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Discussione: dutch report

  1. #1
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    CAP 00150....di panca, Roma
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    dutch report



    Mentre altri impegni sportivi imminenti incombono - tra tutti la classica Coppa Italia - e sollecitano nuovamente la mia adrenalina, trovo finalmente il tempo di scrivere le consuete righe, per commentare il susseguirsi e l’esito della prima esperienza internazionale di una T-girl, nello specifico Roberta/Powerlilly, che nell'immediatezza dei risultati e nel colore della medaglia può ben dire di aver al dunque superato il proprio maestro e mentore, per gradino di podio.


    La WEC, Western European Cup di powerlifting - ex Coppa Europa organizzata dall'EPF (la federazione europea di PL, emanazione dell'IPF) ed ora riservata alle nazioni dell’Europa Occidentale - aveva quest’anno per la prima volta luogo nelle lande olandesi; dunque siamo partiti insieme in 5, da Roma alla volta dei Paesi Bassi, per affrontare innanzi tutto una gara nonché un viaggio nuovo, un’esperienza calamitante, una bella avventura.
    Ovviamente Roberta Monaco alias Powerlilly, con lei l’inseparabile sorella Florinda in veste di fotoreporter e paparazzo del gossip, il sottoscritto nel ruolo di coach accompagnatore, poi Tiziana Troilo con il proprio coach Giorgio Agostinoni.
    Roberta, cui era stata preannunciata la cosa sin dalla scorsa primavera, si era preparata con scrupolo per arrivare in forma all’evento e ripagare la fiducia che aveva riposto in lei la FIPL, scegliendola per la convocazione.
    Aveva metodicamente seguito il planning dei suoi 3 workouts settimanali, rinunciando pure ad andare in ferie durante l’estate; la gara cadeva in settembre e forse una pausa prolungata nel mese di agosto (quando lo Studio dove lavora chiude) avrebbe interrotto la preparazione nella fase clou.
    Lilly, però, nella sua abnegazione era stata piuttosto chiara e risoluta ed alla mia domanda – rivoltale tempo addietro – se intendesse andare in vacanza e in quale data, affinchè potessi regolarmi nella conseguente periodizzazione del lavoro da svolgere, mi aveva risposto con candore e un sorriso tanto garbato quanto malizioso: “ no mister, non vado in vacanza perché c’è la WEC e mi devo allenare ma….neanche tu ci vai, vero?”
    “ok Lilly - l’ avevo rassicurata – niente vacanza, stiamo in tana a preparare la WEC, poi c’è la Coppa Italia….poi ho gli Assoluti di bench….insomma, si va in vacanza a Natale”!
    Quando vedo ragazzi così, sono entusiasta almeno quanto loro.


    In Olanda, alloggiati nell’amena località di Molenhoek, nonostante il clima uggioso l’atmosfera è elettrizzante eppure l'attesa dell'evento fa affiorare comprensibilmente un moderato stato ansioso.
    Le abitudini dei locali sono per noi poco familiari e assimilabili, perlopiù sotto il profilo culinario e tardiva si rivela la piacevole scoperta , il giorno dopo, dell’esistenza in loco di un gentilissimo ristoratore italiano (siculo di nascita, poi torinese e umbro di adozione, infine capitato non si sa come da quelle parti), tal Angelo, che cucina delizie e prelibatezze della nostra terra mediterranea.
    Cosicché la vigilia della competizione sembra alquanto lunga ed i due famigerati coach romani, nel chiuso della loro stanza d’albergo ed in due letti limitrofi che appare problematico allontanare ulteriormente, decidono di proporre una rivisitazione della celebre “Casa Vianello” - della fortunata coppia Vianello/Mondaini - dove il sottoscritto, nella parte di un occhialuto Raimondo, tenta di distrarsi e stemperare la tensione con la lettura del quotidiano, mentre il collega Giorgio, sotto mentite spoglie di una poco affabile Sandra, lo punzecchia e importuna con domande ed osservazioni persistenti ed inquietanti.




