Non sempre condivido cio' che sento dentro con chi mi è vicino e forse da qui, da questa tastiera trovo il coraggio.Lo trovo perche' sò che chi leggera' potra capire, lo trovo perche' scrivere qui è un po' parlare a me stesso.
A tutti credo sia capitato di entrare la sera in palestra, quando tutte le luci sono spente,non c'e nessun disturbo e la calma ed il silenzio intorno fanno sembrare l'atmosfera irreale.Ieri sera ero li'.Seduto su una panca.Ero in silenzio e tutto era silenzio come me, era una pace che assomigliava ad un rituale.La fine di una stagione che poi per me non finira' mai.L'arrivo dell'estate che svuota le palestre degli amanti occasionali del ferro e lascia li' i fedeli sino alla morte a cuocersi al caldo dell'estate, a continuare a spingere e dare l'anima.Seduto su quella panca rivivevo tutta la stagione passata ,le gioie le delusioni, le illusioni e le realta'.Quanto tempo passato in palestra, quanto ancora ne passero'.Mi sembrava che potesse ascoltare i miei pensieri, mi sembrava un gigante che si riposava, seduto come me, intorno a me.Come i guerrieri sentivano le voci dei loro avi morti sui campi di battaglia io potevo udire le grida dei miei predecessori mentre combrattevano il gigante.
Rispetto e sacralita'.Ho cercato di combatterloe non ho vinto , ha cercato di battermi ma non vi è riuscito.Ma in questa battaglia non ho mai smesso di rispettare il gigante e lui mi ha sempre sostenuto.Duellanti o compagni, ieri sera non contava, non era quello il senso che cercavo o cio' che volevo sapere.Profondo rispetto per il gigante,per colui che permette di mettermi in discussione, di lottare ,di farmi sentire vivo.Nel congedo ci siamo ripromessi di non smettere di lottare ed allora "Ciao gigante..a domani".
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