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Discussione: La fenomenologia del Pendolare Pesista

  1. #1
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    Predefinito La fenomenologia del Pendolare Pesista

    Proprio ieri, chiudendo una telefonata con il SPdB [*], mi sono asciugato le lacrime dagli occhi.

    Ma non perché mi ero intristito, bensì perché mi ha fatto cappottare col telefono in mano, in un confronto remoto sulla triste condizione del pendolarismo italiano. E questo, ha suscitato occhiatacce di miei colleghi che pensavano seriamente ad un antidoto la cui chiusura è un legaccio delle braccia dietro la schiena ed è bianco.

    Ebbene: vi siete mai chiesti come passiamo una buona parte della giornata ?

    La risposta è la solita. Sui mezzi di trasporto.

    Ed ogni mezzo ha una sua peculiarità, un suo sottile fascino immaginifico che fa sì che il mezzo del vicino è sempre più verde.

    Ora, quali sono i pregi di un trasporto pubblico ? Il fatto che potete leggere, scrivere, pensare ai cazjii vostri. Potete aver un tempo sufficiente a pensare a come pagare le prossime bollette, alla moglie/figlia/amante, ad organizzare il vostro prossimo WO, a mettere in piedi un Blog.
    Ma badate, ci sono anche note negative. E gli olezzi puteolenti che emana l’ascella pezzata al vostro fianco dove la mettete ? Ricordo ancora quando prendevo la metro alle sette di mattina: ora, posso capire che, alla sera, al ritorno, ci siano delle persone che, avendo fatto un lavoro duro, si ritrovano a non essere delle rose. Ma se al mattino, a quell’ora, vi ritrovate a desiderare di essere in mezzo ad un branco di oranghi piuttosto che su una metro, potete ben immaginare…

    E i ritardi ? Che adesso ti comunicano gentilmente via SMS ? Il SPdB è assolutamente certo che rientra nei protocolli di “interrogatorio duro” utilizzato ad Abu Ghraib e a Guantanamo dalla CIA. E io non posso fare altro che crederci.

    C’è la macchina: certo, potete rivoltare i vostri orefizi nasali alla ricerca di un tesoro perduto. Tanto, i vetri non sono di certo trasparenti. E potete pure, nell’anelito di disfarvi di un pezzo della vostra umanità, passare la digitazione del misfatto sotto il sedile. Potete ascoltare la musica, potete scorreggiare con musicalità se siete soli, non piove (per agevolare l’apertura tempestiva del finestrino qualora l’emissione gassosa superi i livelli di guardia che, attualmente, sono fissati dall’ONU sulla base delle armi non convensionali e dell’amianto), permettere alla moglie di truccarsi allo specchio, mentre è sicuramente più difficile leggere (benché io ne veda molti che si producono in pericolose spaginate del corriere dello sport sul volante).

    Certo, la bike sarebbe l’ideale, visto che abbiamo deciso di prenderci cura del nostro fisico, no ?
    Ma se io pensassi di utilizzarla, forse il salutismo si tramuterebbe immediatamente in un ossimoro, tant’è che, al primo semaforo, l’arrotamento con la prima Panda sarebbe certo. E, fra l’altro, sarebbe pure un’assurdità concettuale, visto il simbolo adottato dal WWF.

    E quindi ? Nulla: ci arrovelliamo, ci stiamo, ci arrabattiamo ma, sostanzialmente, non mutiamo. Non ne abbiamo il coraggio ? Forse. Siamo comodi a non cambiare la nostra routine ? Probabile.

    Ma cosa vuol dire cambiare ? Fatevi la domanda e datevi una risposta.