    La squadra femminile azzurra è composta da Barbara, Roberta e Tiziana, inserite nelle categorie più leggere, rispettivamente, la -47, la -52 e la -57kg.
    La mattina di venerdì 16 settembre siamo tutti al Palazzetto di Cuijk, sede di gara, per le consuete operazioni preliminari di peso, controllo materiale e misurazione altezze degli appoggi.
    Ogni atleta ha al suo seguito un coach e qualche accompagnatore ma, soprattutto, la rassicurante presenza di Laura Locatelli e Luciano Bertoletti, in qualità di giudici internazionali di prima fascia e di rappresentanti ufficiali della Federazione Italiana, è garanzia di professionalità elevata ed assistenza per tutti.
    Il riscaldamento fila via abbastanza tranquillo e il primo gruppo è finalmente in gara: le nostre moschettiere sono inserite tutte lì.
    Roberta, secondo consolidata tradizione “tonica”, parte sufficientemente coperta a 110kg. di squat, perché iniziare in salita non è mai opportuno. Salgono bene, mentre al contrario la seconda prova a 120kg. – suo pr agli Assoluti di PL – sembra un po’ più pesante di quanto prevedessi.
    L’emozione in un contesto importante e nuovo non equivale, per un esordiente, a fare un test in palestra. Siamo indecisi e, tutto sommato, mi terrei a 125kg. ma Roberta propone 127.5.
    Scende poco compatta, come accusasse il carico diverso sulle spalle, bascula indietro e crolla. Senz’altro non c’erano, comunque al termine dello squat è in vantaggio.




    Nella bench press, sua alzata più debole, restiamo sempre sotto misura con 60kg.; il carico sale spedito e salgono anche i 65kg. in seconda prova, peraltro in buona tecnica, che costituiscono il suo nuovo PR in gara ufficiale.
    Prova i 67.5, perché in tal modo manterrebbe un discreto margine. Scende troppo veloce, il bilanciere non è del tutto stabile in frenata sul torace, ciò nondimeno il press è quasi immediato e questo, paradossalmente, la danneggia; parte a razzo con il peso fuori controllo e si sbilancia in avanti.

    URL=http://imageshack.us/photo/my-images/215/dsc0062x.jpg/][/URL]


    L’alzata è fallita ma il problema maggiore ora è un altro. Roberta si rialza dalla panca e lamenta una forte fitta al petto nella parte alta sulla sx.: capisco che non è suggestione psicologica, poiché non è tipo da lamentarsi per nulla; spruzzo ghiaccio spray e applico gel decontratturante ma ormai il problema sussiste.
    Togliamo la maglia, il braccio duole in elevazione e retroposizione; nel riscaldamento dello stacco avverte un’iniziale difficoltà a chiudere indietro le scapole e, in eccentrica, nel riposizionare il bilanciere.
    Propongo di indossare subito il corpetto per accelerare i tempi del warm up e ridurre i momenti sotto tensione ma il dolore si avverte distintamente anche al contatto della bretella stretta sul petto, così il riscaldamento avviene parzialmente geared.
    A Lilly scappa qualche lacrima, la paura di perdere tutto e vanificare mesi di allenamento si fa strada. Mi precipito ad abbassare l’entrata di 10 chili, per precauzione, a 120kg. in quanto penso che la prima cosa sia evitare il tracollo ed il fuori gara.
    Nel backstage intanto ha già eseguito una singola a 110kg. e l’entrata più bassa da un punto di vista psicologico può tranquillizzarla, auto convincendosi che perlomeno quella non fallirà.
    Adesso lo scoreboard dice che siamo noi a dover rincorrere - lo so – ma non abbiamo scelta: se l’atleta inglese dovesse alla fine prevalere, almeno avremmo salvato il podio.
    Entra in pedana e si rivela uno stacco facile, visto che in palestra lo fa raw per attivazione. Ha potuto in tal modo valutare che il muscolo coinvolto nell’incidente è, per nostra fortuna, marginale nell’esercizio di tirata; certo, hai voglia a spiegarlo quando l’intensità del dolore è forte però, ora, il restare in gara le fa riacquistare parzialmente energie e sorriso.
    Chiamiamo 135kg., con un balzo di 15kg. per noi abbastanza irrituale su quei carichi, in quanto urge recuperare la posizione perduta e non possiamo permetterci di tentare il tutto per tutto in terza prova, stante il ridotto gap tra le 3 atlete.
    L’effetto adrenalina e quello lievemente anestetico del ghiaccio in sinergia con la pomata cominciano a sortire benefici. La ragazza inglese ha chiesto 140: se entrambe dovessero superare la prova, Roberta in virtù dello squat sarebbe di nuovo in leggero vantaggio. Nel frattempo è in rimonta l’atleta belga, che è stata la migliore nella panca.
    Le tre ragazze superano tutte la seconda prova e Roberta pare riuscire a convivere con il sospetto stiramento (dall’ecografia si rivelerà poi una forte contrattura ai fasci esterni del pettorale).
    Saltiamo di altri 10kg. e chiamiamo 145kg. L’inglese ha chiesto 147.5 ma, se a Roberta riuscisse il tentativo, alla britannica servirebbero 152.5, perché ha un bw appena più alto e la parità non le basterebbe; intanto la belga sta a 140 e attende eventuali novità negative dalle avversarie.
    Suggerisco a Roberta uno stacco d’impeto, che sfrutti i muscoli antagonisti al pettorale, per arrivare il più veloce possibile alla fase di chiusura, così da limitare il tempo di tensione in retroposizione e stabilizzazione che precede il “giù” arbitrale.
    Lilly viene fuori in tutta la sua dolce cattiveria: i 145 sono più belli dei 135 e sappiamo che ormai è praticamente fatta; l’inglese non chiede il cambio della prova, perché è al limite e fallisce pure i 147.5 mentre la belga, più leggera di tutte, raggiunge in volata l'atleta anglosassone e agguanta l’argento.





