Io credo che il problema sia tanto per cambiare di natura economica; l'immagine dello sport pulito e sano frutta miliardi, in questo mondo dove l'aria è sempre più irrespirabile e la morale non ha più un senso puntare su qualche cosa di sano e pulito (tipo mulino bianco) rende ancora molto.
Quando vai a fare benzina alla IP finanzi una società sportiva a tua scelta (almeno così diceva la pubblicità poco tempo fa) ed è proprio questo accostamento che in parte oscura i problemi dei giorni nostri....ormai ci si è accorti che la benzina verde era una fregatura e che non risolveva i nostri problemi ma ne creava di nuovi e si rilancia il tutto sullo sport sano e pulito deviando l'attenzione....insomma questa immagine serve e a molto. La Pirelli stessa utilizzava immagini di ronaldo per pubblicizzare i suoi prodotti comunque derivanti dal petrolio; non che voglia fare l'invettiva contro il petrolio ehhh!!! Però noto come questi accostamenti siano all'ordine del giorno..... e non solo, ai tempi della guerra fredda fra URSS e USA le olimpiadi erano proprio uno dei campi di scontro fra queste due potenze ed i loro alleati, una vetrina di fronte alla quale il mondo assisteva ai primati ed agli stradomini di una delle due supoerpotenze che nel medagliere si imponeva sull'altra riflettendo quella che allora era ancora il confronto fra il capitalismo ed il comunismo...... chiaramente ogni mezzo era utilizzato per accaparrarsi questi successi sportivi che avrebbero comunque portato un qualche cosa in più a livello di prestigio agli occhi del mondo e chiaramente il mondo non doveva sapere come si arrivava al tragurado.
Il doping in se visto come piaga sociale, il ragazzo che non accetta i propri "limiti" perchè in discoteca c'è chi è più grosso di lui, è a mio parere una visione ristretta di un quadro molto più ampio sul quale si riflettono esigenze economiche e di immagine della nostra società, anche il doping sportivo ha il suo ruolo economico, magari più "nobile" da parte dell'atleta che vuole essere competitivo, ma di fondo sempre in contrapposizione a qualche cosa che ne giustifichi l'esistenza.
Il doping esiste in contrapposizione a quell'immagine di salute e lealtà che SERVE al mondo dello sport per vendere il prodotto, il buono che (si presume non usi aiuti) che vince magari contro quello che al test antidoping è risultato positivo pur arrivando secondo, piuttosto che il primo che toglie il giusto premio al secondo perchè "non è stato leale" attirano l'attenzione del pubblico e fanno parlare, il tutto è chiaramente coniugato alla sempre più necessaria spettacolarizzazione, senza la quale l'interesse dell'utente medio si sposterebbe altrove in questo mondo che sempre di più ci abitua agli effetti speciali ed agli avvenimenti grandiosi.
Ammettere il tutto alla luce del sole toglierebbe ogni dubbio, si direbbe "AH ecco mi sembrava che qualche cosa non quadrava", l'immagine dello sport che accomuna e rende sani e forti non sarebbe più vendibile...guarda caso nei paesi ex comunisti questo veniva un po' più "ammesso" o quntomeno reso meno top secret, proprio perchè l'economia o meglio l'impostazione sociale politica ed economica del paese stesso lo permetteva, non c'erano prodotti da comprare eccetto gli unici forniti dallo stato e l'onore della patria era indiscutibilmente al disopra delle esigenze del singolo (nel nostro caso l'atleta).
Se poi consideriamo anche il paramentro delle vendite dei farmaci in aumento per le multinazionali farmaceutiche ecco che il quadro si arricchisce di un nuovo elemento che fa capire come il problema non sia il giudice che mette in galera il colpevole della morte o del danno arrecato all'atleta, non i genitori o gli stessi atleti che denunciano la mancanza di tutele nell'esercizio di quella che i fin dei conti è a tutti gli effetti una professione, ma bensì l'indotto che sta alle spalle che giustifica anche la violazione dei diritti della persona che al giorno d'oggi sembrano così sacri ma che invece..... (tanto per intenderci un lavoratore di qualsiasi categoria è tutelato almeno in parte dagli infortuni sul lavoro che i rischi del mestiere potrebbero arrecargli, la famosa legge 626, quella del salvalavita beghelli, mentre per un professionista dello sport questa tutela non esiste!!!).




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