Infatti, aldilà delle spiritosaggini e dei paradossi (che poi, in effetti, tanto astrusi non sono),
ciò che bisognerebbe comprendere è che, in uno sport agonistico di tipo prestazionale, l'atleta deve conformarsi alla caratteristica della propria discipline e dei regolamenti in essa previsti senza confronti che non hanno ragione di essere.
Come ha giustamente notato Tets, quegli atleti raw che manifestavano perplessità sull'attrezzatura non erano i soliti palestrati invidiosi che eseguono le alzate alla "come viene" a scopo ludico o esibizionistico e neppure i soliti trolls disperati, a cui purtroppo siamo tristemente abituati
ma atleti forti, motivati, che gestivano gli esercizi con tecnica e qualità fisica: in poche parole, meritevoli di rispetto.
Il problema però è che lo stesso rispetto deve essere riconosciuto agli altri atleti, impegnati a dimostrare le loro capacità associate a discipline di forza ove è previsto il connubio tra la potenza e l'uso di attrezzatura specifica che esalti le prestazioni in coloro che sanno sfruttarla.
Si tratta di obiettivi importanti e diversi, entrambi validi: i primi cercano di esaltare le le qualità di forza - pur sempre abbinate ad alcune specialità - per raggiungere l'eccellenza fisica in quel settore o per preparare e potenziare propedeuticamente la loro muscolatura al transfert in altri gesti motori; di conseguenza, a loro poco interessa utilizzare dell'attrezzatura di supporto per aumentare i carichi, poichè questi non sarebbero poi trasferibili sic et simpliciter ai loro scopi.
I secondi devono invece raggiungere il massimo livello di carico consentito in una specialità mediante l'uso di tutta quella tecnologia colà prevista dai regolamenti a tal fine; come per un esempio ardito nell'automobilismo, dove il fine non è dimostrare la velocità di un uomo bensì quale sia la velocità massima raggiungibile da un mezzo frutto di un evoluzione tecnologica, ovviamente a parità di regole tra coloro che vi si cimentano.
A tutti costoro - ciascuno in base alle attività praticate - non interesserà semplicemente la domanda "chi è più forte?", cui giustamente Luca obietterebbe "più forte in cosa?" (dal momento che cambiando l'esercizio o le regole di esecuzione nello stesso anche l'atleta raw più forte potrebbe essere diverso) ma piuttosto "chi è più bravo?", ossia chi riesce a sfruttare le proprie capacità di forza mediante il più funzionale, impegnativo nonchè ardito utilizzo di quell'attrezzatura performante che può massimizzarle, come del resto pure annullarle e condurle al fallimento?
L'atleta raw dovrà dimostrare la propria forza nell'esercizio, che sia esso l'obiettivo stesso o anche mirando ad ottenere migliore condizione fisica per trasferirlo in un altro; mentre all'atleta equipped sono richieste doti di forza, tecnica, velocità ed abilità - in differente distribuzione di percentuale - per dimostrare non chi è l'uomo più forte bensì chi sia l'atleta migliore, ovviamente non inteso nell'accezione assoluta ma in quanto più bravo nel porre in atto ed assolvere ai meccanismi energetici, muscolari e biomeccanici richiesti dallo schema motorio di quella determinata disciplina, così come convenzionalmente prevista, ufficialmente regolamentata e universalmente accettata in quel dato momento storico dalle federazioni ed enti all'uopo sovraordinati.
Qualunque disciplina sportiva che abbia valicato i confini dell'attività ludica ed estemporanea, come potrebbero considerarsi quelli della semplice sfida di piazza, palestra o circo, si impone dei regolamenti propri, che chiaramente tengono anche conto di ragioni storiche, politiche, economiche, di marketing, di diffusione: poi in base a tali dettati normativi disciplina il gesto motorio, l'attrezzatura consentita ed omologata, i tempi di svolgimento, le altre procedure necessarie e di contorno.
Chi dice quanto dovrebbe essere lungo un giavellotto e perchè debba essere lanciato proprio quello e non piuttosto un bastone? Perchè sparare con la pistola o col moschetto o con la carabina? Perchè il salto deve essere per forza "triplo" e non doppio o quadruplo, perchè il calcio si gioca in 11 e la distanza deve essere di 1.500 mt e non altrimenti?
Mutando una sola di queste norme, componenti e caratteristiche cambierebbe lo stereotipo di atleta avvantaggiato e, di conseguenza, il probabile vincitore.
