Giorno di gambe! Cerco di metterci dell’entusiasmo ma non ne ho mai tanto
Per me fare SQUAT significa piazzare il bilanciere sui rebbi (che eleganza chiamarli così) delle parallele, e caricare. Ogni tanto penso a quanto sarebbe bello avere attrezzi di sicurezza ma chi si può permettere una pressa a casa? Chi non ha gambe per usarla, ovviamente eh eh.
Come si dice dalle mie parti che “Al pan al va a chi ‘nga dént” = Il pane c’è l’ha chi non ha denti per masticarlo.
A parte tutto mi faccio le mie serie senza caricare troppo perché da solo è un guaio restare ginocchioni, cerco di compensare con concentrazione e precisione del movimento.
Mentre inizio il Curl femorale penso ai miei polpacci che, se non trovo il modo di allenarli decentemente, presto somiglieranno a quelli di Carla Fracci!
Il Curl mi viene bene però, e passo al “leg ext” : come mi piacciono i quadricipiti gonfi ma non devo avere fretta. Raschierò fino al fondo del barile ormonale ma migliorare, migliorerò.
Urka, ho fame! L’inequivocabile stimolo mi angoscia. Mi starò fagocitando?! Mi sforzo di pensare a Ben Hur ;-) quando vogava nelle galere imperiali con una dieta di scarafaggi, quand’era grassa! Eppure Charlton Heston sembrava in buona forma lo stesso, quindi, di che mi lamento?!
Fradicio di sudore, aggredisco il pulley basso e ci do dentro, avevo proprio voglia di mettere in azione braccia e spalle. Alla terza serie la fame aumenta, così decido di fermarmi. Ho con me solo un po’ di noci. Provo a schiacciarne una, come vedevo fare dal mio erculeo zio, montanaro dell’Amiata. Le stritolava con una sola mano, strette una ad una, fra pollice e indice arricciato, come quando si contano le banconote. Bè le mie manine delicate non ce la fanno, aggiungo la pressione dell’altra mano e crack! Ne riduco una in poltiglia. Alle altre darò un colpetto con un disco da due chili, altrimenti non mangio niente.
Così, caro diario, una seduta di pesi finisce in merenda. Poteva andarmi peggio

VIERI