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Discussione: La carica dei 301!

  1. #1
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    La carica dei 301!



    La storia comincia a Londra, splendida città che spesso... non è avvolta dalle sue celebri nebbie! Nella metropoli vive un giovane compositore squattrinato e sognatore, che risponde al nome di Rudy Radcliff. Scapolo impenitente che divide la sua abitazione con un magnifico esemplare di specie canina, un dalmata chiamato Pongo!
    http://lnx.ginevra2000.it/Disney/101index.htm


    Come avete detto? Ah già! Questa è superata…. è una puntata precedente … perdonatemi ma ho troppi vecchi manoscritti in giro e li confondo spesso e piacevolmente.
    In realtà la nostra storia è ambientata diversamente: siamo a Roma, città che la nebbia la conosce soltanto come effetto dei fumogeni allo stadio; pronti a partire per il secondo anno consecutivo alla volta di Ferrara, in un sabato marzolino inondato di sole primaverile, che ci accompagnerà mite financo per i valichi appenninici.
    I 3 T-boys in gara mi hanno preceduto e sono sul luogo del delitto da venerdì, per essere più freschi, riposati e bendisposti alla incessante ascesa nella “carica” del bilanciere; le T-girls invece gareggiano domenica, per cui partono col master Tony pronte ad immedesimarsi gradualmente nell’atmosfera dell’agone ed a supportare i Tony’s maschi come tifose, assistenti e fotografe.
    Le intense giornate dedicate alle manifestazioni di powerlifting sono, per abitudine, scandite da tempi rigorosi, da una successione frenetrica e cronometrica di pesate, controlli, riscaldamenti, gare, arbitraggi ed anche questa non può certo fare eccezione.

    La prima tappa da rispettare ha persino un sapore da spy story: dovevo incontrarmi in autostrada con Davide di Pistoia - in arte Lazy e già il nick potrebbe ricordare ai meno giovani il Victor Laszlo del celebre cult “Casablanca”- mai conosciuto prima, per vendergli una cintura da PL.
    Contatti intercorsi con messaggi privati hanno fissato un misterioso appuntamento in un autogrill verso Firenze nord ad un approssimato orario, che tenga conto della mia tabella di marcia iniziata 300km. prima. L’inquietante indicazione ricevuta, da autentico cultore di Storia dell’Arte, mi invita a fermarmi nell’”area di Bisenzio Est, dopo la chiesa dal tetto verde rame del Michelucci” . La novità della situazione mi porta ad oltrepassarne l’imbocco e ad iniziare una paurosa retromarcia in corsia d’emergenza autostradale, forse perchè le mie reminiscenze classicheggianti avevano confuso, nel subconscio, Bisenzio con Bisanzio , di modo che programmando il navigatore verso Costantinopoli, nell’incedere del percorso, il panorama si faceva sempre più aggrovigliato e bizantino!

    Alienata la cinta e valicata la Futa, mi dirigo tosto su Ferrara, ove mi attende fremente il resto della brigata tonica.
    Al Palazzetto il tempo per salutare tutti i volti noti si divide scandito con quello per apprendere le ultime sulla categoria -83kg., che sta terminando le operazioni di peso e nella quale annovero il primo dei miei 6 baldi atleti.
    Nel mentre, per rendere sempre più avvincente la personale favola disneyana, ho ancora modo di proseguire la rassegna dei miei esotici e immaginifici incontri: avverto infatti distintamente pronunciare un nome, tal Carlo P. di Genova, al debutto in gara e la mia memoria viaggia a ritroso ai gloriosi tempi del forum AOS. Non a caso, appuro subito che egli non è altri che l’”Uomo Tigre”, famelico nickname indicante colui che, nell’angusto spazio di soli 2 post su Ardus’, mi vendette pochi anni or sono la serie seminuova di dischi approved dell’Ivanko, di cui tutta la squadra va a buon motivo orgogliosa.
    Lo avvicino nel backstage e mi domanda di potermi venire a trovare nella tana romana, il prossimo mese di aprile e sono ovviamente felice di questa ruggente richiesta dell'interlocutore felino.

    Ma tant’è siamo al fulcro del cartoon e la carica del bilanciere si avvia implacabilmente a cominciare.



