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Discussione: La sfida

  1. #1
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    Predefinito La sfida

    Ormai l’allenamento in vista della Titan Cup era quasi terminato e Ted Wackosky, detto "il castigatore del bilanciere", aveva vinto praticamente tutto.

    Era grosso con un armadio quattro stagioni (comodini compresi) e il suo squat era proverbiale. Era così veloce che i giudici, per poter giudicare l’alzata, dovevano riprenderlo e rivederlo al rallenty. Viceversa, sarebbe stato impossibile: praticamente si vedeva solo che staccava il bilanciere dai fermi e lo rimetteva. Gli spotter erano dotati di muletti Pimespo, perché non sarebbero riusciti a reggere. Si sospettava che il suo doping fosse costituito da una zuppa fatta con storione del Volga, torrone mandorlato e gas butano, perché, quando era in difficoltà, emanava orrendi rutti o sparava peti colossali che lo aiutavano nelle alzate. Fisicamente aveva una costituzione ideale: uno e cinquanta per 150 Kg. Praticamente un cubo. Il suo baricentro era così insbilanciabile che veniva usato normalmente dall’EURONCAP per i crash test dei pedoni.

    Aveva tuttavia un avversario: il russo Puncianov, detto "lo squattatore bestiale". Aveva i capelli raccolti in una coda mostruosa, che non scioglieva mai, intrisa di sudore e magnesio, il cui caratteristico odore veniva anche utilizzato prima delle alzate da tutti i componenti della squadra o dal suo allenatore per insaporire il caciucco alla livornese di cui era ghiotto. Aveva anche un culo enorme e la Federazione aveva dovuto cambiare le misure della panca perchè viceversa aveva le chiappe che, spingendo per terra, costituivano un aiuto improprio. Ormai tutte le palestre dell’est europeo gli avevano negato l’accesso. I suoi urli belluini spaventavano i clienti, ma la vera ragione era che la Krupp era sull’orlo del fallimento: la sponsorizzazione della squadra era in perdita perché i dischi in lega di tungsteno e mercurio era troppo dispendiosa.

    Quando Wackosky seppe che alla gara era iscritto anche Puncianov si fece cogliere da un giramento di testicoli così forte che provocò un maremoto registrato dai sismografi del Pacifico. Disse "La vedremo", prese un bilanciere e ci fece una griglia da barbecue. Nello stesso istante, Puncianov, nelle steppe siberiane dove ormai si allenava, prese un tubo delle condotte del metano e ci fece una cuccia per cani. Allora Wackosky prese un Ivanko caricato con 300 Kg. e ci fece la testata del motore del Hammer del suo allenatore. Puncianov sospirò forte creando una nube di vapore che i meteorologi europei annunciarono perturbazioni sul settore appenninico fra Roncobilaccio e Barberino del Mugello per circa due mesi. I due atleti furono quindi legati dai propri allenatori, in vista del torneo che si sarebbe tenuto da lì a pochi giorni.

    Il giorno della gara, Wackosky, che era un atleta estremamente morigerato, aveva dormito dieci ore, era vestito con la tuta della sua squadra sponsorizzata dalla Goodyear per via delle dimensioni e si presentò al controllo materiali col corpetto di cilicio, le fasce di tungsteno e la cinta di kevlar. Puncianov, che era viceversa un grande viveur, si presentò con un sigaro cubano da tre kg che sbuffava nuvole pestilenziali, tre donne con le quali aveva festeggiato la notte prima fino alle quattro del mattino bevendo una miscela di vodka e paraflu. Anche lui si palesò al controllo materiali: presentò il corpetto foderato di pelo di castoro (per via dei climi freddi nei quali si allenava), le scarpe con testata tattica e la cintura con la scritta Жопа dietro e Трахаться davanti (tanto per non sbagliarsi).

    Anche i componenti delle due squadre si guardavano in cagnesco. Nella squadra dell’americano, c’erano i gemelli messicani Alonzo, che seguivano gli allenamenti di Wackosky e gli fungevano da spotter perché aiutavano nell’officina del padre a spostare le macchine (la Alonzo demolizioni), c’era anche il peso medio Leo Kryp che si era fatto sostituire la spina dorsale con una in lega polimerico-metallica per aumentare lo stacco, tanto che sua madre la usava per appendere i materassi da sbattere. Si poteva infine ricordare Paul Evangelist Hallen che, prima di ogni alzata, soleva calcolare la posizione rispetto ai punti cardinali, l’incidenza del vento e la risultante delle forze di taglio dello sfintere del capopedana per valutare la bontà delle proprie alzate.

