...io sono un 29enne (classe 77) molto incazzato e altrettanto deluso da chi mi/ci ha preso sonoramente per il culo (docenti, politici, a volte genitori stessi) promettendo che la laurea (e ovviamente la barcata di milioni e sacrifici investiti dai nostri genitori, spesso anche dai poveri studenti che credevano in ciò che gli si raccontava) ci avrebbe garantito un futuro "benestante" dopo i primi 2/3 anni di gavetta, ripangando alla grande tutti i sacrifici con stipendi da manager rampante prima dei 35 anni...anche meno!
Sono ing. laureato dal 2002, e ogni volta che cambio lavoro (3 fino ad oggi, ma per necessità...grazie Biagi&Co) riparto da zero, dalla gavetta, dalle solite frasi ipocrite di chi sta sopra: la gavetta l'abbiamo fatta anche noi (cinquanta/sessantenni) da laureati...si, ma a 30 anni vi siete sposati, a 32/33 avevate 2 figli, casa di proprietà e magari con un solo stipendio in una famiglia. Le possibilità c'erano, quanto meno per chi aveva voglia di fare, ma non solo (dipendenti statali, ecc...non vado oltre).
Oggi le promesse sono diventate: vabbè, ma cosa ti manca? sei giovane, hai una vita davanti (che ad ogni anno si riempe sempre più di incertezze, anzichè consolidarsi nel lavoro e quindi nella famiglia), daltronde chi l'avrebbe immaginato che sarebbe andata così?
Già, chi l'avrebbe mai detto che con un conto in banca da modestissimo operaio (con tutto il rispetto per gli operai, classe meritevole!) che spende e spande tra yacht e vacanze alle maldive, tra maserati e case di villeggiatura...ad un certo punto avrebbe dovuto lasciare una serie di "pagherò" ai figli????? Caxxo, davvero! chi l'avrebbe mai detto!
Loro (i cinquanta/sessantenni di oggi) no davvero!
copio incollo uno sfogo personale dell'anno scorso:
Sono confuso, disamorato, ma non ancora disilluso e disposto a rinunciare (purtroppo) alla vita preventivataci fino a quando sedevo ai banchi di scuola…fino a un paio d’anni fa: mi riferisco alla presunta semplicità (che Professori e Genitori fecero intendere a noi giovani) con la quale una volta in possesso di una laurea (in ingegneria?) avrei percorso delle tappe più o meno scontate e nell’arco di un decennio avrei raccolto con qualche normale sacrificio i frutti di un investimento economico e temporale che laurearsi ha comportato. Non ci sembra vero, ma gli stessi personaggi (Professoroni e Genitori impeccabili) oggi rivedono quei concetti ripetutici più volte fino alla nausea, che sono diventati un reale stimolo e valida motivazione per farci studiare spendendo nella maggior parte dei casi i loro soldi e imponendo nello stesso tempo i debiti sacrifici dello studente squattrinato, sempre con 2 soldi in tasca…ma era un ottimo investimento che ci avrebbe portato a condurre nel breve una vita agiata e una utile CULTURA PESONALE.
Bene oggi non è più così: considera che quelle motivazioni che ci spingevano a sacrifici per cogliere oggi i frutti più o meno promessi, è ora un discorso che è andato in fumo.
Eh già, bisogna guardare in faccia alla realtà: oggi non basta una laurea per trovare un buon posto di lavoro, col quale mantenersi, realizzarsi e condurre una vita agiata (così come è stato per le generazioni precedenti alla nostra). Oggi non basta essersi laureati a pieni voti, oggi non basta essere disponibile, oggi non basta….non si sa bene cosa basti ad un ventottenne medio, laureato mediocremente o meno, per realizzare ciò su cui ha investito l’adolescenza e i secondi 15 anni della propria vita. Un po’ come se ad un onesto lavoratore di medio alto livello di vent’anni fa, con il classico posto fisso, convinto che versando i contributi, al momento della pensione avrebbe ottenuto una liquidazione e una pensione…oggi tutti gli dicessero: eh, purtroppo l’azienda sta fallendo e quindi non è in grado di darti il tuo TFR come da accordi e la pensione l’avrai solo se provvederai privatamente (leggasi: di tasca tua) ad una assicurazione a fondo pensionistico.
Ma come? Nonostante la laurea non ho fatto il libero professionista, sono entrato in banca proprio perché mi dicevano che così non avrei dovuto preoccuparmi di versare i contributi autonomamente ed avere una buona liquidazione… e poi, questo discorso arriva un po’ tardi, dal momento che orami sono prossimo all’età della pensione. Ci spiace, ma purtroppo è così: o rinunci ai soldi che giustamente credevi tuoi oppure devi inventarti qualcosa per averli. Ok, ma cosa devo fare? Lavora ancora un po’. Sì, ma i danni chi me li risarcisce? Nessuno purtroppo, se non tu stesso.
E’ una doccia fredda a dir poco, una situazione drammatica per il lavoratore che ha fatto una sua vita, ha sessantacinque anni e dovrà accontentarsi di aver cresciuto dei figli, godendoseli nelle oneste vacanze insieme al coniuge nella casa di villeggiatura oppure nei weekend sulla neve o ancora al mare.
Ma tranquilli, c’è di peggio: c’è chi ancora non è arrivato a nulla di tutto questo e nessuno gli sa più indicare la strada per raggiungere delle garanzie per ottenere: casa, vacanze, moglie, famiglia, ecc.
Ma le garanzie c’erano, semplicemente ora non ci sono più e tutto svanisce in una frase: sono tempi duri. Eppure non c’è stata nessuna guerra tale da giustificare un tale tracollo.
Cinicamente sarebbe quasi stato meglio: oggi saremmo di meno e ci sarebbe da fare un sacco di cose. No! Oggi siamo di più e non c’è poi molto da costruire o da inventare di utile alla società.
Ecco il punto: siamo troppi e in troppo poco spazio, ma soprattutto sono stati troppi i disonesti che ci hanno convinto che i loro impicci avrebbero portato ad una società migliore dove chi spendeva per studiare non avrebbe più faticato come chi non lo faceva (bastava guardare loro!)
Se non fossimo dotati di cervello, interverrebbe semplicemente l’istinto animale e ci si adatterebbe con qualche problema di sorta al decadimento dovuto alla crisi.
Ma pensando che i nostri esempi, ai quali non abbiamo affidato la nostra educazione e dai quali ci siamo lasciati guidare, ci hanno lasciato questa situazione a dir poco incerta e da loro creata, non ci si chieda di aver rispetto per le persone anziane e di accettare ancora una volta i loro consigli!
Vivo male, ma non mi manca nulla di fondamentale dal punto di vista fisico (vestiti, cibo, un letto su cui dormire ecc). Mi manca però tutto ciò che dovrebbe permettermi di fare scelte serene e essere fiducioso verso il prossimo, volendogli bene. Due concetti da nulla, ai quali un individuo dovrebbe aspirare perché la vita abbia un senso compiuto, al di là di realizzazioni economico-professionali.
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