    FRANCOPL

    Lo conosco da discreto tempo, poiché è un aficionado delle gare FIBAt, sia di panca che di stacco, che periodicamente organizzo ed alle quali partecipa con alcuni atleti suoi amici.
    Sempre sorridente e garbato ma altrettanto risoluto non è nuovo all’FIPL, in quanto ha già disputato due gare raw complete nel 2010 (Coppa Italia) e 2011 (Bertoletti), nella macrocategoria -93kg. e peraltro con discreti risultati.
    Lo scorso mese di dicembre, durante una di queste manifestazioni promozionali, mi chiede di fare il grande salto ed esordire equipped. Lo stacco rappresenta, con ogni probabilità, l’occasione più idonea per sue attitudini e per iniziale gestibilità dell’attrezzatura.
    Vive a Latina e può seguire in loco il programma di allenamento, per venire poi il sabato con noi a farsi visionare le alzate clou.
    So che è forte e - particolare non da poco - da quest’anno passa per millesimo alla classe master II (senza peraltro dimostrarlo affatto). Unire il divertimento a qualche legittima aspirazione invoglia giustamente alla tenzone.
    Abbiamo concordato una partenza leggermente meno “coperta” del consueto, per reggere il passo di una categoria assoluta, la -83kg., densa di partecipanti e di atleti di livello.
    Tuttavia alla prima prova, con 250.5kg., paga dazio all’inesperienza e, dopo un’alzata agevole, abbassa il bilanciere prima del “giù” arbitrale; l’alzata è nulla ed imbroglia i nostri piani e - come da consuetudine tonica - va ripetuta, pure se facile, per assicurarsi di restare in gara.
    In seconda prova non commette errori ed ottiene il nuovo record italiano M2, obbligando gli altri a rincorrere. Resta purtroppo una sola prova ma possiamo comunque dare un occhio alla classifica generale: Agus è un fenomeno e i due che seguono sono atleti giovani, di notevole spessore, che meritano a pieno diritto le posizioni che occupano.
    Sarebbe un peccato rischiare troppo e restare ben al di sotto delle proprie possibilità, per cui si opta per 267.5kg., eseguito con leggero margine, che va a ritoccare ulteriormente il record, gli frutta pure quello Master I, il 4° posto assoluto e costituisce inoltre un buon viatico per ulteriori ambizioni.
    Volevamo disputare la gara raw di giugno ma martedì viene in palestra e mi dice: “Che dici, Giovanni, Terni è a due passi….potremmo sfruttarla per provare l’attrezzatura nello squat e nella panca e puntare poi alla Coppa Italia”.
    Certo, certo…mi aspettavo questa richiesta da sabato scorso. Vai Francesco che da quest’anno saremo in tre in squadra a provare a divertirci a 50 anni!





    POWERCHEF

    E’ noto ai più che rientra nel non esiguo gruppo degli specialisti di stacco della squadra tonica: convenzionale puro a gambe e braccia strette, come Sara e Francesco, mentre Roberta e Jacopo provengono direttamente dall’isola di Sumatra.
    In una ascesa graduale ma puntuale ed alla fine vertiginosa, si è andato costantemente a migliorare nel deadlift e sempre quando esso costituisce l’unica alzata della gara.
    Gareggia nella sua categoria abituale, la -93kg., che è come di consueto agguerritissima ed all’interno della quale almeno 7 o 8 atleti sono in grado di ambire con autorevolezza. alle posizioni del podio.
    La gara infatti si preannuncia serratissima sin dall’avvio, con giochi di partenze e di bigliettini, fino a determinare, nello spazio di pochi chili, tutte le principali posizioni.
    Damiano inizia con 275kg. che, finora, costituisce la sua partenza più alta e in ogni caso ampiamente alla portata.
    La salita è stata facile e dunque pare logico tentare, in seconda, di eguagliare il proprio primato personale con 290kg, stabilito nell’ultima Coppa Italia. La differenza di carico si percepisce nella velocità dell’azione ma non lascia tradire alcuna incertezza di esecuzione e traiettoria.
    A questo punto il gioco è delicato. Chiediamo 300 come da programma, poiché è da tempo che ci siamo prefissi questa simbolica quota; a mia memoria direi sin dallo scorso ottobre, quando ero a cena suo ospite nel ristorante dove lui è chef, in occasione del suo compleanno.
    In un ferratissimo scambio di “pizzini”, che sempre accompagna le ultime prove con valore di classifica, chiamiamo 301kg., per cercare di scavalcare qualcuno, portandolo se possibile fuori misura ma, nel contempo, cercando di non far saltare il banco con una richiesta incongrua, consapevoli che una prova fallita per eccesso di valutazione avrebbe lasciato Damiano con quei 290kg. che, con ogni probabilità, non gli avrebbero consentito di andare oltre un pur rispettabile quarto posto.
    Il bilanciere appare imponente nella sua pesantezza ma l’alzata è potente e pulita, di un’asciuttezza regolamentare inoppugnabile. Per pochi momenti detiene il titolo ed il nuovo record italiano, che infine vedrà inopinatamente sfumare per soli 2kg.
    Resta una splendida medaglia d’argento, la soddisfazione di poter essere citato tra coloro che hanno ufficialmente valicato in pedana il tetto dei 300kg. e la Wilks più alta di tutta la categoria, avendovi preso parte a 88kg. di bw.





