La mia vita. Un tunnel buio fin da quando ,ancora bambino, alle elementari, giocavo da solo vicino a una grossa cancellata mentre gli altri urlavano e saltavano sul campo di calcio. "E' strano" dicevano le Suore: "un ragazzino intelligente ma molto strano". Avevo paura. Paura di vivere, di confrontarmi con gli altri. Solo. Poi sono venuti gli psichiatri, gli psicologi, i farmaci. Per un pò cancellavano il mio dolore, per un pò non mi sentivo più solo, per un pò appariva la luce in fondo al tunnel, i colori...poi...il nero avanzava di nuovo, senza speranza...Solo. E le donne. Così belle e così irraggiungibili. Gli altri le baciavano, le corteggiavano, le toccavano. Io le guardavo da lontano, estasiato e immobile. Qualche timido sorriso. Poi il pianoforte, La Civica scuola di musica Villa Simonetta, la musica di Chopin, i notturni. Quella musica suonata al buio della mia stanza... quelle note che rispecchiavano la profondità malinconica della mia anima. Poi gli studi, Il liceo Bottoni, l'università, la specializzazione, lo sport, la palestra, i muscoli, i "bei voti", i 30 e lode...E Tu. Ti ho incontrata un mattinata di luglio su una spiaggia della Versiglia: " mi posso presentare? Mi chiamo Simone." Tu che mi hai accettato così come sono. Tu che hai accettato i miei problemi sessuali. Tu che in parte hai condiviso il mio dolore, le mie crisi di panico, la mia depressione. Tu che mi hai amato...quasi amato. E quel giorno anche tu mi hai detto addio. Quel giorno mi hai dato un bacio alla stazione di Prato, mi hai detto :"Ti amo". Non era vero. C'era già lui nel tuo cuore. Lui che poteva farti felice, lui che non aveva "problemi", lui che a letto finalmente ti poteva soddisfare." Non capisci che io non sono felice con te?" Mi hai detto. Di nuovo farmaci, psichiatri, psicoterapia. Perdo il lavoro in Ospedale. Faccio un "part-time" in una farmacia privata. Rischio di nuovo il licenziamento. Ogni tanto tiro su qualche peso in palestra. Sono geneticamente dotato e metto su muscoli facilmente, me n'ero accorto fin da ragazzino... Una di quelle poche cose che la gente nota di me: "Bel fisico". Ma dietro quella grossa scorza inutile che curo amorevolmente, come se fosse l'unica cosa che mi rimane al mondo, c'è un individuo fragile e malato. Un bambino che è rimasto vicino a quella cancellata scura della scuola elementare "Cor Jesus"...Solo.
Pomeriggio ho fatto un giro in centro a Milano. Guardavo la gente: donne di mezza età "griffate" passeggiare con uomini in grandi giubbotti scuri e testa alta di chi ha raggiunto la propria posizione nel mondo del lavoro. Ragazzi spavaldi nelle loro giacche in pelle tengono la mano alla loro ragazza vestita all'ultimo "grido". La Milano delle "firme", della moda, del lavoro, del successo... Agli angoli della strade quelli che chiedono l'elemosina ti guardano supplici. Loro hanno perso. Mi avvicino. Lascio un euro. "Grazie" Mi dice la vecchietta col cane. Solo chi soffre si accorge di chi soffre. Passa una ragazza bionda, occhi verdi...Mi guarda..La guardo..Sorride... Chissà.. Magari se mi fossi avvicinato, se l'avessi salutata, mi avrebbe parlato, magari mi avrebbe dato il suo numero di cellulare...Magari.... Percorro la via seguendo il fiume di gente verso San Babila, le mani in tasca...Solo.
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