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Discussione: Diario di Tets

  1. #1276
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    piacere di averti conosciuto

    come dice il coach Tony adesso al nick posso associare un volto


    per wild, grazie per il grande atleta anche se, dimensioni a parte, non me lo merito. c'ero solo ieri pomeriggio magari non ci siamo incontrati. se ci sei sarà per gli italiani a senigallia
    la gravità è costante, io posso diventare piu forte

  2. #1277
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    Citazione Originariamente Scritto da dArK86 Visualizza Messaggio
    ottimo stacco! lavora un po' sulla sculata e prendi altri 20 kg subito
    La sculata è il mio cavallo di battaglia

    -------------

    Ho aggiornato poco il diario in quest'ultima settimana, ma è stata una settimana di scarico pre-gara quindi c'è stato poco da segnalare.
    Lunedi avevo fatto un wo di stacco abbastanza voluminoso per risolvere i problemi dovuti all'utilizzo del corpetto senza pantaloncini sotto, che mi avevano completamente sballato l'ultimo allenamento.
    Martedi panca con maglia, condizione fiacca: per un attimo mi impensierisco, ma Stefano mi dice che è meglio essere fiacchi adesso piuttosto che al massimo della forma tre giorni prima della gara, e allora mi tranquillizzo.
    Mercoledi riposo, ancora condizione fiacca.
    Giovedi condizione ancora fiacca durante le giornata, ma migliorata post wo (panca raw). Metto il corpetto a lavare per recuperare quei mm che mi mancano dovuti all'assenza del pantaloncino.
    Venerdi mi sento in forma, finisco di lavorare tardi, dobbiamo ancora andare a fare la spesa e finisce che ceniamo alle 11, per non farci mancare niente.
    Sabato mattina alle 10 passiamo a prendere Stefano e Silvia, ci incontriamo con Sergio e Francesca (sulla loro auto) e partiamo alla volta di San Zenone: viaggio semi-fantozziano in quattro su una citroen c1, con le borse in braccio (Stefano solo lui vale per due ) a velocità di "punta" pari a 130 km/h.
    Verso le 12.20 entriamo nel palazzetto: non avevo mai assistito ad una gara di powerlifting dal vivo, ed ero curioso di vedere innanzitutto l'ambiente e le persone che spesso frequento virtualmente su vari social. Riconosco al volo un paio di campioni, ma per la maggior parte sono persone a me sconosciute. Eppure regna un clima di cordialità generale, di amicizia, si capisce al volo che le rivalità, se ci sono, si combattono in pedana, e non fuori. Mancano completamente le ostentazioni di machismo, i fenomeni da baraccone o qualunque altro comportamento infantile per dimostrare "le dimensioni del proprio pene". Mi piace, molto. Il livello atletico è davvero alto e lo si percepisce bene.
    Conosco con grande piacere Wild e il mitico Tony. Il giorno dopo conoscerò, come già detto, l'altrettanto mitico Circle. Ritroviamo i nostri compagni che sono già arrivati per gareggiare nelle categorie raw, scherziamo e ridiamo come fossimo in gita scolastica.
    Pranziamo al sole su un tavolo all'aperto (visto che devo gareggiare mi sono portato riso e pollo in bianco). E' una bellissima giornata.
    Dopo pranzo le ragazze vanno a fare il check-in in hotel e ad organizzare la cena per la sera (abbiamo con l'occasione festeggiato il compleanno di Stefano) mentre io, rimasto solo, ne approfitto per immergermi nell'atmosfera del luogo: sono un pò spaesato, mi perdo le alzate di palme e la prima di wild. Comincio a girare per capire come funzionano le cose, quali sono i ritmi, i tempi. Vago nel backstage, guardo come si riscaldano gli altri atleti. Poi mi fermo vicino ai monitor, guardo cosa succede negli istanti immediatamente prima dell'entrata in pedana. Infine mi siedo tra il pubblico, per vivere la gara da quel punto di vista. Sono arrivato così in anticipo proprio perchè, essendo la prima volta, ho voluto cercare di ambientarmi prima di dover fare la mia performance. Mi lascio andare, trasportare dai pensieri (pochi) e dalle emozioni (tante, alcune comprensibili, altre