    BERSEK

    E’ all’esordio nella specialità, dopo aver partecipato raw agli Assoluti di bench press ed è giustamente raw anche in questa occasione.
    La sua alta statura non lo agevola nel rapporto p.c./p.s. in una macrocategoria (la -93kg. raw) che è forse la più numerosa dell’intera manifestazione nonché di livello qualitativo eccelso: basti pensare che annovera, in assetto raw, atleti che hanno addirittura vinto la propria categoria equipped.
    Marco parte prudentemente basso per testare lo stile sumo prescelto da poco e l’esito ottimo lo incoraggia ad alzare di molto la posta.
    180 chili costituiscono la seconda prova, finora superata solo con l’ausilio di un corpetto. Esce anche da questa tranquillamente e, forse, commette un errore di stima: vuole provare l’ebbrezza dei 200kg,
    Non essendoci particolari assilli di classifica, il tentativo è comprensibile ma è una quota per lui ancora proibitiva.
    Mette comunque in mostra una tecnica apprezzabile, che riesce a replicare in fotocopia per tutte le prove dal riscaldamento alla pedana.




    - segue -

  2. #2
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    - continua -

    Siamo ormai giunti alla seconda giornata, la domenica, che vede scendere in pedana le agguerritissime signore, per le quali la definizione di "sesso debole" non si rivelerebbe affatto appropriata!


    LADY TERRY

    Tra le moschet-tonyche in rosa schieriamo Teresa, all’esordio assoluto in gara FIPL (e di pesi in generale): in passato mezzofondista di buon livello ha avuto la sventura, la scorsa estate, di imbattersi in palestra nel variegato mondo dei T-boy’s, mentre incauta si prefiggeva di accompagnare le tre dolci figlie in piscina, rimanendo in tal modo avvinghiata nei tentacoli del lato oscuro della forza e restando perdutamente inebriata dai sortilegi del Cavaliere nero.
    Superati alcuni timori e convinta dalle compagne di squadra ad abbandonare l’idea di presentarsi alle operazioni di peso indossando mutandoni di lana in stile Ave Ninchi anni ‘40, conquista la piazzola del backstage da cui è determinata a dare cruenta battaglia nel novero delle 8 atlete raw.
    Parte con 95kg. tranquilli e più volte provati in allenamento, per poi lanciarsi alla conquista delle 3 cifre, che dovevano giustificare un trampolino di lancio nella storia: dalla carica dei 101 dei cuccioli dalmata a quella dei 301 del nostrano Damiano.
    Solleva la “piotta” con autorevolezza e ad occhi chiusi e, come per incantesimo, si accorge di lottare per un podio, davanti ad atlete ben più esperte di lei nel settore. Un rapido calcolo conduce alla scelta dell’ultima prova e lo stesso ignaro ma astuto marito, che la seguiva tramite stream, confesserà via telefonica di aver sospettato celarsi un subdolo e machiavellico piano dietro quella richiesta di 107.5kg.
    Il piano viene svelato in breve: quando con il suo nuovo personale raggiunge grintosa e pur sempre graziosa il terzo gradino del podio…. ed ora, “mute le 2 cifre”!