Vi sono tante ragioni, alcune note altre meno, alcune frutto di ragionamenti e altre di errori (vd. la distanza ufficiale della maratona a decorrere dalle Olimpiadi di Londra del 1908), alcune salde da tempo immemore ed altre continuamente corrette ed "in fieri"; resta il fatto che l'atleta agonistico sceglie la propria disciplina a cui sente d'essere predisposto o che, per ragioni forse casuali, ha praticato con profitto e cerca con tutte le sue forze ed abilità di eccellere e primeggiare in essa - o in alternativa pure a divertirsi - nel rispetto delle norme date e conscio di combattere teoricamente alla pari con altri (lasciando da parte per ora il doloroso tasto del doping), ancorchè consapevole dei limiti umani, del DNA della genetica e del back ground personale come di quello storico e culturale del proprio paese che comporta inevitabili influenze spesso decisive.
Ecco perchè nessun atleta si potrà mai considerare il più forte, il più veloce, il più resistente, il più agile o flessibile rispetto ad uno di altra specialità simile - come si pretenderebbe in un gioco amatoriale o promozionale e sempre considerando i condizionamenti che pure in quella sede esercitano il loro ruolo preponderante - ma semplicemente cercherà di essere il più bravo a fare quell'attività, nella quale fatalmente prevarranno alcune caratteristiche fisiche o tecniche sulla base di come l'attività sportiva di cui trattasi è stata disegnata, assemblata e regolamentata a livello federale.
Per chiudere, riporto un passo di un mio intervento nella sezione PL di altra board, ove per rispondere in un thread aperto da un nostro amico ho scritto quanto segue:
" ......... La truffa la commette chi non segue le regole, cioè chi si avvantaggia di un qualcosa che per regolamento non è previsto e che agli altri non è dato utilizzare.
Se in uno sport agonistico è contemplato l'uso di una determinata attrezzatura, agire in tal senso non è imbrogliare ma mettersi in gioco, secondo le norme vigenti, contro altri che sono nelle stesse condizioni.
Imbroglierei se usassi una misura, un materiale o un oggetto non consentito o qualora non facessi quanto stabilito per quella disciplina, poichè ciò non sarebbe ciò che lecitamente prevede.
L'uso di un'asta per saltare più in alto sarebbe un imbroglio nella specialità del salto in alto ma non è più tale se pratico il salto con l'asta, dove ciò è peculiare per riuscirvi.
Allo stesso modo se convenzionalmente è prevista l'attrezzatura nel powerlifting, vuol dire che l'essenza dello sport, come internazionalmente riconosciuta, non è di dimostrare semplicemente "forza bruta", poichè ci sono carrozzoni e circhi per questo oppure altre rispettabili attività, come quelle degli strongman, dove però guarda caso esistono egualmente regole e convenzioni per determinare in quali esercizi misurarsi ed in quali no.
Quando e se nel calcio aboliranno il fuorigioco, la squadra più brava sarà quella che vincerà secondo le nuove regole ma, per ora, non basta esser bravi a tirar calci al pallone ma devi dimostrare di esserlo secondo le regole dell'International board FIFA; così pure, chi vince i 100mt. non è semplicemente il più veloce ma lo è su quella distanza, su di una pista in tartan, in rettilineo, con le scarpe chiodate e partendo dai blocchi: mutando una sola di queste premesse e spostandoci in una savana i responsi forse sarebbero diversi però....senza dotarsi di regole non ci sarenbbe uniformità ne abilità spiccate e non si avrebbe ufficialità.
Evidentemente nel powerlifting occorre dimostrare non di essere solo forti, veloci o potenti ma tecnici e bravi a farlo in un certo modo: è un'arte sportiva, una disciplina e come tale disciplinata e lo è stato secondo le regole che la convenzionalmente la maggioranza si è voluta dare in un certo periodo storico e per un certo lasso di tempo non ancora conclusosi.
Il migliore, come in tutti gli sport prestativi riconosciuti e codificati, è colui che si dimostra più bravo, abile, tecnico e forte nella messa in opera di quel tale esercizio secondo le norme previste e fintanto che si vuol perseguire quell'obiettivo.
Non imbroglia pertanto chi segue le regole date ma chi vorrebbe crearsene altre ad uso e consumo delle proprie necessità e mistifica la realtà...........................".
Ultima modifica di Tonymusante; 18-02-2014 alle 11:46 AM
...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...
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