    [*] Sommo Proprietario del Blog: http://www.dangerousfitness.fituncensored.com/

  2. #2
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    Fortunatamente dove vivo la città è "piccola" nel senso che dentro le mura ogni zona è raggiungibile a piedi mentre per il resto non ci sono luoghi non raggiungibili con una bici...
    La macchina è una comodità...spesso viene usata per fare 1km...io per esempio vado all'uni a piedi (2km all'andata + 2km a ritorno) non penso alla macchina se non nei casi in cui piova...
    I mezzi pubblici in città non li prendo poichè non ne ho la necessità...però capisco che più in là con l'aria che tira saranno dovranno essere presi in considerazione...
    Un vincente trova sempre la strada,
    un perdente trova sempre la scusa.
    L.T.Tung

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  3. #3
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    Arrivo in palestra in 10 minuti di macchina o 20 minuti a piedi. Odio il traffico, odio stare fermo immobile. Non sopporto gli autobus perchè mi trovo spesso con i piedi calpestati (ho un 47) e c'è gente davvero maleducata.
    Quando ero secco, un signore mi aveva dato un pugno solamente perchè mi sono messo nelle vicinanze dellla porta di uscita. Poteva chiedere permesso, no? Ora dubito fortemente di ricevere lo stesso trattamento anche perchè il pugno lo ritornerei con un interesse del 10%
    "Come soleva dire il mio prozio buonanima...lo sterco di cavallo si spande quando lo si calpesta"


    "Come soleva dire il mio prozio buonanima...ascolta sempre lo scorrere del fiume, ma sta attento sempre a non bagnarti"


    "Come soleva dire il mio prozio buonanima...il momento della partenza arriva quando meno te lo aspetti"

  4. #4
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    io davvero quest'anno sto iniziando ad odiare i mezzi pubblici perennemente sovraffollati

    sto diventando agorafobico, odio la gente, quando vedo tante persone alla fermata del tram inizio a stare male, la puzza, i piedi calpestati, mai un posto a sedere, spinte per scendere e spinte per salire, una fermata brusca e una valanga gente che ti frana rovinaosamente addosso...per non parlare di quando piove, con ombrelli che ti gocciolano addosso, sui vestiti e la gente sempre di più e sempre più imbranata

    settimana scorsa ero sul fondo del tram e sono stato spinto e maltrattato da un'anziana signora (le peggiori, acide e pedanti) che pretendeva di andare a obliterare il biglietto all'estremità diametralmente opposta del tram attraversandolo interamente per il lungo mentre era stracolmo di gente!

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da tattoos Visualizza Messaggio
    E quindi ? Nulla: ci arrovelliamo, ci stiamo, ci arrabattiamo ma, sostanzialmente, non mutiamo. Non ne abbiamo il coraggio ? Forse. Siamo comodi a non cambiare la nostra routine ? Probabile.

    Ma cosa vuol dire cambiare ? Fatevi la domanda e datevi una risposta.

    [*] Sommo Proprietario del Blog: http://www.dangerousfitness.fituncensored.com/
    Sai cosa?
    L'uomo per natura, come tutti gli esseri viventi, si abitua.
    Si abitua a tutto, allargando la propria zona di comfort, che lo spinge a non cambiare per non uscirne.
    una zona di comfort molto ampia è sintomo di attaccamento a ciò che abbiamo assimilato, portando alla staticità.
    Mi viene in mente un esempio.
    Provate a mettere una rana in un recipiente con acqua bollente: la rana schizza via.
    Ora provate a mettere la rana in un recipiente con acqua a temperatura ambiente: la rana sguazza nell'acqua o si appoggia sul fondo. Tutto normale, è il suo comfort.
    Ora mettete il recipiente sopra un fornello acceso.
    Man mano la temperatura sale, fino a bollire.
    Secondo voi, la rana schizzerà di fuori?
    No, affatto: la rana morirà bollita perchè si abituerà pian piano al nuovo ambiente, ma nel suo comfort.
    Questo è sintomatico di quanto sia forte il cambiamento se sparato in faccia, ma se avviene in maniera graduale è come l'acqua cheta, ma ha lo stesso identico effetto, ma opposto al primo.

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