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Discussione: Diario di stantio.

  1. #136
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    Occhiolino Allenamento del 18/11/2005

    pnw) §4 Basta debolezze.
    Ore sette , gambe tutte.


    3 rip. x 8 leg exention leggerine

    Squat partenza da 120 kg, poi con assistenza laterale ( due dita, e supporto psicologico ) alla multipower verso l'infinito e oltre ( per me ).
    120- x10
    130- x10
    140- x8 Con cintura.
    150- x6
    160- x4
    Avevo i 170 kg. sulla punta delle dita, ho preferito non farli, avrei fatto 1 rip.
    Pressa alla morte.
    Stacchi
    Femorali alla leg
    Polpacci 120 kg. 130-140150
    Addominali
    Doccia
    Sesso. Niente sesso nooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo ooooooooooooooooo
    Ultima modifica di stantio; 19-11-2005 alle 09:17 AM

  2. #137
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    Oggi incontro Scuola - Famiglia, lavoro fino alle 19.00 e oltre.
    Già sono all'altro lavoro dalle 8.30, sono un pochino stanco.
    Una prof.ssa mi ha chiesto di vedere le gambe, le ho mostrato in privato, non posso contrarle, ma sono grosse e separate. Polpacci che parlanoo poi
    E' rimasta scioccata, non ho neanche la forza di farmela.
    Mi sento una bestia.

  3. #138
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    E' passato un gorilla sotto la mia finestra del mio Ufficio, è scappato via.

  4. #139
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    Ieri mi sono pesato, 19.30 kg. 97.
    Domani mattina, devo fare i deltoidi e i trapezi. Come farò.
    Farò.

  5. #140
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    Ieri sera, quandi ho rinunciato a fare i 170 kg. di squat, perchè avrei fatto una ripetizione, ed era inutile, ho capito che se mi alleno in un certo modo, come Corvette, Somoia, Paolo, e altri Pl. posso in breve tempo fare una ripetizione a 200 kg.
    io la penso cos'. me lo sento dentro, potrei fallire, ma credo di no.
    Di nuovo il gorilla, vattene altrimenti le pigli.

  6. #141
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    Amo gli animali, ho un cane volpina femmina, bellissima.
    Non voglio picchiare un gorilla, vattene per la tua strada. Che vuoi sotto la mia finestra ? La nocciolina ?
    Ok. Ciao.
    Braccio di ferro con me ?
    Non voglio farti male.
    Vai da mamma gorilla.

  7. #142
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    SE
    di Rudyard Kipling
    Se riesci a mantenere il controllo quando tutti intorno a te
    perdono il loro e te ne attribuiscono la colpa.
    Se puoi confidare in te stesso quando tutti dubitano di te
    pur tenendo conto del loro dubitare.
    Se sai aspettare senza stancarti di farlo
    o essere circondato da bugie senza darvi credito
    o essere odiato senza dar spazio all'odio
    e cio' senza sembrare troppo buono o troppo saggio.
    Se puoi sognare - senza rendere i sogni tuoi padroni.
    Se sai pensare - senza rendere i pensieri il tuo obiettivo
    Se puoi incontrare il Trionfo e la Sconfitta
    e trattare questi due impostori alla stessa stregua.
    Se puoi tollerare di udire la verità da te pronunciata
    stravolta da disonesti che intessono trappole per gli ingenui
    o vedere le cose per le quali hai dato la vita,
    distrutte e fermarti a costruirle di nuovo con strumenti logori.
    Se sai raccogliere tutte le tue vittorie
    e rischiarle con un lancio a testa o croce
    e perdere e ricominciare ancora dall'inizio
    e mai sussurrare una parola della tua perdita.
    Se puoi sforzare il tuo cuore, nervi e muscoli
    per servire al tuo scopo ben al di là delle loro possibilità
    e così andare avanti quando più nulla in te
    tranne la Volontà dice loro "tieni duro!"
    Se puoi parlare con le folle e mantenere il tuo valore
    o camminare con i re senza perdere di semplicità.
    Se né i nemici e neppure gli amici più cari possono ferirti.
    Se tutti possono contare su di te ma nessuno eccessivamente.
    Se puoi riempire un inesorabile minuto
    con un viaggio lungo sessanta secondi
    tua è la terra e quanto vi è in essa,
    e - cosa ancor più importante - tu sarai un uomo figlio mio!

