Non c'è due senza tre...e mi tocco le palle!!!![]()
Non c'è due senza tre...e mi tocco le palle!!!![]()
hmmm.. mi sovvengono paragoni simil-storici... Italia del rugby= esercito italiano nel '900.. in entrambe le guerre mondiali (lasciando perdere gli schieramenti e le ideologie che si possono condividere o meno) grande cuore e sacrifici immensi... ma ZERO sostegno da parte del paese e mandati allo sbaraglio... un'armata brancaleoni sprovvista di tutto, un esercito di straccioni che si scaglia a testa bassa contro nazioni più ricche
non si può sperare che queste due partite (anche FORTUNATE) cambino le cose... ma lo sapete quanto prende un rugbysta? a meno che non sia un supercampione e militi nella massima serie, il più delle volte deve lavorare come un normale amatore!! e allora come si può far crescere uno sport, se si impedisce alla gente di allenarsi? ora io non pretendo interessi di massa nè folle oceaniche deliranti come nel calcio, nè tantomeno ingaggi miliardari... ma non si può pretendere che un ragazzo di 20 anni investa tutta la sua vita per 2000 euro al mese.
un esempio: un mio amico ha giocato in top ten qualche anno fa... il suo stipendio era di 2500 euro al mese. considerate che è sufficiente un infortunio a rovinare la carriera, e che comunque non si può giocare ad alto livello oltre i 30 - 35 anni circa... il risultato? costui è andato a lavorare e addio al rugby!
quindi non c'è da stupirsi se alcuni giocatori emigrano verso lidi più felici (e meno ipocriti)... tra l'altro così si innalza anche il livello tecnico, visto che chi gioca in francia o UK inevitabilmente accresce la propria abilità.
comunque, lasciate che dica una cosa: se da noi il rugby non decolla è anche per un certo tipo di mentalità e di stile... parlo di mollezza e poltroneria: pensate che spesso sono le mamme a ritirare i bambini dalle scuole di rugby, spaventate dalla possibilità che un ginocchio sbucciato possa uccidere i loro marmocchietti!
mancano la dedizione, il sacrificio, le PALLE. non c'è la voglia di misurarsi, di sentire dolore, di sposrcarsi nel fango quando, a gennaio, le pozzanghere sono ghiacciate e ad ogni caduta senti l'erba resa tagliente dalla brina farti uscire il sangue dalle gambe.
sapete una cosa? io sono contento che questo sport rimanga in disparte, fruibile solo per una stretta cerchia... è per le èlite, non per il popolaccio urlante e cafone. non è per gli arroganti, i protagonisti, le prime donne. non è per gli ultras.
non è per i papà che insultano gli avversari dei loro figli, nè per le fighette dei licei, nè per i ragazzini con piercing alla moda. il rugby non si gioca per soldi o per gloria, ma perchè ami la paura prima degli sontri fisici, l'acre odor di sudore emanato dalla sudicia maglia avversaria a cui sei aggrappato nel tentativo di fermare l'uomo che quel giorno hai l'onore di sfidare. lo giochi per sapere che sei forte, che sai fare il tuo dovere, che corri anche quando il cuore ce l'hai in gola pur di onorare questo gioco. anche quando hai male dappertutto. lo giochi per il dolore del giorno dopo. per celebrare con un rito semplice il tuo essere uomo.
nel rugby rivive l'antica dottrina romana di ludi&victoria. il rugby è per l'aristocrazia.
per me è lo stesso anche per l'allenamento in palestra. non voglio l'addome scolpito, nè il fisico da modello di calvin klein. io amo le mani che mi fanno male e la ghisa che sposto. mi piacciono le masse muscolari imponenti e gli sforzi eroici che sanno sostenere. mi piace l'epicità della guerra che la mente muove alle menbra stanche. amo obbedire disciplinatamente alla voce interiore che mi dice, con calma olimpica anche nei momenti di maggior fatica e dolre, di non piegarmi e di SOLLEVARE ANCORA UNA VOLTA quel bilanciere reso scivoloso dal mio stesso sudore, succo del mio corpo. e di farlo bene, come è giusto che vada fatto.
tutto questo è una sfida, un esercizio spirituale prima che muscolare.
dite la verità, voi che conoscete l'allenamento vero: cosa è più duro da affrontare, l'esercizio in sè o la paura del prima, dell'attesa, il sapere con anticipo cosa ci aspetterà. quando faccio lo stacco quello che più mi pesa è attendere quei pochi in secondi in cui si consumerà la mia azione.
Bergamasco squalificato..noooooo
franz_fb .... il tuo post romanzo è un inno al vero valore!
Condivido tutto quello che hai scritto.
Meno male che c'è gente come te!
FORZA AZZURRI!!!!
Segnalibri