    Sollevo Lilly e lascio che, con simpatica prontezza, Alessio Marazzini ci immortali repentino con il suo cell., per inviare a tempo di record su FB la più gradita delle immagini, eloquente ed esplicita oltre ogni parola.




    Suona l’inno nazionale per Barbara Peti, oro nei -47 e Roberta Monaco nei -52, che si accompagnano al bronzo conquistato da Tiziana Troilo nei -57 e portano alfine a degno compimento la missione della valanga rosa della ghisa italica.
    Scruto attentamente quel podio e - basta un attimo - colgo l’intuizione; nel volgere di pochi secondi comprendo come l’IPF e l’EPF richiedano precisi ed inequivocabili requisiti a coloro che ambiscano assurgere alle cariche più alte di dirigente ed arbitro internazionale, che probabilmente debbono essere anch’essi approved ed omologati come le attrezzature.
    Quell’uomo massiccio e severo, che presenzia impettito nella cerimonia ufficiale, non può infatti essere altri che ……un clone di Sandro Rossi in versione colored!






    ______________________________

    Nella “sera del dì di festa” urge festeggiare ma – ahinoi – l’insolito paesino fiammingo non offre altro che una birreria demodé, affollata di anziani viveur ubriaconi, attempate signore amanti dell’italian style e gay altrettanto alticci.
    Su pervicace richiesta dell’intero pub, noi 5 dell’Ave Maria siamo chiamati ad accompagnare un’improbabile rivisitazione all’antico “Volare” di Mimmo Modugno (che ancora si sta rivoltando nella tomba); ma, tant’è gli italiani all’estero sono noti per queste esternazioni un po’ “paisà” e dunque anche noi non potevamo esimerci dal manifestare la nostra essenza tricolore.
    Così, per il tripudio della variegata fauna locale, i fantomatici musici Giorgio e Giovanni – altrimenti meglio noti in campo artistico con gli pseudonimi di Boy George e Bon Jovi – si lasciano andare ai bagordi per le loro atlete, dando inizio con boccali incrociati alla rituale sbronza di prammatica.






    All’aeroporto di Eindhoven, la mattina del sabato, siamo al termine della breve ma intensa avventura agonistica: al collo Roberta ostenta fiera la sua medaglia d’oro; le ragazze al "duty free" acquistano per se stesse ed i loro familiari souvenir, fragranze e profumi; i loro coach armeggiano e tramano per occultare al controllo le bottiglie di tipica birra locale.
    E così, come sbadati e renitenti Re Magi fuori stagione, generosi e carichi di saggezza e doni, ci accingiamo al ritorno verso l’amata patria recando con noi stretti, per l’appunto,….oro, incenso e...birra!!!
    Ultima modifica di Tonymusante; 30-09-2011 alle 05:53 PM

  2. #2
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    ottima recensione! grande tony!!

  3. #3
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    Bellissima recensione Coach , ancora complimenti ad Roberta alias Powerlilly.

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