Vergognarsi di scoprirsi sensibili a 26 anni.
Cresciuto in una famiglia superficiale, terzo di 3 fratelli.
Intimorito dal giudizio altrui a tal punto di non uscire più di casa.
Problemi inesistenti.
Spaccarsi la testa tra mille pensieri.
Volare con la fantasia.
Scrivere per non distruggersi.
Paura di essere visto debole se una lacrima solca la guancia.
Devi essere forte, l'uomo DENIM (che non deve chiedere mai) è un'utopia inculcata da un padre inespressivo ed esaurito.
Collasso psicologico.
Battere sui tasti della tastiera con una rabbia, con un'angoscia che non ho mai messo né nei pesi, né in qualsiasi altro sport, né in tutto ciò che ho fatto nella mia vita.
Smettere di sentire il proprio corpo. Staccarsi dalla realtà delle cose.
Confondere il benessere con il fallimento.
Predicare bene, agire male.
Uccidere una zanzara.
Gli occhi si fanno umidi.
Piango.
Nessuno mi vede.
Mi nascondo sotto le coperte, pesanti...
Mi logoro cercando di sforzarmi a piangere.
So che non servirà, so che nessuno potrà vedere una bestia ferita.
Letale la paura.
Vitale la paura.
Accorgersi che nulla viene per caso.
Abituato alle scorciatoie, faccio ora i conti con la realtà della vita.
Esistenza grama dettata da menzogne individuali.
Parole, parole, parole. Bombe a frammentazione.
Gocce di anestetico sulle mie idee.
Stomaco sconvolto. Idee confuse.
La bellezza delle cose è oscurata dal mio male di vivere.
Ogni cosa, ogni attimo.
Ogni piccolo movimento.
La luce torna domani, dopo la notte.
Io cambierò: domani.
Intanto oggi no.
E domani ci sarà sempre, ma dopo l'oggi.
Stupido.
Incoerente.
Selvaggiamente arrabbiato.
Nessuno.
NO ALARMS AND NO SURPRISES: SILENT.
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