Tempo fa qualcuno aprì sul forum un angolo delle barzellette... Oggi voglio provare ad aprire un angolo della poesia, in cui chi vorrà potrà postare poesie di grandi autori o, se crederà, scritte di suo pugno! Forse è un' idea sciocca su un forum sportivo, però provo perchè oggi, come ho spiegato in un altro post, ho ricevuto il benservito da una nullità di ragazza e mi sono attaccato a qualche libro di poesie, ed ora ve ne trascrivo un paio:
Le ragazze che seguivamo (Charles Bukowski)
Le ragazze che un tempo seguivamo
fino a casa adesso fanno le barbone,
o una di loro è quella megera
con i capelli bianchi che
ti ha picchiato con il
bastone da passeggio.
quelle ragazze che seguivamo
si accomodano sulla padella nelle case
di riposo,
giocano alle piastrelle nel parco
pubblico.
non si tuffano più nelle onde
bordate di schiuma,
quelle ragazze che seguivamo,
non si ungono più il corpo d' olio
sotto il sole,
non si agghindano più davanti al
bello specchio,
quelle ragazze che seguivamo,
quelle ragazze che seguivamo
sono andate per qualche chissadove
in un qualche persempre,
e noi, quelli che le seguivamo?
morti in guerra, morti
d' infarto,
morti di desiderio,
passo impastato e lenti di
parola,
i nostri sogni sono sogni tv,
e alcuni di noi,
ma pochi, pochi di noi ricordano
le ragazze che seguivamo fino a casa.
quando il sole sembrava brillare
sempre.
quando la vita si muoveva nuova e
così strana e meravigliosa
in
vestiti colorati.
io mi ricordo
ti conosco (Charles Bukowski)
tu coi capelli lunghi, le lunghe gambe accavallate, seduta in fondo
al bar, tu come un coltello di macellaio alla gola
come l' usignolo che canta lontano mentre il riso
si confonde con il sibilo di una blatta.
ti conosco, tu sei
il pianista che suona svogliato al ristorante,
la bocca un buco di fogna e gli occhi rotoli umidi
di carta igienica.
eri tu seduta dietro a me sulla bici mentre pedalavo verso Venice
da ragazzo, sapevo che eri lì, annusavo il tuo fiato anche in quella
fresca
brezza.
eri tu nel letto dell' amore che sussurravi menzogne appassionate
mentre
con le unghie
mi spingevi dentro.
ti ho vista adorata dalla folla in Spagna mentre ragazzi dalla coda
di cavallo
coloravano il sole
con le spade
per la tua gloria.
ti ho vista completare il cerchio di amico, nemico, celebrità
e fallito mentre la volpe correva nel sole col cuore in
bocca.
quei matti con cui ho fatto a botte nei vicoli dei bar erano
te.
te, sì, che hai sentito le ultime parole di Platone.
non tanto tempo fa ho ritrovato la mia gatta nel cortile,
lingua secca appesa di traverso come se mai le fosse
appartenuta,
occhi arruffati, palpebre molli,
l' ho presa in braccio, luce scintillante sulle mie
dita e sul suo pelo, la mia ignara esistenza che urlava
tra le siepi e tra i fiori.
ti conosco, tu aspetti che zampilli la fontana e segni il peso
la bilancia,
tu instancabile figlia di *******, entra pure, la porta è
aperta.
Segnalibri