Non c'è una ragione vera a spingerti a sporcare d'inchiostro blu un foglio bianco.
O forse ce ne sono tante.
Spesso è la voglia di trovare una forma per un groviglio tra le orecchie, una forma che più ti si addica, che non disturbi chi ti sta davanti, e che non costringa qualcuno ad ascoltarti.
La scrittura è univoca e non ti obbliga ad ascoltare, se non te stesso.
Ti macchi i pensieri con situazioni che ti hanno riempito, colpito, stordito: toccato.
Allora sgomiti tra gli impegni di tutti i giorni per trovare un buco di tempo. E lì scrivi.
Lì ti diverti a sentire la punta della penna che scorre via fluida, lì senti gli spigoli del fusto di plastica, immaginando il momento in cui l'inchiostro finirà.
Ti assenti dai problemi che forse non hai, e che forse ingigantisci giusto per poter dire: "Ognuno ha i suoi".
Poi ti ritrovi a scrivere, che metà foglio è già pieno (o forse l'altra metà è ancora vuota) e l'idea iniziale si evolve.
Partito con una meta, scavalchi le tue stesse idee e ti perdi tra le pieghe di te stesso.
Non cerchi l'ispirazione, non ci pensi su troppo.
Hai la fortuna di non avere un tempo limite a disposizione, nè tantomeno un titolo da analizzare e da argomentare.
Ritrovi ora il semplice gusto di farlo.
Non c'è più la corsa al voto scolastico che faceva alzare la media, e che ti imponeva di "non andare fuori tema".
Non c'è un obiettivo, non sei pagato per farlo, non passi ore a partorire un'ispirazione sensata.
Ti senti come la piuma del film Forrest Gump.
Basta poco per volare coi pensieri, urlare, sussurrare o per parlarti.
Trovi un equilibrio che non hai, tra una sbandata e una caduta, e ti droghi di te stesso come allibito da quanto il silenzio porti quella pace che temi.
Il buio dei rumori che solitamente colori con TV, musica o quant'altro, ora ti è amico e ti ricorda che hai tutto il diritto di averne un po' tutto per te, prima di ritornare alla linearità della quotidianità spicciola.
Ti convinci che le passioni non sono sbagliate (finchè non ledono qualcuno), ma ancor di più non ti vergogni.
Magari poi ti rileggi e vorresti fare un cartoccio di tutto, negando proprio quel tempo speso tra tutti i tuoi tu.
Non ti nascondi dietro la tua foto, e non ti muovi come un filobus costretto a seguire il filo che gli sta sopra, nonostante le ruote libere.
Non cerchi consensi o conferme: fino a domani.
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