    La squadra di Puncianov era invece composta da Enricov, detto l’orso della Transiberiana, i cui urli incitatori erano oltre i 300 Db (infatti Puncianov era dotato di apposite cuffie insonorizzate, gli altri si accasciavano esanimi al suolo) e Krisavosky, detto il cinghiale kazako, che cucinava il pasto post allenamento costituito da due bufali cafri allo spiedo e da una pizza Napoli cucinata nelle acciaierie dell’Italsider di Bagnoli.

    I primi guai si ebbero alla pesatura. Nonostante la bilancia fosse stata rinforzata con una colata di cemento armato, la soletta non resse alla pesa di Puncianov e si aprì un cratere grosso come l’iceberg che affondò il titanic. Quando si riprese, Wackosky dovette essere pesato con la Avery Weigh-Tronix, per la pesa dei camion.

  2. #2
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    Dottore in panca stretta
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    Ciao zio! mitico il racconto...Vodka e paraflu...il cibo degli dei

  3. #3
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    Ciao Ale ! Benvenuto su BBH !

  4. #4
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    Predefinito La sfida - Parte seconda

    Puncianov dichiarò un’entrata allo squat di 650 Kg. Tatticamente, Wackosky fece due calcoli, che comprendevano l’ascendente dell’allenatore (segno zodiacale del porcello), la data della prima comunione, sottraendo settanta e sommando 10, dichiarò 652,5.

    Al riscaldamento, il team di Puncianov stava già operando: i bagliori della fiamma ossidrica e le nuvole di borotalco ne impedivano la vista. I rack erano stati rinforzati con sbarre al titanio, appositamente preparate dalla Butox Inc.di Palo Alto. Wackosky si nutriva con una colata di miele preso direttamente da due alveari (le api ronzavano incazzate, ma nulla potevano contro le fiatate dovute alla frittata con le cipolle, consueto pasto pre Work Out), Puncianov si stava stringendo le fasce ed il corpetto aiutandosi con pinze da maniscalco e frese al vanadio.

    Vennero chiamati in pedana. Il silenzio calò irreale.

    Wackosky, fasciato dentro il corpetto appositamente costruito per l’occasione, con la scritta "Da Rocco - integratori di giornata" per le sponsorizzazioni, affrontò il bilanciere e cominciò a prenderlo a capocciate come rito propiziatorio, ma fu fermato quando cominciò a deformarlo sensibilmente. Il bilanciere fu prontamente sostituito e la gara ricominciò dopo questa piccola interruzione. Al comando di Squat, Wackosky emise il caratteristico soffio mantra per mantere la pressione intraddominale (conoscendo questa particolarità, tutte le suppellettivi, tavoli, sedie ed arbitri erano stati zavorrati per evitarne il rotolamento), si piegò, effettuò un’accosciata perfetta e prese il rimbalzo delle fasce. Il problema fu aiutarlo a mettere il bilanciere sul rack nonostante gli spotter fossero dotati di bracci meccanobionici.

    Fu il turno di Puncianov: si scostò la coda, frustando anche uno spettatore che non lo stava incitando, cominciò ad applaudire ritmicamente ed emise il suo famoso urlo di guerra che sostanzialmente era un mix fra il latrato di un cane, il lamento di un gorilla in calore e una vasca di decantazione liquami disotturata. Alcuni spettatori svennero, altri furono colti da delirium tremens, la maggioranza tuttavia rimase incantata dallo sguardo da Charles Bronson del russo. Puncianov si sistemò sotto il bilanciere, attese il comando e si posizionò. La velocità di discesa fu stimata in 0,5 mm al secondo, infatti alcuni arbitri si addormentarono. Quella di risalita era pari a più di 700 m/s tant’è che ci fu un big bang e una fiammata. L’alzata fu giudicata regolare, mentre la pedana, che aveva nel mentre preso fuoco, dovette essere sostituita.