  8. #143
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    I have a dream" (di Martin Luter King)
    Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il Proclama sull’Emancipazione. Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per milioni di schiavi negri che erano stati bruciati sul fuoco dell’avida ingiustizia. Venne come un’alba radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività.

    Ma cento anni dopo, il negro ancora non è libero; cento anni dopo, la vita del negro è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; cento anni dopo, il negro ancora vive su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni dopo; il negro langue ancora ai margini della società americana e si trova esiliato nella sua stessa terra.

    Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione vergognosa. In un certo senso siamo venuti alla capitale del paese per incassare un assegno. Quando gli architetti della repubblica scrissero le sublimi parole della Costituzione e la Dichiarazione d’Indipendenza, firmarono un "pagherò" del quale ogni americano sarebbe diventato erede. Questo "pagherò" permetteva che tutti gli uomini, si, i negri tanto quanto i bianchi, avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e del perseguimento della felicità.

    E’ ovvio, oggi, che l’America è venuta meno a questo "pagherò" per ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo suo sacro obbligo, l’America ha consegnato ai negri un assegno fasullo; un assegno che si trova compilato con la frase: "fondi insufficienti". Noi ci rifiutiamo di credere che i fondi siano insufficienti nei grandi caveau delle opportunità offerte da questo paese. E quindi siamo venuti per incassare questo assegno, un assegno che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e della garanzia di giustizia.

    Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all’America l’urgenza appassionata dell’adesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno l’urgenza del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza.

    Il 1963 non è una fine, ma un inizio. E coloro che sperano che i negri abbiano bisogno di sfogare un poco le loro tensioni e poi se ne staranno appagati, avranno un rude risveglio, se il paese riprenderà a funzionare come se niente fosse successo.

    Non ci sarà in America né riposo né tranquillità fino a quando ai negri non saranno concessi i loro diritti di cittadini. I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino a quando non sarà sorto il giorno luminoso della giustizia.

    Ma c’è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla tiepida soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.

    Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.

    Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità negra non dovrà condurci a una mancanza di fiducia in tutta la comunità bianca, perché molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro presenza qui oggi, sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà. Questa offesa che ci accomuna, e che si è fatta tempesta per le mura fortificate dell’ingiustizia, dovrà essere combattuta da un esercito di due razze. Non possiamo camminare da soli.

    E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non possiamo tornare indietro. Ci sono quelli che chiedono a coloro che chiedono i diritti civili: "Quando vi riterrete soddisfatti?" Non saremo mai soddisfatti finché il negro sarà vittima degli indicibili orrori a cui viene sottoposto dalla polizia.

    Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri corpi, stanchi per la fatica del viaggio, non potranno trovare alloggio nei motel sulle strade e negli alberghi delle città. Non potremo essere soddisfatti finché gli spostamenti sociali davvero permessi ai negri saranno da un ghetto piccolo a un ghetto più grande.

    Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri figli saranno privati della loro dignità da cartelli che dicono:"Riservato ai bianchi". Non potremo mai essere soddisfatti finché i negri del Mississippi non potranno votare e i negri di New York crederanno di non avere nulla per cui votare. No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente.

    Non ha dimenticato che alcuni di voi sono giunti qui dopo enormi prove e tribolazioni. Alcuni di voi sono venuti appena usciti dalle anguste celle di un carcere. Alcuni di voi sono venuti da zone in cui la domanda di libertà ci ha lasciato percossi dalle tempeste della persecuzione e intontiti dalle raffiche della brutalità della polizia. Siete voi i veterani della sofferenza creativa. Continuate ad operare con la certezza che la sofferenza immeritata è redentrice.

    Ritornate nel Mississippi; ritornate in Alabama; ritornate nel South Carolina; ritornate in Georgia; ritornate in Louisiana; ritornate ai vostri quartieri e ai ghetti delle città del Nord, sapendo che in qualche modo questa situazione può cambiare, e cambierà. Non lasciamoci sprofondare nella valle della disperazione.

    E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.

    Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.

    Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.

    Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.

    Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.

    Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.

    Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una grande nazione possa questo accadere.

    Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.

    Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.

    Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di neve.

    Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.

    Ma non soltanto.

    Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.

    Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.

    Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni pendice risuoni la libertà.

    E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente".