    POWERLILLY

    Quando riparte la stagione agonistica del PL, riparte di nuovo indomita la nostra Powerlilly.
    Aggregatasi all’ultimo nella giornata di sabato, dopo un fine settimana alquanto burrascoso, vive la vigilia districandosi tra le fotografie ai compagni di squadra, le ansie pre-gara, i dubbi sulla categoria di peso e l’assoluta convinzione di voler superare il proprio record precedente.
    Decidiamo di misurarci in una categoria superiore (la -57kg.) per motivi di….”standard” ed è pertanto costretta ad ingurgitare ingenti quantitativi d’acqua minerale.
    Al dunque l’obiettivo è raggiunto e si ragiona sui passaggi delle 3 prove. I 135 erano un inizio soft, stabilito per tenerla tranquilla; in realtà il gioco deve essere più aggressivo e cambio strategia durante il warm up. Parte a 140 che non dovrebbero impensierirla più di tanto, come infatti è.
    Ora ha due possibili tentativi a 150, che costituiscono appunto lo standard per il record italiano; valica subito l'ostacolo come del resto farà la Rodina con i 155kg.
    Proviamo a tenere alta la terza prova con 157.5, ben sapendo che chi gareggia dopo di noi chiamerà 158: all’ultimo però abbassiamo prudentemente a 155.5, che può più realisticamente garantirle il secondo posto e – sia pur per brevi attimi – un nuovo record italiano.
    Roberta è precisa ed efficace, termina positivamente con 8 chili sul precedente massimale ed a soli 2,5chili da una delle più forti atlete azzurre.





    DONNASARA

    La regina dei Tony’s vive i giorni precedenti la gara nel terrore di non riuscire a piegarsi con il nuovo corpetto: ha da poco abbandonato il vecchio pigiamone della salute e teme la scarsa confidenza con questa nuova attrezzatura forse più performante ma vista sempre con una certa diffidenza da chi per anni ha gareggiato raw.
    In pedana la partenza è senza problemi a 160kg., così da non avvertire quasi il salto con il secondo tentativo. E' convinta però di doversi sistemare artigianalmente, con le proprie istintive maniere, un corpetto ottimamente indossato: arrangia, aggiusta, arriccia e si incarta fino a rimanerne semi prigioniera all’altezza dell’inguine.
    I 175kg. salgono comunque di forza pura e, in ogni caso, le garantiscono il titolo di Campione d’Italia ma il tentativo di record generale (senior + master) a 185kg. resta una pia intenzione.
    Abituata a titoli e records, tuttavia, la nostra Sara ha molto meno feeling con l’attrezzatura e questo si rivela impietoso nelle operazioni di svestimento. Il corpetto infatti aggrovigliato come una matassa di Penelope non ne vuol sapere di valicare la metà coscia.
    Sara si sdraia per tentare di far defluire il sangue ed alza le gambe per favorire la circolazione; il master Tony si impegna a sfilare il corpetto dall’alto, nel frattempo, per evitare di alzare anche Sara dal pavimento, Francesco le si sovrappone tenendola ancorata al suolo, tra lo stupore e la curiosità degli astanti convinti che si stesse girando un remake del film “Il branco”.
    Alla fine Sara è libera ma per fortuna nessuna videocamera ha ripreso la scena, in modo che il presente racconto possa continuare a rappresentare una favola destinata anche al pubblico meno adulto.








    Pongo, Peggy e i cuccioli sono a casa, finalmente. In tutto, ora sono 101! Ma che importa? Rudy e Anita li vogliono tenere tutti. Rudy felice si mette a cantare per dare loro il benvenuto!!


    Ma no, che c'entra! Scusate, la solita sbadataggine... colpa del copia/incolla: questo era il finale di quell’altra vecchia storia. E’ un episodio un po’ datato ormai; del resto i 101 li abbiamo superati da un pezzo, stiamo a 301 e non servono più neppure come modello per la denuncia dei redditi.
    D’accordo che poi i finali si assomigliano tutti, però….perchè sia una favola che si rispetti è necessaria una morale - la cosiddetta morale della favola - che abbia un’utilità e serva di insegnamento a tutti coloro che leggono.
    Dunque, per restare in tema di stacco ed attrezzatura, prenderei a prestito un detto latino e concluderei con una saggia raccomandazione:

    “Mens sana in corpettore sano!”

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