Ora non vorrei risultare sgarbato, quindi provo a spiegarmi più moderatamente che posso.
Parmi di aver chiaramente distinto il concetto di volontariato per conto di qualcuno dal volontariato personale: ma se non vi è chiara la differenze, provo a farvela comprendere. Il primo si esplica in un lavoro gratuito eseguito a favore di persone in difficoltà sotto il nome e per conto di una associazione (non lucrativa): in parole spicciole io lavoro per la "Pincopallino" ed aiuto chi la "Pincopallino" mi dice di aiutare. Diverso è il volontariato personale, esplicitato in un impegno molto più intimo e sentito da parte del volontario che instaura, inoltre, un contatto più che diretto con gli interessati e, soprattutto, vero (è palese la differenza con un rapporto esclusivamente economico che viene a crearsi nel momento dell'acquisto di un braccialetto di gomma).
Detto ciò, prima di tentare, peraltro vanamente, di attaccarmi dal punto di vista dialettico, ci penserei bene.
In merito alla mia vita priviata, dopo di questo non aggiungerò altro. Mi fa piacere che un ragazzino di 16 anni mi abbia tanto a cuore, ma lo deluderò: mi ritengo molto soddisfatto sia dalla mia vita sociale che da quella "lavorativa", tanto più che se riuscirò, come penso e spero, a breve ad entrare a far parte di un settore della Pubblica Amministrazione nevralgico per ogni società, assumerò responsabilità che nessuno qua dentro ha probabilmente neanche sfiorato (dal ragazzo di 19 anni che fa l'università al quasi uomo di 35 che ogni giorno vende capi d'abbigliamento).
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