L'efedrina è illegale in Italia, e considerata doping dal CIO, quindi evita di usare il prodotto in vista di un test. Tuttavia non dovresti utilizzare il prodotto solo per timore di risultare positivo ad un test anti-doping, ma per il fatto che l'efedrina è potenzialmente pericolosa e la sua tossicità varia da soggetto a soggetto, quindi se sei una persona predisposta i suoi effetti collaterali potrebbero essere amplificati e non mi piacerebbe scoprirlo dopo averla assunta.....inoltre cosa ti aspetti che 20 mg possano farti ottenere chissà quali risultato? spiacente, ma deve cmq esserci una dieta ipocalorica ma sempre in grado di soddisfare le esigenze di un bb, quindi se non hai la minima idea di quante calorie e che tipo di calorie ingerisci allora non c'è integratore, ne farmaco che tiene.

Inoltre l'efedrina da assuefazione molto presto, ciò significa che dovresti progressivamente aumentare la dose, con un aumento di rischi. Uno dei motivi per cui l'FDA americana proibirà a breve il prodotto, anche per i numerosi casi accaduti in america e di cui 4ca potrà senz'altro ragguagliarti meglio.

Questi alcuni casi reali sul prodotto:

*** Quei famosi "integratori" a base di efedrina…. ****

( del dott. Giuseppe Sfuncia )

La stesura di questo articolo nasce come sempre dalla mia quotidianità…pochi giorni fà si presenta al pronto soccorso una giovane donna di circa 29 anni con una sintomatologia caratterizzata da nausea e un violento mal di testa…la paziente è tachiaritmica, misurata la pressione arteriosa rilevo i seguenti valori: 220 sistolica e 105 diastolica…dalla sua storia emerge che da circa un mese utilizza un presunto "integratore di erbe naturali" che utilizzava allo scopo di perdere grasso…

Sintetizzando l’integratore in questione era una potente miscela di farmaci: efedrina, caffeina, acido acetilsalicilico, fenilpropanolamina cloridrato, fenilefrina cloridrato etcc….questa potente miscela di farmaci stava uccidendo quella giovane donna!

Il problema dell’utilizzo di "integratori fat-burner (brucia grassi) " interessa molto da vicino chi frequenta certe palestre "in-natural" i poveri utilizzatori di questi farmaci vanno incontro a dei grossissimi rischi per la salute. Ecco perché ho deciso di informare ed evidenziare con questo articolo tratto dalla pubblicazione scientifica "Adverse cardiovascular and central nervous system events associated with dietary supplements containing ephedra alkaloids.di CA. Haller, NL. Benowitz NEJM 2000; 343: 1833-1838" sulla pericolosità nell’utilizzare questi farmaci da molti considerati innocui integratori!!!

I dati

Gli autori hanno analizzato 140 segnalazioni di eventi avversi relativi all'uso di integratori dietetici contenenti alcaloidi dell'efedra (talvolta chiamata ma huang) pervenute alla FDA tra il giugno 1997 ed il marzo 1999.

Tipologia dell'evento avverso

Apparato cardiovascolare: 47% (l'ipertensione è stata la reazione avversa più frequente, seguita dalle palpitazioni, tachicardia o entrambe contemporaneamente).

Sistema nervoso centrale: 18% (ictus e crisi convulsive come reazioni più frequenti)

Esito dell'evento (in parentesi la percentuale)

Esito
ADR certe o probabili
(n.43)
ADR possibili
(n. 44)
Totali
(n.87)

Morte
3 (7)
7 (169)
10 (11)

Invalidità permanente
7 (16)
6 (14)
13 (15)

Trattamento medico in corso
4 (9)
4 (9)
8 (9)

Guarigione completa
29 (67)
13 (30)
42 (48)

Esito ignoto
0
14 (32)
14 (16)


Dose di efedra.
Nove casi si sono verificati in persone che assumevano dosi di alcaloidi dell'efedra relativamente basse (da 12 a 36 mg/die) e che non presentavano importanti fattori di rischio.

Il lavoro descrive anche alcuni casi:

