Domani porto tutti i referti all'otorino.
Partiranno altri soldoni... Ma tanto?
Domani porto tutti i referti all'otorino.
Partiranno altri soldoni... Ma tanto?
Sono vivo.
L'otorino mi ha detto che è tutto ok, solo le tonsille (che peraltro non sono marce) creano dei problemi in quanto, rovinate nella loro superficie, si intasano con residui di cibo.
Problema risolvibile con approfonditi gargarismi con Iodosan.
Il bello (brutto?) è che ho una leggera incoordinazione motoria nel deglutire, pertanto parte del cibo finisce in trachea.
Ciò è dovuto allo stress, che mi porta a mangiare velocemente.
Potrei togliere le tonsille per eliminare il problema del cibo che ci si ferma, ma il dottore mi ha detto che prima di un intervento mi vorrebbe visitare dopo 2-3 settimane di ferie, sicuro che il problema svanirebbe.
Mi ha chiesto: "Da quanto tempo non vai in ferie?".
Gli ho detto: "Da febbraio ho lavorato tutti i giorni dal lunedì al venerdì, partendo da casa alle 07.00 e tornando alle 18.00. Mi sono fermato mercoledì 28 giugno per operarmi ad un alluce per togliere l'unghia, ho avuto un certificato di 5 giorni, 3 di lavoro (dal mercoledì al venerdì) + il sabato e la domenica, ed il Direttore mi telefonava per farmi andare a lavorare perchè altrimenti non poteva andare in ferie nè lui, nè gli altri colleghi. A lavorare ovviamente non ci sono andato, e mi sono addirittura sentito in colpa".
Lui mi dice: "Ah, capisco tutto".
Amare una situazione.
Dotarsi di tutto ciò che ti può allontanare da essa.
Svelare al mondo intero che un piccolo puntino insignificante si ritrova a convivere con milioni di puntini.
Nero come la capocchia di un fiammifero usato.
Le regole esistono.
Accorgersi che nella tua vita non sono esistite,
accantonate per far posto ad imposizioni.
Ora ti ribelli.
Fai di tutto per dimostrare a chi ti ama in famiglia che tu ti ribelli a loro.
Pensi a come sarebbe la tua vita senza di loro, e non vuoi accettare che sarebbe ancora peggio.
Trasgredisci, ma non le regole.
Trasgredisci uno stato d'animo, che a sua volta crea ancora più rabbia, più rancore più cattiveria.
Bello sarebbe poter trasgredire rispettando le regole.
Non è un'utopia.
Deleterio è invece correre senza limiti, quei limiti che non consci.
Fermati.
Pensa.
Ragiona.
Unghie mangiate.
Non essere mai contenti.
Luce, calore, spiragli, attraverso fori sempre più piccoli.
Minuscoli pulviscoli attraversano la vista.
Pupille dilatate a bramare il sole.
Iridi.
Mani protese con rabbia e paura,
si stringono in pugno a mostrare la forza.
La scorza, la buccia, la pelle, le ciglia.
Veleni e rancori a far da famiglia.
Solo, vigliacco, felice, assuefatto,
costretto, legato, impaurito, siffatto.
Mendichi gioia, predichi vita,
tutto è perfetto, tutto è salita.
Vita di sguardi, non riconosci,
chiudi la porta, spari cartucce.
Acqua salata scende dagli occhi,
amara speranza, la neve a fiocchi.
Contento del nulla, dal nulla sei nato.
Voli a ritroso, il passato è tornato.
Strano ma vero, impossibile, eppure,
ci pensi e ripensi, e le sere più oscure
si affacciano e lasciano scie di comete
lucenti, lontane, spiacevoli e fuse
col resto del mondo tra tutte le scuse.
Le cerchi, le trovi, provi a star su.
Riesci, ci godi, ma poi nulla più.
Allora ti giri e rigiri sul letto.
Le nuvole intanto minacciano vita.
Acqua leggera a vincer la noia.
Niente tristezza può scender dal cielo.
Veloce lo sguardo ci prova a leccare
le stelle, la gioia, l'acqua che scende.
Sapore di brio, odori d'autunno.
Il caldo tepore si tocca con te.
L'anima calda dal respiro profondo
si scioglie in momenti di rara virtù.
Accorcia la vita, la tua, con rabbia e vizio.
Eppur si vive.
Nuvole alte, altissimi pensieri.
Parole pompose a celare un malessere.
Scarti di vita, di gioie, di amori
scorte di odio, rammarico e rabbia.
Un gatto malato, felino flessuoso
zoppo, non può, non deve rischiare.
Attendere invano una spinta interiore
che non ne vuole sapere di uscire.
Urlare in silenzio un male in mille modi
tornando a chiudere quel cerchio che sei.
Niente di fuori.
Vita asociale.
Lavoro per gli altri, non su di me.
Un corpo che vuole la sua attenzione
memorie che invece lo abbattono a colpi di inganni.
Uno spruzzo di benzina
su un fuoco che vorrebe spegnersi.
Pompiere delle emozioni
vigile, attento, attaccato al vero senso della falsità.
Bugie si rincorrono.
Patemi lasciano spazio ad una scia di ricordi.
Scrivere di getto, lasciando inchiostro che non è sangue.
Denti serrati, cattivi, limati, quasi erosi
mani tra i capelli.
Sorreggersi.
Uccidersi.
Steso sul letto, coperte soffici.
Calore ritrovato.
Artificio d'inganno al volere modesto.
Stupide, le mani non sanno afferrare
il senso d'orgoglio che manca da anni.
Parete adornata davanti ai tuoi occhi.
colori accesi di sensi inusuali.
Vetri che filtrano luce opaca
dal cielo si affaccia un timido sole.
I monti azzurrati lontani son vivi
di vita nascosta, continua e infinita.
La ruota si muove, gira e ti prende
ci sei solo tu, e il tu che si arrende.
Ogni momento è buono per cercare
la via del ritorno a una vita normale.
Difetti, consigli, promesse, virtù.
Parole di carta tra iene e carogne.
Guardo lo specchio e vedo
ciò che non sono
ciò che negli anni ho distrutto
lo ricordo più forte di quanto reggo
quell'alcool che per anni m'ha portato
ad essere diverso ed ora
starne senza è la prova della mia forza
e nessuno lo apprezza e per questo il mio vanto
inutile senza senso non so di cosa esser contento
se quel sole non splende e il cielo è coperto
se la mia mente non regge il pensiero complesso
se tutto questo fosse reale o è frutto del male
a volte nasciamo e senza saperlo siam destinati a cadere
per nulla questi pugni m'han fatto dolore
il muro sporco di sangue lo ricordo e in esso
le scritte amore son state sporcate dal sesso
e in questo non credo e la gente la detesto
me ne sto qui da solo e da solo mi confesso.
il dolore non esiste, esiste il fastidio, ma è sopportabile.
heero
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