Sono informatissmo sul muscolo ileo psoas
Anni e ann idi duro studio.![]()
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E’ situato nella regione lomboiliaca e nella regione anteriore della coscia. E’ formato da due porzioni fra loro distinte: il grande psoas, e il muscolo iliaco. Si uniscono per inserirsi nel femore. Il grande psoas è fusiforme ed origina dalle facce laterali dei corpi dell’ultima vertebra toracica, dalle prime quattro vertebre lombari e dai dischi interposti, e dalla base dei processi trasversi delle prime quattro vertebre lombari. Si porta in basso, lateralmente, passa sotto al legamento inguinale e, giunto nella coscia termina inserendosi al piccolo trocantere. Il muscolo iliaco ha forma a ventaglio e origina dal labbro interno della cresta iliaca, dalle due spine iliache anteriori e dall’incisura fra di esse interposta, dalla fossa iliaca e dall’ala del sacro.
I fasci che decorrono inferiormente vanno a fondersi, in parte, con quelli del muscolo grande psoas. Contraendosi flette la coscia sul bacino, adducendola e ruotandola esternamente.
Se prende punto fisso sul femore flette il tronco e lo inclina dal proprio lato. L’Ileo-Psoas è il flessore della coscia e lo stabilizzatore del bacino con l’importante compito di mantenere l’equilibrio corporeo sia statico che dinamico.
Possiamo facilmente determinarne la lunghezza ponendo il soggetto in decubito supino con il ginocchio destro tra le sue mani e l’arto sinistro esteso e rilassato (fig 1). Portare la coscia destra a contatto con l’addome e l’arto sinistro rilassato (fig 2). Ripetere l’operazione con l’altro arto.
A questo punto bisognerà misurare la distanza fra poplite e suolo ed accertarsi che non sia dissimile fra i due arti inferiori.
Per verificarne la forza, invece, abbiamo a disposizione due metodologie. La prima consiste nel porre il soggetto seduto su di un piano rialzato con le mani lungo le cosce e le gambe penzoloni.
A questo punto gli si domanderà di sollevare in maniera alternata uno dei due arti. Se notiamo uno spostamento nella sua zona d’appoggio significa che lo psoas ha una forza ridotta (fig 3). La seconda metodologia prevede la medesima posizione di partenza, questa volta il kinesiologo richiederà di compiere lo stesso movimento applicando però una lieve resistenza sul ginocchio. Se il soggetto controbilancerà il movimento con uno spostamento all’indietro del busto, vorrà dire che presenta scarsa potenza nel muscolo.
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