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Discussione: Il powerlifting è uno sport difficile?

  1. #1
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    Predefinito Il powerlifting è uno sport difficile?

    Si, è uno sport difficile.
    X tanti motivi.
    Il primo è che fra andare in palestra e fare pl c'è un abisso… sono cose diverse e lontane.
    Poi è difficile trovare allenatori completi che sappiano ritagliarti un programma su misura.
    È difficile allenarsi geared da soli.
    È anche difficile procacciarsi le attrezzature… si, gli store online, ma se hai bisogno di qualcosa in tempi stretti… ciao ciao!
    È difficile conciliare bene gli allenamenti con la vita.
    È difficile non far minchiate rovinando le esecuzioni.
    È difficile essere competitivi.
    È difficile gareggiare, capita l'anno che hai tutto dietro casa, capita l'anno che devi girare mezza Italia.
    È una sfida continua… continua.
    Chissà, magari fra qualche anno sarà tutto più semplice… a me basta arrivare al fatidico livello intermedio raw, poi…
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  2. #2
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    si, hai ragione, è difficile l'approccio, è complesso comprenderne gli aspetti tecnici, le metodiche di allenamento e le procedure di gara, è lungo il periodo di gestazione per assimilare tutto questo soprattutto se sei solo, se non hai una squadra intorno intesa come frequenza continua di gruppo e non come semplice riferimento di tesseramento; è quasi impossibile se poi pretendi di allenarti completamente da solo, senza spotter, occhi esterni e coach.
    Il concetto "difficile" - come da te sintetizzato - però riguarda quasi tutti gli sport agonistici, qualora li si voglia affrontare nelle condizioni anzidette (ho usato il "quasi" per una forma di cautela ma oserei dire che il ragionamento vale per tutte le discipline sportive, senza esclusione) e, soprattutto, se si ambisce ad ottenere risultati di medio o medio alto rilievo e non come semplice attività ludica o amatoriale pura.
    La differenza sta nella tipologia delle difficoltà che possono cambiare da sport a sport ma il problema rimane: è difficile fare sport di squadra se non hai l'equipe giusta o se si allena in orari per te impossibili, è difficile praticare atletica o qualunque sport su pista dove gli impianti sono assenti, distanti o chiusi in certi orari, è difficile sciare o fare sport invernali se abiti in grandi città, è difficile praticare equitazione se non hai condizioni economiche agiate, è difficile fare triathlon o pentathlon moderno o decathlon se non possiedi un tempo libero spropositato, è difficile praticare ad un certo livello arti marziali poco diffuse se abiti in un paese dove non vi sono maestri di detta arte, è difficile pure fare nuoto agonistico o ginnastica artistica (non nuotare attenzione) se non hai avuto la fortuna di un genitore disposto ad iscriverti e ad accompagnarti quasi quotidianamente a 5/6/7 anni.

    Alcune, anzi molte, di queste difficoltà sono assenti nel pl dove puoi iniziare volontariamente in età adulta, praticarlo in molte località adattandoti in palestre non proprio dedite ad esso o persino in cantina, dove gli orari di apertura e praticabilità sono di conseguenza molto più ampi ed elastici, dove i costi sono superiori alla corsa su strada ma inferiori al golf ed al trotto, dove la squadra è importante ma non fa parte degli schemi motori di gara.
    Però....però vi sono altre difficoltà, essenzialmente quelle da te citate e, soprattutto, la difficoltà data dalla mentalità e l'impegno che richiede iniziare e portare avanti una disciplina atletica.
    Molti erroneamente pensano che tutta la difficoltà nasca dall'attrezzatura ma difatto non è così: tu hai intelligentemente focalizzato 9 punti e di essi solo 2 potrebbero riguardare l'attrezzatura; dico "potrebbero" in quanto il punto 2) dove dici "è difficile allenarsi geared da soli" può trasformarsi in "è abbastanza difficile allenarsi da soli, senza spotter ed occhio esterno di almeno un compagno di squadra". In tal modo il punto di difficoltà relativo esclusivamente all'attrezzatura diventa solo il punto 3).

    Vi sono le gare raw, in continua crescita pure a livello federale, che eliminano quel punto 3) ma non gli altri 8 da te menzionati; soprattutto ne aggiungono altri, come ad esempio: è ancora più difficile, in assenza di attrezzatura ed abilità specifica, contrastare con la sola tecnica di esecuzione elaborata ed affinata in anni di pratica e dedizione l'eventuale atleta "supportato" che chiaramente troverà nel ungeared vita più facile oltre che un evidente serbatoio di provenienza maggiore.

    Insomma, l'agonismo è difficile e gli sport di nicchia in tal senso non fanno certo eccezione: il powerlifting garantisce senza dubbio concorrenza minore rispetto al calcio, al basket o alla pallavolo - dove alcune difficoltà non esistono ma altre le definirei quasi invalicabili ai più - ma richiede maggior dispendio economico e di risorse in genere.
    Lo comprendi tu che hai iniziato a viverlo e ne comprendi le difficoltà affrontandole di persona e potendole riconoscere ed elencare come hai fatto nel post di sopra; lo capiscono molto meno tutti coloro che non lo hanno mai praticato ne mai lo faranno ma, cionostante, disquisiscono di attrezzatura e tecnologia come sfogo dialettico, senza sperimentare quelle difficoltà reali che a loro ovviamente non apparterranno mai se non per luce riflessa.
    Dovrebbe parlare solo chi ha agito, limitatamente a dove lo ha fatto e dopo averlo fatto ma, se così fosse, sarebbe troppo bello, saremmo tutti corretti, chiari e precisi e....non ci sarebbero i trolls.

    Ci vediamo a Bolzaneto
    Ultima modifica di Tonymusante; 09-06-2014 alle 11:23 AM
    ...i pesi pesano, non c'è niente che pesi quanto un peso...

  3. #3
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    In una piccola realtà come la mia è difficile, per tutta una serie di motivi di cui abbiamo anche discusso in separata sede.
    Certe difficoltà sono comuni, esempio il discorso attrezzatura, soprattutto se si parla di approvvigionamento urgente, vedi gear rotto ad esempio.
    Poi ci sono anche difficoltà personali.
    Senz'altro il mio problema alla spalla ha inciso e non poco sui progressi in panca, ma anche l'età ha il suo peso. Buttarsi nell'agonismo dopo un lungo stop a 33 anni è diverso rispetto a 20.
    La mia più grossa difficoltà personale è stato trovare un sistema che riuscisse a conciliare i miei tempi, lo stress lavorativo e i kg sul bilanciere.
    Quel che soprattutto ultimamente ho accusato non è stata la stanchezza fisica, ma l'affaticamento mentale.
    Cioè quando ho fallito il primo allenamento della fase di picco non è stato x stachezza o debolezza fisica, quanto x la mancanza di spunto.
    Della serie dico alle gambe di spingere e queste "non sanno più" come spingere… un tipo di affaticamento molto diverso e che mi trovo ad affrontare solo adesso.
    Ciò che è difficile mi stimola.
    Avanti e pensare al dopo e al gear.
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