abbastanza indefinite). Le mie mani hanno una insolita patina appiccicaticcia. Sono senza cellulare (l'ho lasciato a Barbara per caricarlo, ma non torna) non so nemmeno che ora sia di preciso. Comincio anche un pò ad annoiarmi. Riprendo a vagare. Poi mi risiedo. Continuo ad osservare, ascoltare, assorbire: nel palazzetto aleggia un senso di tensione, di ansia, di sudore (quest'ultimo forse ero io ), di adrenalina generale. Si percepisce, ti contagia. E' un'overdose ininterrotta di stimoli sensoriali. Capisco che, a un certo punto, sarà su questo che dovrò lavorare. Comincio a dare un nome alle emozioni indefinite: ansia, paura di fare brutta figura, paura di avere carichi ridicoli, se gareggiavo nella -74 forse era meglio, nella -83 ci sono i titani... Capisco che a breve devo fare qualcosa per questo strazio: mi preparo per passare alla modalità "vaffanc*lo", rimedio efficace per le stronz*te.
    Intanto il tempo passa, o per meglio dire, non passa. Guardo l'orologio di un tizio e leggo le 16: bene, posso fare qualcosa di attivo, vado a pesarmi. Arrivo dal coach, gli dico che mi peso ma lui mi guarda strano: sono appena le 15.06. Torno a sedermi. Se ci fosse qualche manubrio mi farei un piccolo wo, ma non mi sembra proprio il caso di occupare uno dei quattro bilancieri da riscaldamento per mettermi a fare curl
    Alle 16 c'è la coda al peso come dal dottore, così aspetto una mezzoretta. Al controllo attrezzatura scopro di aver lasciato la maglietta e le mutande "da gara" nella valigia che adesso è in hotel. Entro al peso: 77.4 kg. Faccio per uscire e la ragazza mi chiede: con quanto entri? La guardo, sbarro gli occhi, non ne avevamo più parlato, comunque centosessanta. Quello di fianco a me comunica un 250, l'altro 220. Mi sento un pò una pippa, e intanto mi ricordo che nella -83 c'è anche un certo Carniel. Vabbè mi vesto e mi porto in area riscaldamento.
    Finalmente è ora di fare qualcosa. Mentre vado a cambiarmi, comincio l'attivazione mentale: per prima cosa mi porto in modalità vaffanc*lo, niente di personale, ma vaffanc*ulo a tutti, vaffanc*lo ai 250 di stacco, ai 220, non ho idea di quanto chiamerò dopo i 160, ma sono i miei kg, la mia gara. Magari sarò il primo a entrare in pedana, magari il secondo aprirà a 220 kg: sai che ti dico? vaffan*ulo, non mi sentirò da meno per questo. Se vi faccio ridere, fott*tevi, str*nzi.
    Secondo step mentale: schermatura. Interrompere l'overdose di stimoli: il pubblico, la gente, i giudici, la gara, gli incoraggiamenti, i daje, le raccomandazioni. Mentre mi riscaldo, anche il mio fisico finalmente si attiva: il sangue circola, le mani si scaldano e la patina scompare. Arrivo a 110, indosso il corpetto. Non c'è niente da appendersi, è fondamentale, visto il disastro della settimana precedente, indossarlo bene. Lo faccio salire bene sulle cosce, ma non troppo. Bene. Provo una doppia a bretelle giù: sento che va bene, il lavaggio lo ha ristretto leggermente e ora calza esattamente come quando indossavo i pantaloncini. Inizio persino a camminare lentamente per evitare che si sposti. Forse sembro un pò ridicolo, ma me ne f*tto. Devo essere efficace, mica figo. Tiro su le bretelle, anche se non dovrei ancora farlo, perchè devo consolidare lo schema motorio, e non sarà certo una bretellina più o meno tesa a farmi la differenza al momento.
    130 buoni.
    140 buoni.
    150 buoni.
    Buone sensazioni, sono pronto per la pedana. Scopro che sono addirittura il quarto ad entrare, ed io che pensavo di essere il primo. Ma non ha più importanza. Il coach calibra le mie entrate su quelle dell'altra squadra di Torino con cui è in corso un derby
    Guardando il loro riscaldamento, vedo diversi obbrobri tecnici, che mi fanno ben sperare di piazzarmi davanti a tutta la marmaglia avversaria.
    Mi chiamano, entro. Rilassato, concentrato, attivato. Non guardo nulla a parte il bilanciere e il braccio del giudice. E' semplicemente irrilevante. Mi posiziono, mi prendo il mio tempo, sento il corpetto che si carica come sono abituato, spingo. Saliti, facili. Aspetto il comando del giudice, riaccompagno giù, mi giro ed esco. Non guardo neanche le luci bianche.
