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tattoos
Non ho questi ricordi. Sono nato nel decennio precedente. Quello del Baby-boom per intenderci.
Ne ho altri.
Quelli del Mago Zurlì alla televisione con un solo canale che dopo Carosello a letto. Quelli dei Telefilm e cartoni animati solo a Natale. Quelli di Alberto Manzi che insegnava a scrivere. Quelli di Alberto Lupo, Mina e la Carrà.
Quelli del gelato solo alla domenica o il cabaret di pastarelle (scelta amletica). Ed il gelato che costava 10 lire (il mottarello). Quello dei giocattoli di latta con i lati così taglienti che potevi usarli come apriscatole. Quelli del surrogato di cioccolato, comprato al mercato a fette nella carta stagnola. Quelli del Toro di Pulici e Sala. Quelli della 600 di papà con le portiere che si aprivano pericolosamente a vento, con colori improbabili giallo senape e terra siena bruciata. Quelli delle maschere di carnevale che da un anno all'altro si trasformavano in Batman, Zorro e Cow Boy. Quelli dei calzoni corti e le ginocchia sbucciate. Quelli del bere di nascosto i fondi del bicchiere del Punt e Mes o l'Amaricante lasciati dagli amici. Quelli di Carmencita o del Pianeta di Papalla. Quelli della bicicletta con le ruote piene che si usava per frenare contro i marciapiedi. Quelli dello sciopero della Fiat del 68, con i cellerini che picchiavano gli operai sotto casa (e mia madre che piangeva quando sentiva l'ambulanza correre e mio padre era al lavoro). Quelli dei capelli di mia madre così cotonati che sembrava una mongolfiera. Quelli delle buste di soldatini in pose improbabili che si compravano al mercato per 50 lire (Cowboy o Indiani e Marines e Giapponesi). Quelli del pleid in macchina rigorosamente in tartan scozzese che pungeva la pelle. Quelli delle gite con picnic con i panini con la frittata o il salame e la gazzosa.
Scusatemi, mi sono fatto prendere la mano.
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