Nel mondo della palestra ci sono delle discussioni ricorrenti. Quanto vale il potenziale genetico, quanto conta l’alimentazione, quello è dopato anzi no… Discussioni che si protraggono per ore ed ore dal vivo o addirittura per settimane su un forum.

Questi argomenti sono l’equivalente di“è possibile l’amicizia fra un uomo ed una donna?”. Se siete in pizzeria fra persone che non hanno molta confidenza fra loro e lanciate questo tema, ecco che dopo un po’ la discussione diventa frizzante ed interessante. Perché l’argomento per quanto fritto e rifritto miliardi di volte è sempre… ipnotico, attira come il flauto magico i lemmings.

Il titolo dell’articolo è un altro straclassico argomento. Forti si nasce o si diventa? Solitamente tralascio queste discussioni perché non voglio venirne catturato, però ultimamente su BodyWeb un “collega del ferro” ha scritto qualcosa che ha attirato la mia attenzione.

Suonava circa così: la forza è al 70% genetica e al 30% dedizione. Questi due numeri mi hanno incuriosito e ci ho fatto due pensate sopra che vi espongo.

Ah… l’amicizia fra uomo e donna è impossibile. A meno che (continuate voi, tanto… lo so, la risposta è comparsa nella vostra testa, perché… è impossibile non cascarci ah ah ah)

La forza è al 70% genetica e al 30% dedizione, abbiamo detto. Oppure, in altre parole, tutto è predeterminato dai nostri genitori, per il resto dobbiamo farci il culo, anche se l’incremento finale non sarà mai sostanzioso. Così ho interpretato il senso dell’affermazione.

Ok, chiariamo subito un punto fondamentale. Forti… si nasce. La forza è una qualità come tante che viene dai nostri geni. Non c’è niente di trascendentale in questa affermazione.

Se assegnamo al termine “intelligenza” il significato del senso comune, risulta evidente che ci sono bambini più “intelligenti” di altri che saranno adulti più “intelligenti” di altri. Come è altrettanto evidente che se intendiamo per “bellezza” quanto a pelle intendiamo, ci sono persone più “belle” di altre.

Badate bene, non sto assegnando al termine “più di” un significato di merito, ma solamente quantitativo. Banalmente, “essere più forti di altri” è un valore per noi del fitness world, ma all’interno della comunità dei motociclisti è assolutamente irrilevante, dove, magari, è un valore “saper fare quella curva 20Km/h più di altri”.

Ma se è tutto predeterminato, che senso ha impegnarci? Ne vale la pena? Facciamo due conticini con i numerelli sopra esposti. Due numeri in croce permettono di dare una visione quantitativa delle cose, che molte volte ha un impatto assolutamente differente rispetto al semplice aspetto qualitativo.

Prendiamo un tizio che ha un potenziale di 250Kg di squat, 180Kg di panca, 300Kg di stacco su 90Kg di peso. Per potenziale intendo il massimo risultato possibile in condizioni assolutamente ottimali date dalla sua genetica e dall’ambiente/allenamento. Oltre questo, il tizio non può fare. Dovrebbe essere un altro tizio. Considerate anche il valore di questi numeri. Stiamo parlando di qualcuno che è stato nell’infanzia bombardato dalle radiazioni Gamma di Hulk, un piccolo mostriciattolo.

Ma, poiché parliamo di potenziale, questo tizio non sa a priori quanto può valere. Se ognuno di noi lo sapesse, non staremmo nemmeno a discutere, no?

Il nostro amico va in palestra e dopo pochissimo raggiunge il suo 50%, cioè 125Kg di squat, 90Kg di panca, 150Kg di stacco. Quello che lui ottiene in… quanto… 3 mesi, altri ci sbavano per 1 anno. Lasciate fare il fighettino da palestra che fa solo la panca e i 90 li raggiunge anche lui in poco tempo, sto parlando di sviluppo globale, sulle 3 alzate. Quello dei 90 magari fa 90 di stacco, perché tanto “io faccio il calcetto”.

Il nostro amico persevera e raggiunge, dopo 1-2 anni, il suo 70%, cioè 175Kg di squat, 125Kg di panca, 240Kg di stacco. Un bel risultato, non c’è che dire. Sebbene sui vari forum queste alzate le facciano tutti dopo 2 ore di palestra, nella vita reale trovare questi numeri, su 3 alzate, in una palestra, è veramente dura.