  9. #144
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    Ueeeee Stan, buongiorno ! ALlora, ieri hai fatto le gambucce, bravo! Io le ho fatte la settimana scorsa e porca pupazza ancora zoppico vistosamente e nn riesco nemmeno a sedermi .....idem (e' sott'inteso ) per la tazza del cesso . Cmq :ma parli di squat al multi ? Mi credi se ti dico cehe li sotto proprio nn riesco a farli!?! gli suat li faccio sempre liberi, alla rastreliera, e' molto sicura,se proprio nn ce la fai piu' c'e' sempre la sbarra di sostegno;anche quelli frontali li faccio cosi' (naturalmente con carichi minori), ma al multi mi sento spezzare la schiena, mi sento le vertebre costrette, per questo nn l'ho quasi mai fatta!!! La mia fortuna e' stata quella di aver ben imparato la tecnica: quando ero piccolo, intorno ai 14 anni,in gym (complice anche il proprietario, che nn m'ha mai vietato nulla [sant'uomo quello] ) facevo centinaia di ripetizioni di squat e frontale mettendomi su solo il bilanciere, e la cosa piu' bella,oltre a stare imparando la tecnica, e' che le gambe mi crescevano alla garnde; di sicuro era anche l'eta' giovane , e il fisico casrico di testosterone a permettermi tutto cio'. cmq se ti interessa queste sono le routine che alterno: Clclette
    Leg extension 40x 30 , 50x 30 e questo e' il riscald poi:
    suat 60x 20 140x 10 180x 10 220x 10 240x 10
    leg press (quella inclinata con carichi laterali) 600x10 650x10 700 x 9-10
    leg extension 60x 10 70x10 80x 9-10
    5 minuti di riposo e poi femorali
    Leg curl60x 10 70 x 10 80x 10
    Mezzi stacchi 1 serie di riscald da 100 e poi dipende ma arrivo sino a 260 x 8- 6 (qui l'importante per me e' solo sentire i femo che tirano, la schiena nn deve sentire nemmeno 1/2 kg senno' se ce l'ho contratta diminuisco un po i carichi)
    leg curl singola i piedi 30 x 10 40 x 10 x 10
    dopo 2 settimane cosi' o a settimane alterne,
    Stesso riscaldamento
    Squat frontali 60x 15 140x10 180 x 10 200 x 10x 10
    hack squat (con carichi laterali 200x 10 260x 9 300 x 8-9
    Affondi coi manubri 30x10 40 x 10 50 x 10
    riposo da 5 minuti
    idem come sopra, solo che al posto dei leg curl singoli unp la leg curl da seduto (eccellente macchinario questo Dio abbia in gloria colui che l'ha inventato)
    Questi sono i miei carichi ed allenamenti ,che sto tenendo con un range di ripetizioni piu' alto perche '' nn mi sento di caricare e di sforzarmi piu' di tanto. Cmq son toi lo stesso,e te lo dico perche' alla fine vedo tutt'intorno che gira e a stento riesco a trattenermi[.-%-] .Qualche altra volta,....in privato, ti scrivero' di quello che son riuscito a combinare in gym . SEi uno dei piu' simpatici, ti saluto,magari ci risentiamo stasera prima di uscire. Ciauuuuuuuuu

  10. #145
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    cioè.. serie finale di squat
    dopo altre serie allenanti
    240kg x 10 ripetizioni?!?!?

    cioè hai un massimale teorico superiore a 320kg!..

    sicuro di aver scritto bene!?

  11. #146
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    .....si si ..scritto ok. Massimale? provato solo due volte a 25 anni (apice massimo della mia stronzaggine acuta) stiamo li 290 (e squottavo 220 x 10) ,adesso nn so ne tantomeno m'interessa! Diciamo che 280 per 6 me le sento, dunque 320 per 1 teoricamente sarebbe possibile, ma nn sto piu' tirando come prima, mi alleno con repts piu' alte e carichi minori.....piu' logico! nn ho ne voglia ne la concentrazione adatta a fare quello che in passato ho fatto,inoltre, nn crediate 240 x 10 = leggero 320 x 1= possibile..... qui , a questi carichi aumentare anche solo di pochi kg diventa impegnativo. Ragazzi,lo squat col bilanciere e' piu' semplice di quanto possiate immaginare,lo ripeto io (incoscientemente) l'ho iniziato (anche se senza carichi ) a fare prestissimo; quando mi alleno nn facio altro che restare in silenzio, prendere aria,incazzarmi e salire e scendere,salire e scendere. provateci tutti.
    chi è causa del suo mal, pianga se stesso

  12. #147
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    Io mi arrendo.
    KO tecnico.

  13. #148
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    Tu mangi bombe a mano

  14. #149
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    Io sono natural

  15. #150
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    .....

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