1°. Donna sana di 35 anni (che aveva preso lezioni di aerobica per diversi anni senza alcun incidente) nel luglio 1997 iniziò ad assumere una capsula di Shape-Fast Plus (secondo il foglietto illustrativo, ogni capsula conteneva 15 mg di alcaloidi dell'efedra e 40 mg di caffeina) per tre volte al giorno prima dei pasti per perdere peso; non assumendo alcun altro farmaco. La paziente continuò ad assumere le capsule per una settimana, quindi ebbe un collasso durante la lezione di aerobica. Gli astanti osservarono che le sue braccia e le gambe si flettevano e si tendevano. Al pronto soccorso, la pressione sanguigna era di 110/38 mm Hg e la frequenza cardiaca era di 104 battiti al minuto. La tomografia computerizzata del capo rivelò un'emorragia subaracnoidea. L'angiografia cerebrale non rivelò alcun segno di aneurisma vascolare. L'esame tossicologico delle urine risultò positivo per l'anfetamina, (metabolita dell'efedrina). Si sviluppò rapidamente un edema polmonare neurogeno, che richiese l'intubazione endotracheale e la ventilazione meccanica. I risultati dell'elettrocardiogramma e delle concentrazioni degli enzimi cardiaci erano indicativi di un avvenuto infarto miocardico di lieve entità. Il cardiologo e il neurologo concordarono sul fatto che l'efedrina aveva indotto l'emorragia subaracnoidea. La presenza di anfetamina nelle urine confermava la presenza di efedrina al momento dell'evento. Gli esami di laboratorio delle capsule rivelarono che il contenuto di efedrina era di 12 mg per capsula. La dose massima raccomandata dall'FDA era all'epoca di 8 mg per dose (1).

2°. Uomo sano di 39 anni, avvertì, il 17 marzo 1998, un intorpidimento del braccio e della gamba destra, 90 minuti dopo aver bevuto Ultimate Orange, [bibita che riportava sull'etichetta un contenuto di ma huang (alcaloidi dell'efedra) e di guaranà (una fonte di caffeina) di 415 mg per dose], e 5 minuti dopo aver corso per 4.8 Km. Il paziente assumeva anche regolarmente supplementi multivitaminici e aminoacidi, ma non farmaci. All'ammissione in ospedale, la pressione sanguigna risultò pari a 140/78 mm Hg, con frequenza pari a 60 battiti/min. La tomografia computerizzata del capo rivelò una emorragia intratalamica sinistra. L'angiografia cerebrale non mostrò alcun segno di anomalie vascolari. Il paziente ebbe un miglioramento clinico graduale, e i sintomi scomparvero con l'eccezione di una perdita di sensibilità persistente nella parte destra del volto. L'analisi del prodotto incriminato confermò la presenza di efedrina, pseudoefedrina, norefedrina e norpseudoefedrina.

3°. Uomo di 22 anni, con una storia di asma, ebbe un collasso il 31 marzo 1998 in una palestra mentre sollevava pesi. Il paziente assumeva i seguenti farmaci: teofillina (300 mg ), albuterolo (al bisogno tramite un inalatore dosato), e una combinazione di clorfeniramina maleato, fenilefrina cloridrato e fenilpropanolamina cloridrato. Gli amici sostennero che aveva consumato una bottiglia da 18 once di Ripped Force (contenente 20 mg di alcaloidi dell'efedra, 100 mg di caffeina, 250 mg di l-carnitina e 240 µg di cromo) prima del collasso e che ne beveva regolarmente tre bottiglie al giorno. Assumeva anche creatina e integratori proteici. I testimoni dissero che aveva avuto un attacco. Inizialmente i paramedici lo trovarono apneico e in fibrillazione ventricolare. Fu rianimato con successo. La tomografia computerizzata del capo rivelò un edema cerebrale senza emorragia né masse. Un primo elettrocardiogramma rivelò un flutter atriale, che si trasformò successivamente in un ritmo sinusale. L'ecocardiogramma rivelò una lieve ipertrofia del ventricolo sinistro. I livelli plasmatici di teofillina erano di 11 µg/ml (range terapeutico 10-20), e l'esame delle urine rivelò 12 µg/ml di efedrina, 0.38 µg/ml di pseudoefedrina e 0.41 µg/ml di fenilpropanolamina. Il cardiologo pensò che la combinazione degli alcaloidi dell'efedra con la caffeina nel Ripped Force assieme alla teofillina e all'albuterolo avesse provocato un'aritmia ventricolare che portò all'arresto cardiaco. Il paziente ebbe un'encefalopatia anossica e rimase in uno stato vegetativo per diverse settimane. Dopo un mese di terapia intensiva e sei settimane di riabilitazione, fu dimesso con un considerevole danno neurologico.

4°. Uomo sano di 38 anni che aveva preso due capsule di Ripped Fuel (secondo l'etichetta ogni capsula contiene 10 mg di efedrina e 100 mg di caffeina) ogni mattina per un anno Il 6 giugno 1996, dopo aver assunto la dose abituale unitamente ad una tazza di caffè, andò a correre per 20 minuti. Al suo ritorno a casa non presentava alcun sintomo, ma, mentre parlava con i suoi familiari, ebbe un collasso, con accessi tonico-clonici. In pronto soccorso arrivò in arresto cardiaco, e non fu possibile rianimarlo. L'autopsia evidenziò una lieve cardiomegalia con dilatazione delle quattro camere e coronaropatia, con restringimento dal 50 al 75% in quattro vasi. Dal successivo esame tossicologico risultarono livelli plasmatici di efedrina pari a 110 ng/ml (range terapeutico 20-80) (2), che potevano aver causato o contribuito all'aritmia fatale.