Il piccolo Superman si guarda intorno e scopre che è il più forte della palestra in cui è, ma è uno dei più forti anche rispetto alle altre palestre. E poi lui è natural, mentre gli altri più forti sono tutti dopati-bombati-non-come-lui-che-si-fa-il-culo-e-basta.

Chiaramente, persevera. Insiste, si impegna. Sale di altri 10Kg nello squat, magari di 15 nella panca, magari lo stacco rimane lì. “Ho raggiunto il massimo” inizia a pensare. Del resto, 185-140-240 sono un bel risultato, no?

Ma… considerate quanto sarebbe il suo potenziale. Capite quanto vale quel caccoloso, fottutissimo, 30%? Vale un’immensità. Vale la differenza fra un ottimo risultato e uno fantascientifico. Fra 240 e 300 di stacco ci sono almeno 3 anni luce di distanza.

Attenti, perciò, quando si gioca con i numeri. E’ il “poco” che in realtà non è così poco.

Perciò, forti si nasce, ma nessuno sa quanto è nato forte, e nessuno sa quanto può migliorare. Il senso, è questo. Quando pensate di essere al limite… sappiate che magari state semplicemente sbagliando allenamento. Non è necessariamente così, ma è una opzione che non potete sottovalutare.

Quanti pensano di aver raggiunto il proprio potenziale? Addirittura, quanti pensano di non essere geneticamente forti? Bene. Considerate l’opzione che vi state allenando a *****. E’ una opzione. Una. Ma… consideratela.

Mi raccomando. Non mi fate il gioco delle 3 carte dove il banco vince sempre. Stiamo parlando di “forza”, non di “voglio essere però anche grosso, forte, definito, bello e che piace alle donne”. La domanda era specifica, la risposta deve essere specifica.

Se la domanda invece fosse stata “forti-e-grossi-e-definiti si nasce o si diventa?” una possibile risposta potrebbe essere “i miracolati esistono, ma sono pochissimi”.
Potrei smettere qui, ma mi è presa la mano con i numeri e perciò insisto eh eh eh

Esiste una legge empirica detta “principio di Pareto” che è un classico della gestione dei processi: l’80% del risultato si ottiene con il 20% dell’impegno.
Vediamo cosa vuol dire per noi questo. Supponiamo di avere un potenziale di 200Kg nello squat, guardate questo grafico.
In pratica, a 160Kg di squat uno con un potenziale del genere ci arriva in un battibaleno, poi per i 200Kg deve sbavarci sopra, letteralmente.

Il problema di questo grafico è che è composto da numeri asettici, senza “valore”. Di fare 20 o 30 Kg di squat non ce ne frega niente. Sono risultati, appunto, senza valore. La scala non parte da zero, ma ragionevolmente da 100Kg. Del resto, di squat si fa più che di panca, no?

Zoomiamo il grafico cambiando la scala, ecco, ora è più significativo.
Rileggiamolo. Il nostro amico da 200Kg in un tempo ragionevole ottiene i 160Kg, ma il risultato ha un “valore” di poco più della metà di quanto potrebbe valere. Per cogliere il resto del suo potenziale, come tutti, avrà bisogno di perderci parecchio ma parecchio tempo. I suoi 160Kg che pensa valgano chissà quanto all’interno della sua mediocre palestra… sono assolutamente scarsi.

Ma… quanti 160Kg vedete in palestra? Pochi. E quanti 150? E quanti 140? Ok, intendo delle ripetizioni non su 1/100 del movimento, ma degli squat paralleli quanto meno.

Non se ne vedono tanti. Ecco. Pensate a quanta gente non riesce nemmeno ad arrivare a questi livelli. E quanti, invece, si fanno le pippe pensando di essere al loro limite massimo. Quelli forti, e ci sono, si gloriano dei loro risultati e non vanno avanti, inchiodati dai soliti schemi, dalle solite idee, e dal solito confronto con il basso livello che c’è in giro. Per questo viene da pensare di essere al massimo e che si nasca forti e il miglioramento è solo minimale. Non è così.