    Pacche sulle spalle, ma questa era facile, li faccio raw i 160, chiedo al coach cosa chiamo dopo, 170. Ok, non li vedo problematici, ma non si sa mai, non ho mai sollevato nulla oltre i 160 e non li devo sottovalutare. Resto concentrato.
    L'unica mia gara prima di questa è stata 15 anni fa, karate: al primo combattimento avevo letteralmente incenerito l'avversario. Al secondo ero svuotato, avevo dato tutto, troppo nel primo incontro.
    Quindi so che non devo deconcentrarmi, ma so anche che non devo nemmeno caricarmi oltre il necessario: adrenalina sprecata, energie sprecate. A un certo punto comincio a vagare nel backstage, nella mia niubbaggine penso di dover aspettare anche il gruppo B, quindi un'eternità...provo a cercare qualche compagno di squadra, per scambiare due chiacchiere, ma non c'è nessuno a parte i coach, indaffarati davanti ai monitor. Comincio anche ad annoiarmi. Poi scopro come funzionano le cose: mi chiamano, l'acustica è pessima e non sento, arriva Stefano che mi dice "dai" e io nel mentre leggo il mio nome sul tabellone. Caxxo, se c'è una cosa che odio è fare le cose di fretta, tiro su le bretelle, cerco di darmi una mossa senza agitarmi e perdere la concentrazione. Metto la cinta ma il giudice mi blocca perchè non l'ho ancora chiusa (altra cosa imparata). Cintura chiusa, entro, non ho idea di quanti secondi rimangono, il tempo si dilata, mi posiziono, in un angolo della mia mente mi immagino il suono di una sirena ma ancora non arriva, carico il corpetto e spingo: 170 fatti e bene. Esco, pacche, adesso che si fa? Confabulazioni, 180. Quelli dell'altra squadra stanno facendo casino, bene. Stavolta non vago molto, mi metto li di fianco e mi tengo pronto ma decontratto. Mi rendo conto che non ho ancora fatto caso alla faccia del giudice, finora ho guardato solo il suo braccio: mi propongo perlomeno di dargli un'occhiata, anche solo per rispetto.
    Inizia il pressing dal coach: 180 li devi fare, li DEVI fare. Stefano si preoccupa del fatto che mi vede poco aggressivo, gli rispondo che non serve essere aggressivo adesso, è solo energia sprecata: la mia aggressività è tutta per il bilanciere. E' lui che devo battere. La risposta gli piace, piace anche al coach, "questa è la testa giusta" mi dicono. Il coach mi ripete ancora "guarda che li devi fare". Io ripenso al mio mantra: non esiste ci provo, o fai o non fai. Non esiste non ce la faccio. Questi decido proprio di farli. Sono pronto a tirali con le unghie e con i denti, se li ho nel corpo saliranno, perchè di certo li ho nella testa: non mollerò quel bilanciere. "Mò li faccio". La mia risposta gli piace, perchè smette di pressarmi.
    A sensazione ne sento anche 185, 190 ma non mi fido delle sensazioni perchè sono in un terreno completamente inesplorato: mi fido invece del coach. Mi chiamano, entro, da fuori sembra che stia guardando la vetrina del panettiere (così mi dicono dopo ) ma dentro di me sono carico. Decontratto ma con il fuoco dentro. Mi posiziono, stavolta ho tempo, con calma, carico e via: salgono, pesano, ma li sento bene, li controllo bene. Giù. Stavolta guardo le luci, tre bianche. Contento. Una angolino della mia mente registra la faccia del giudice: scopro che è una donna. Esco. Sorrisi, pacche, felicità. Ho fatto una bella gara, ho fatto quello che ci si aspettava da me, e questo mi rende felice, non solo per me stesso, ma anche per chi ha creduto in me. Perchè è in questo che consiste il fallimento: fare qualcosa al di sotto delle tue possiblità. Fallire non vuol dire perdere la sfida contro il bilanciere. Il bilanciere è una costante all'interno di un'equazione dove ci sono due variabili: la prima sei tu, la seconda è la strategia di gara. Avere una squadra e un coach ti permette di demandare la gestione della seconda variabile e di concentrarti completamente sull'unica che resta: tu. Fallire non è altro che perdere la sfida con sè stessi. Un bilanciere può solamente batterti.

