Aprire svogliatamente gli occhi.
Alzare pesantemente le palpebre.
Trovarsi con le pupille velate di male.
Rischiare di vivere.
Fissando i secondi che mai si fermeranno,
ti accorgi che l'orologio segna un tempo non tuo.
Un secondo, un minuto, un'ora, e così via.
Accorgendoti che già son trascorsi 10 anni.
Una seconda vita.
Paura di trovare una felicità che non ti meriti,
paura di raggiungere una meta facile.
Giocare con i sentimenti, sensazioni instabili.
Si muovono nell'aria i veleni di gioie sprecate.
Rischiara il cielo, le nubi sono dentro.
La stanza è tua, alzando il volume ci sei solo tu.
Ma non ci sei tu.
Scambi una parola con te stesso e non ingoi altro che lacrime.
Non capisci che la solitudine uccide.
Lo capisci, ma ti uccidi ugualmente.
Bisogno di attenzioni, di cure, di carezze, di amore.
Porte sbarrate per non riceverne.
Mettersi in gioco, scendere in pista,
comporta conoscersi e capire i propri limiti.
Tutti ne abbiamo.
Che senso ha stare bene se poi si teme la felicità?
Che senso ha curarsi un male se poi la gioia non è dentro il cuore?
Meglio tornare a chiudere gli occhi.
Meglio sprecare energie e parole
cercando di cambiare chi ti è vicino.
Meglio incolpare se stessi e gli altri
per qualcosa che logora i tendini, le vene, le unghie.
Aggrapparsi all'ultimo scampolo di vita
cercando le prove che Dio è là fuori.
Spogliarsi di tutto, bramando il tutto,
correndo senza traguardo, nuotando al largo senza approdi.
Galleggiare in una realtà di fantasia
scostandosi dalle fantasie reali di una vita contenta.
Annullando il desiderio.
Spegnendo la luce.
Vivendo di stenti che ti auto-imponi.
Una buccia.
Allenarsi senza obiettivi, solo per non pensare al male che ti hanno fatto.
Ben presto la fiducia scemando dispensa tristezza.
Lo sguardo si abbassa.
I fari celesti diventano piccoli lumi,
che vedono solo la punta del naso.
Nessuna rincorsa, nessun salto.
Ginocchia piegate reclemano baci.
Orecchie tappate a forza invocano soffi.
Il vento leggero non trova ostacoli.
La brezza vitale e perenne che sale dal cuore,
si blocca di colpo sull'onda delle emozioni.
Si fermano i piedi, tremano le mani.
Una canzone, una poesia, un libro.
Gelosie, invidie, paure,
gocce di vite che ti cadono addosso.
Impermeabile a tutto, non filtri che odio.
Osmosi letale.
Speranza cadente.
Un salice vivo, seppure piegato, non invidia la longevità di un ulivo.
Un uomo piegato dalle sue mani, si chiude in se stesso e invidia tutto.
Segnalibri