7) Principio della razionalità
L’allenamento moderno pone gli atleti di fronte ad esigenze e richieste sempre maggiori, sia per quanto riguarda l’allenamento giovanile e sia per quello degli alti livelli di prestazione e qualificazione.
Le intensità attuali molto elevate rispetto al passato, il considerevole volume, la ricerca tecnica più raffinata, i mezzi ausiliari e tecnologici a disposizione, il grado di conoscenza e culturale raggiunto permettono di ottenere risultati un tempo impensabili.
Tale realtà sottolinea l’importanza del principio di razionalità nella scelta dei mezzi allenanti, nelle programmazioni, nelle mobilizzazione delle riserve e nelle esigenze comportamentali.
Il principio della razionalità impone quindi, da un lato, di stabilire un’idonea proporzione tra la capacità individuale e la disposizione alla prestazione con le pressanti richieste esterne che pervengono, dall’altro di trovare la soluzione logica dei compiti, creando gli stimoli allenanti verso i limiti della capacità di prestazione del momento.
La contrapposizione tra capacità e richiesta agisce come fattore stimolante e richiede pertanto all’atleta l’impiego [B]totale di ogni aspetto della propria personalità.
Cosicché, se egli riesce ad adempiere al compito prescritto, si concretizza l’avvenimento di successo ed in lui si manifesta la disposizione ed il desiderio ad intraprendere ulteriori e più difficili compiti.
Chiaramente il metro di valutazione per considerare un risultato come successo o insuccesso dipende dagli obiettivi prefissati, dalla capacità di prestazione del singolo, dall’entità e dalle caratteristiche delle esigenze e delle richieste.
Un piano di allenamento deve porre l’atleta nelle migliori condizioni affinché ciò si verifichi, obbedendo appunto ai criteri della razionalità e dunque:
- analizzare a fondo la capacità di prestazione e lo sviluppo della personalità dell’atleta,
- adattare il carico esterno (vd. capitoli precedenti) alla capacità di prestazione individuale,
- tenere in considerazione alcune peculiarità e caratteristiche specifiche, quali la condizione femminile, l’età anagrafica, patologie pregresse, l’anabasi atletica del soggetto, ecc.,
- osservare una precisa continuità nei mezzi di allenamento adottati,
- seguire un programma che preveda tutte le fasi allenanti, a partire da quelle generali e prodromiche di capillarizzazione, potenziamento e adattamento fino a quelle più specifiche, specialistiche e proprie del periodo competitivo, secondo una successione e sequenza logica.
Se ne deduce che il principio della razionalità è la base di qualsivoglia programma di allenamento costruito in maniera sistematica, ovvero che traduca dalla metodologia cui si ispira le linee guida e le sviluppi in modo logico e consequenziale.
Nella linea da seguire per una programmazione che rispetti il principio di razionalità vanno tenuti altresì in debita considerazione alcuni fattori che possono influenzare in modo significativo, in positivo o in negativo, il carico individuale.
Tra questi:
- l’età cronologica dell’individuo,
- l’anzianità di allenamento,
- il rapporto tra la capacità di prestazione individuale in gara e quella di carico in allenamento, che non corrisponde in tutti i soggetti nella stessa percentuale,
- lo stato di salute,
- lo stato di allenamento nel corso del macrociclo e nel momento della stagione agonistica,
- le capacità soggettive di recupero,
- le differenze di sesso,
- le differenze morfologiche, psicologiche e mentali.
...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...
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