    Gara finita. Belle sensazioni, belle persone, un bellissimo ambiente. Un'esperienza che vale veramente la pena di vivere, che ti insegna molto, innanzitutto su te stesso. Che ti lascia dentro molto, che va oltre la ghisa e il bilanciere.

    Il giorno dopo si è tenuta la gara di Barbara. Categoria -52, obiettivo l'argento. Entrata a 80 kg, suo massimale raw: volati. Ma è la sua primissima gara (mai gareggiato prima in nessuno sport) e paga l'errore comune: si deconcentra dopo il primo successo. Fa casino con il magnesio (se lo cosparge sulle cosce, come si fa col borotalco), imprecazioni, togli il magnesio, metti il borotalco, non c'è l'acqua, qualcuno usa la propria saliva al posto dell'acqua che non si trova, scombussolamento. Mentalmente è già partita. La seconda alzata sono 90 kg, già fatti in palestra, li stacca leggermente e li riappoggia subito: non ci ha creduto, ha mollato. Corro nel backstage, imprecando anch'io, poi mi impongo di calmarmi: devo caricarla, non impallarla definitivamente. E' circondata dai compagni di squadra che cercano di spronarla, parlando tutti insieme. Non posso fare altro che unirmi anche io al coro, sperando che, riconoscendola, ascolti la mia voce. Lo sguardo è perso, ma si sta riprendendo, si da della stupida, ma è demoralizzata. La faccio coraggio, le dico che è normale, si è solo deconcentrata, non ci ha creduto, le dico di infischiarsene della tecnica, di tirare finchè sale, e se per caso smette di salire, di tirare ancora fino a quando non ha rivisto tutta la sua vita, solo allora se è ancora fermo li, potrà mollare. Altrimenti non se lo perdonerebbe mai. Si guarda, il cervello si riavvia, gli occhi tornano vivi, si incaxxa, vuole alzare i novanta nel backstage e chiamare i 100 direttamente in gara. Il coach ovviamente rifiuta, lei insiste, a quel punto devo intervenire per evitare che la situazione degeneri: le ricordo che la strategia non è un compito suo, il suo compito è unicamente quello di sollevare il dannato bilanciere. Se ne fa una ragione, non chiamerà i 100 ma ha l'occasione di riscattarsi con i 90. La chiamano, entra in pedana, determinata. Io faccio il giro nuovamente di corsa per fare il video: i novanta stavolta volano in cielo. Evvai, entusiasmo, sorrisi, anche se resta l'amarezza, soprattutto a lei, che comincia a torturarsi. Ora ha capito sulla sua pelle, come tutti abbiamo fatto prima di lei, perchè è davvero così importante non mollare mai: perchè non importa quanto pesi il bilanciere, quanta fatica tu faccia, niente sarà mai più doloroso del rimorso per aver mollato, che ti scava dentro come un acido, per giorni. Ha imparato una grande lezione di vita anche lei, che va molto oltre la ghisa e il ferro. Ha imparato perchè non si deve mollare. E ha imparato che è più tosta di quel che pensava, perchè se è un errore comune deconcentrarsi al primo successo, è assai raro riuscire a riconcentrarsi in tempo per fare l'alzata successiva. Ha parecchia grinta, la piccola. E lo ha dimostrato. Anche se, nonostante questo, continua a torturarsi, una volta ogni tanto. Giusto per ricordarselo, come se si stesse facendo un tatuaggio.

