Scusate se posto, ma oggi trascorrono 15 anni dall'incidente mortale di Ayrton Senna.
Il 30 aprile del '94 ero di ritorno da una gita a Genova e le Cinque Terre, gita di terza media.
Ci fermammo a cena in un hotel di Imola, ed avemmo la fortuna di incontrare dei piloti che avrebbero trascorso lì la nottata.
Ci firmarono autografi Blundell e Brundle (ma di Brundle non ne sono sicuro).
Senna non c'era, non avrebbe dormito lì.
Durante il pomeriggio era morto il pilota austriaco Ratzenberger, ed il clima tra i piloti che incontrammo non era poi così sereno.
A quei tempi iniziavo ad interessarmi più profondamente di F1, dato che in precedenza mi capitava di dare una sbirciata di passaggio mentre mio padre la seguiva in TV.
Il giorno successivo al nostro "incontro" ad Imola, guardai la gara in TV, per sentire e vedere notizie sull'incidente del sabato (il 1° maggio anche Barrichello volò).
Non vorrei sbagliarmi, ma credo che già alla partenza ci fu un mezzo casino con un incidente di una Benetton, da cui volarono gli pneumatici...
Quello che è successo dopo lo conoscete già, ma per me quel giorno morì una grossa fetta di F1.
Mi sentii sgomento, come quando morì il calciatore juventino Andrea Fortunato, in memoria del quale ancora porto un nastro nero attaccato al mio vecchio zaino.
E' vero che già c'era un ragazzo di nome Michael Schumacher che faceva scintille, ma è altresì vero che lo stile di Senna mi affascinava.
Il suo cambiare marce in stile go-kart con la leva sotto allo sterzo, mentre già le vetture concorrenti avevano i bilancieri per non staccare le mani dal volante.
Il suo rischiare, la sua calma, la sua vita fuori dai circuiti, il messaggio via radio ai box verso Prost ("Mi manchi, Alain") che si era ritirato e che era il suo maggior rivale interno.
La mia passione mi portò nel '98 a vedere il mio primo GP dal vivo, e proprio ad Imola, e proprio al Tamburello.
C'era la chicane che nel '94 non c'era, e spostandosi verso la variante Villeneuve c'era (credo ancora ci sia) un busto in bronzo dedicato a Senna.
Inutile dire che dalle nostre tende tra il Santerno e le reti di protezione vedevamo processioni di tifosi ed amatori verso il busto.
Il tutto contornato dal chiasso assordante dei camper tedeschi ed inglesi che sparavano musica a tutto volume anche di notte.
Spero di non avervi scocciato e se anche qualcuno non amasse Senna, credo che il talento e l'umanità del pilota siano palesi e ben riconoscibili.
Ciao Ayrton, non ti ho mai visto ma ancora mi manchi.
"Se dovessi avere un incidente grave, spero di andarmene subito. Non voglio rimanere su una sedia a ruote, non voglio soffrire in un ospedale per poi rimanere handicappato. Se devo vivere, voglio avere una vita piena, intensa, perchè io sono una persona intensa. Non avrebbe senso vivere una vita a metà"
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