    Wackosky, intanto, stava calzando la maglia da panca, aiutato dall’allenatore. Il problema era dovuta all’insensibilità provocata: le vene dell’avambraccio pulsavano così forte che il loro rumore copriva ampiamente le casse acustiche dell’impianto audio. Il capo pedana croato che si alzò dicendo "Možete li mi pokazati na mapi ?" (che corrisponde più o meno a "Ma che ***** è ’sto rumore ?") dovette sottoporsi ad un successivo delicato intervento chirurgico di sostituzione timpani.

    Quando Wackosky si accomodò sulla panca, la panca gemette sinistramente, nonostante le barre di rinforzo. E mentre l’atleta impugnò il bilanciere caricato con 653.17 Kg. (1440 lbs.) disse la sua famosa frase "resçe asciom!" che, in antica lingua polacca, da cui si denotavano le sue origini, significa "facimme ‘npress, che tengo famm". Dopo circa dieci minuti di fermo al petto, i giudici cominciarono ad agitarsi. Scoprirono infatti che Wackosky si era addormentato e dopo numerosi stimoli per svegliarlo fra i quali anche scudisciate sui malleoli, Wackosky si asciugò il rivolo di saliva cristallizzata dal labbro destro e lanciò il bilanciere verso l’alto. Il problema è che ruppe dieci lampade di illuminazione stradale, uccise uno stormo di rondini in migrazione invernale ed interferì con il lancio del satellite ESA dalla Guyana. La sostituzione del bilanciere venne stavolta addebita allo statunitense, pagabile in 160 comode rate mensili.

    Venne il turno di Puncianov. Il russo si muoveva come un automa, calzato com’era dentro la maglia. Quando si sistemò sulla panca avvenne l’irreparabile: la chiappa destra si sgonfiò irrimediabilmente, emettendo un fischio simile al F15 in picchiata sul ponte della Saratoga. Anche in questo caso, la gara fu sospesa per permettere al Team Ferrari, all’erta per queste apposite occasioni, di riparare Puncianov, rigonfiandolo alla pressione corretta, cioè 2 atm. davanti e 3 dietro (per i bagagli). Il russo eseguì un’alzata da manuale ma non ebbe la soddisfazione di vedere omologato il proprio PR perché, nell’alzarsi, azzannò il bilanciere, portandone via una porzione da due Kg. esatti.

    Entrambi gli atleti erano appaiati, separati da pochi punti di Wilks. Allora, Wackosky iniziò a fischiettare per innervosire il russo. Puncianov, che si stava scaldando per lo stacco, roteò la coda infrangendo i vetri antiproiettile di una banca limitrofa e decise di entrare puntando il tutto per tutto sulla prima alzata, cioè 1200 Kg. Wackosky, preso in contropiede, fustigò il proprio allenatore, costringendolo a correggere il proprio bigliettino con un’entrata di 2000 Kg. Puncianov, per non essere da meno, aumentò l’entrata di 2,5 Kg. Via via, le squadre dei due atleti, terminando ben presto i bigliettini, iniziarono ad incidere panche, sedie e scrivanie dei giudici con punteruoli a mo’ di Braille. Quando il tempo terminò, le due alzate erano 6550 e 7000, rispettivamente.

    Wackosky entrò in pedana concentratissimo. Alzò i 6550 Kg. Poi rientrò pallidissimo, si estrasse un polmone dal naso, vomitò un intero caricatore di pasta e fagioli e gli esplose il cinto erniario, uccidendo all’istante alcuni spettatori dell’ultima fila.
    Puncianov, per niente intimorito, impugnò il bilanciere. Si sentì, in quell’istante, lo sfrigolio dell’acciaio fuso ed alzò. Purtroppo la presa della mano destra cedette con curioso odore di carne bruciata ed il bilanciere crollò con violenza tale sul pavimento che la Federazione, dopo alcuni rilievi speleologici, ne sospese il recupero dopo circa sei mesi.

  5. #5
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    ahahah zione, devi infilarci anche udovich a sto punto!
    Una volta ci si faceva il culo per vivere, ora è la vita a esser presa per il culo! [Heerokeem]

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