    Alla fine ha preso il bronzo, visto che l'altra ragazza (sempre di Torino, sempre derby) i 100 è riuscita ad alzarli. Se li avesse falliti, avrebbe vinto Barbara in quanto pesava di meno. Ma va bene così, anzi detto tra noi secondo me è pure meglio: questo argento sarebbe stato troppo facile. Invece adesso è diventato un potente stimolo per far bene in futuro.
    Ultima modifica di Tetsujin; 10-03-2014 alle 08:14 PM
    Ognuno di noi custodisce il talento che gli occorre per cambiare il proprio destino

  3. #1278
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    COMPLIMENTISSIMI!!!

    c'è un video?
    mi piace il military, fa crescere le spalle

  4. #1279
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    Grazie Perdij, i video sono qualche post indietro
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  5. #1280
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    Bellissimo resoconto! Complimenti a entrambi

  6. #1281
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    Grazie Claudio! A sto punto mancate solo voi, tornate!
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  7. #1282
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    bel resoconto Luca e, come ti avevo scritto, ottima gara.
    Non avevo seguito le vicissitudini della tua ragazza perchè ero impegnato con le donne della mia squadra ma leggendo il tuo post mi è sembrato di tornare nuovamente nella sala warm up e nel backstage.
    Complimenti anche a lei per il debutto e spero di rivedervi presto.
    ...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...

  8. #1283
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    Tony mi avevi detto "scrivi un bel resoconto" ed io ti ho preso in parola

    Grazie per i complimenti, ho visto alcune alzate delle tue atlete (le ho riconosciute dalla tute), sono davvero in gamba. Anche i ragazzi non sono da meno. Complimenti per il livello che avete raggiunto e complimenti soprattutto a te come coach, siete una squadra davvero forte.

    Penso che saremo a Senigallia, oppure direttamente al Bertoletti
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  9. #1284
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    Citazione Originariamente Scritto da Tetsujin Visualizza Messaggio
    Tony mi avevi detto "scrivi un bel resoconto" ed io ti ho preso in parola

    Grazie per i complimenti, ho visto alcune alzate delle tue atlete (le ho riconosciute dalla tute), sono davvero in gamba. Anche i ragazzi non sono da meno. Complimenti per il livello che avete raggiunto e complimenti soprattutto a te come coach, siete una squadra davvero forte.

    Penso che saremo a Senigallia, oppure direttamente al Bertoletti

    grazie Tets anche a nome dei T-girls & boys!
    Sul resoconto non c'è che dire: oltre che appassionante, tiene testa per particolari e prolissità pure ai più logorroici racconti tonici.
    Ci sarò sia agli Assoluti di fine aprile sia al Bertoletti in giugno, sia pur con atleti diversi per ciascuna occasione (altrimenti che Selezione sarebbe ).
    Peccato soltanto che sia saltata Genova come sede della gara raw, l'avrei rivista volentieri dopo 17 anni.
    ...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...

  10. #1285
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    Ahah in effetti l'idea era di scrivere meno della metà, poi però essendo stata la mia prima gara ho voluto lasciarmi una "fotografia" per il futuro contenente tutti quei dettagli che si perderanno nel tempo e che non voglio dimenticare: spero di poter rivivere questa esperienza ogni volta che rileggerò queste righe.

    Ah il Bertoletti non si tiene più a Genova? Come mai? Sai dove si terrà?
    Anche questo comunque è un fattore da considerare, perchè tra spostamenti e pernottamenti può venire fuori una bella zuppa
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  11. #1286
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    MA 11/03/14

    BW 77.8


    Lunedi riposo, cominciamo da oggi. Allenamento mirato alla velocità dell'alzata, mio punto debole.

    Squat
    5x3x92c

    Squat
    5x3x80

    Panca 3
    3x70
    5x70
    3x70
    4x70
    3x70

    Lat machine
    5x8
    Ultima modifica di Tetsujin; 14-03-2014 alle 02:38 PM
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  12. #1287
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    Stasera panca con maglia, continuo a non cavarci praticamente nulla. E poi c'è chi dice che l'attrezzatura regala i chili. Veramente frustrante, quasi rimpiango la katana 42
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  13. #1288
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    Fermi tutti, prox settimana ci sarà la conferma. Abbiamo girato x una selezione di impianti con Bertoletti e la Locatelli sabato, prox weekend si diraderanno le nubi… vi dico solo che se si conferma tutto, sarà un bel Bertoletti. Di più non posso dire.

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  14. #1289
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    Ma sempre Genova almeno???
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  15. #1290
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    Si si

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