Considerazioni sulla costruzione ciclica del carico



Ritengo sia utile un ulteriore approfondimento sull’argomento inerente al terzo principio sopra esposto.
All’epoca del testo di Harre l’approccio alla periodizzazione del carico era ancora nella fase iniziale in Occidente e pertanto la lettura superficiale del capitolo trattato potrebbe non chiarire alcuni concetti in merito alla cosiddetta ciclizzazione.
Per semplificare è forse opportuno ripetere e analizzare meglio le singole tappe in cui può essere suddiviso un programma di allenamento o piano di lavoro atletico.


Per comodità, sintesi e chiarezza di spiegazioni traggo liberamente da “L’organizzazione dell’allenamento”
di Bellotti e Donati.

Con il termine "periodizzazione", letteralmente, si dovrebbe intendere solo la distribuzione cronologica dei contenuti dell’allenamento; in realtà il significato è ben più ampio, poiché tale distribuzione non è casuale ma tiene conto di una serie di conoscenze sul funzionamento e sulle capacità di adattamento dell’organismo.
Parte di queste conoscenze sono state verificate scientificamente (Leggi generali), altre solo nella pratica sia pur ripetuta e quindi suscettibili di precisazioni e modifiche anche sostanziali.
La periodizzazione può essere considerata come un momento di un progetto complesso elaborato allo scopo di permettere ad un determinato atleta di porre in essere le proprie capacità di prestazione.
La prima fase è quella della pianificazione, cioè della formulazione di una strategia delle macrovariazioni di struttura dell’allenamento, in ordine sia ad obiettivi intermedi che finali e nel più ampio spazio di tempo.
La seconda fase è quella della periodizzazione propriamente detta, cioè lo stabilire principi teorici relativi al particolareggiato sviluppo dei carichi nei diversi periodi che costituiscono la macrostruttura dell’allenamento.
L’applicazione dei principi teorici di periodizzazione si concretizza nella programmazione, ovvero nella stesura del programma di allenamento.



A questo punto, riallacciandoci e tornando al precedente discorso, distinguiamo:
- il ciclo di allenamento o macrociclo (lett.te ciclo grande) : con cui intendiamo l’insieme di esercitazioni preparatorie, le gare conseguenti ed il periodo successivo di transizione.
Questo “ciclo” può coincidere con l’intera stagione agonistica annuale nella periodizzazione semplice, può essere all’incirca semestrale in quella doppia, può persino essere quadrimestrale o trimestrale in periodizzazioni triple o multiple non contemplate da Harre.
All’interno del ciclo di allenamento possiamo inoltre distinguere una successione temporale che prevede più periodi o fasi (preparatorio, talvolta quello pre competitivo, competitivo o agonistico, di transizione;


- il mesociclo (lett.te ciclo di mezzo): ossia l’insieme dei micro cicli (vd. poi) finalizzati al raggiungimento di un medesimo obiettivo intermedio e che, considerati nel complesso, permettano poi di perseguire gli obiettivi più generali e finali del macrociclo.
Possiamo così avere mesocicli preparatori generali, preparatori specifici, pre competitivi, di sostegno, di recupero.
La struttura interna del mesociclo è tale che ad alcuni giorni caratterizzati da carichi elevati ne seguono altri (in numero più limitato) con carichi ridotti, così da creare quei fenomeni di supercompensazione che comportano l’innalzamento delle caratteristiche ricercate nel mesociclo stesso.
Per tale motivo, alcuni autori lo definiscono pure con l’allocuzione di “ciclo funzionale”, intendendo riferirsi all’obiettivo intermedio perseguito, mentre altri come Matvejew non lo contemplano affatto, ritenendo poco razionale dal punto di vista della specializzazione e non individuata sul piano dell’esperienza pratica la necessità di ulteriori passaggi intermedi tra macro e micro ciclo;


- il micro ciclo (lett.te ciclo piccolo): che, proprio utilizzando Matvejew, può considerarsi un “frammento compiuto” del ciclo di allenamento, poiché in esso sono compresi tutti i suoi elementi anche più di una volta ma sempre combinati in maniera diversa.
In altre parole, al suo interno troviamo le singole unità o sessioni di allenamento (il secondo termine è più usato per indicare la successione nel tempo o nel micro delle varie esercitazioni principali o di gara) coincidenti o meno con la seduta di allenamento, in quanto può essere pure prevista la ripartizione temporale in due sedute giornaliere della stessa unità.
Il susseguirsi di unità di allenamento diverse tra loro, che possano cioè prevedere al loro interno il ripetersi degli stessi mezzi allenanti ma organizzati in modo comunque differente, da luogo al microciclo che termina con l’ultima sessione della serie.
La replica di un’unità di allenamento organizzata in modo analogo di quella iniziale da vita al microciclo successivo.


Per ragioni eminentemente pratiche il microciclo è spesso coincidente con la settimana (es: sessioni/unità A-B-C-D in 4xweek e nuovo micro ciclo al replicarsi di A) ma, in realtà, può avere una durata variabile dai 2 fino ai 9 giorni.
Come già detto, l’unità di allenamento può coincidere con un’unica seduta o prevederne due nel giorno solare, entrambi parti di detta unità o ancora, nel medesimo giorno, tenersi 2 diverse unità o sessioni; il tutto a seconda degli ingredienti e modalità di svolgimento previsti.
La sessione di allenamento è spesso termine equivalente all’unità di allenamento e talvolta coincidente con la seduta; tuttavia in molti casi indica la successione nel micro o nel macro di un determinato e specifico mezzo allenante, con un computo indipendente dalla seduta in cui si svolge (es. sessione A e B oppure settimanale di una certa esercitazione in una settimana che preveda 4 o più unità di allenamento oppure 1^,2^3^ ecc. sessione di tal esercitazione nell’ambito del mesociclo).