrici Serena Guanieri, Patrizia Riso e Marisa Porrini, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Alimentari dell'università di Milano, rileva che le arance hanno un migliore effetto antiossidante della vitamina C sintetizzata in laboratorio. La ricerca è stata condotta confrontando gli "effetti" di spremuta di arancia, acqua addizionata di vitamina C e acqua e zucchero a un gruppo di volontari. Due campioni di sangue prelevati 3 e 24 ore dopo la somministrazione delle bevande sono poi stati esposti al perossido di idrogeno (nn azzoto, scusate), uno dei più noti ossidanti del DNA cellulare. A le cellule meno danneggiate erano quelle di chi aveva bevuto la spremuta.
Dal momento che sia il succo che l'acqua vitaminizzata contenevano la stessa quantità di vitamina C (125 milligrammi) le spiegazioni dei risultati devono cercarsi altrove. "I dati sono chiari - spiega Marisa Porrini - e indicano che nel succo d'arancia ci sono altre sostanze che hanno molto probabilmente un'azione sinergica che aumenta le capacità antiossidanti della vitamina C".
Tra i possibili candidati a svolgere tale azione l'indiziato maggiore è la cianidina 3-glucoside, una molecola presente nei pigmenti rossi degli agrumi. Altre analisi saranno effettuate per verificare l'ipotesi.

I risultati, pubblicati sul British Journal of Nutrition, e ripresi anche da Nature, confermano la linea di indagine che le autrici portano avanti da anni sugli effetti antiossidanti di frutta e la verdura. Sotto la lente del team di ricerca dell'università di Milano sono passati anche spinaci e broccoli, che hanno sempre dimostrato un effetto migliore rispetto ai loro "surrogati" di laboratorio. David Heber, dell'università di California, conferma che la ricerca delle italiane suggerisce a tutti i colleghi di non dimenticare mai l'importanza dell’origine naturale delle vitamine che studiano.