Era 1985, Agosto, dopo un travaglio durato quasi un giorno, nacqui io, un piccolo "leoncino" di nome Simone.
Ero sostanzialmente un bimbo sano, peso normale, sviluppo normale, cuore normale ecc... ma il destino, mi aveva riservato un ostacolo da superare e che mi avrebbe accompagnato, anzi, messo alla prova per tutta la vita. Questo parto così lungo, portò il mio cervellino ad avere dei problemi... apro una parentesi, non conosco molto bene che cosa mi abbia colpito e il nome della mia "condizione", ma spiegherò meglio più avanti.
I bambini cominciano a camminare dopo circa il primo anno di vita, e pure io provai a mettermi in piedi a quell'età, di certo non ricordo come andarono i fatti, quindi posso solo raccontare ciò che mi è stato detto.
Notarono subito che qualcosa non andava, i tendini delle mie gambette erano rigidi, i piedi puntati in dentro (intrarotazione del piede) e camminavo in punta di piedi.
Visite ortopediche su visite ortopediche, ero un bambino che soffriva di antiversione del collo femorale... che fortuna.
All'età di due anni, cominciarono i primi interventi chirurgici, non ho memoria di quelli, so che un "Dottorone" pensò che rompermi le tibie, ruotarle verso l'esterno fosse la cosa migliore da fare, li toccò alla prima tibia, il secondo anno alla seconda tibia... inoltre, presero il bisturi e procurandomi un piccolo taglio ai tendini di Achille alleggerirono la tensione dei suddetti, allungandoli.
I risultati in termini di mobilità ci furono, pochissimi però e passati altri anni era giunto il momento di ri-spaccarmi le tibie e ritagliare i tendini, avevo sei anni, e ricordo ancora molto bene tutto, ricordo l'angoscia prima dell'operazione ricordo gli antidolorifici che mi davano le suore, ricordo il dolore martellante nelle gambe nei giorni successivi, ma sopratutto ricordo le mie estati, passate sulla sedia a rotelle con la gamba dritta e il gesso fin sopra la coscia...Ricordo anche le gambette atrofizzate e rinsecchite che spuntavano fuori dal gesso, dopo mesi di totale inattività.
I risultati non c'erano, o se c'erano erano veramente pochi, ma il dottore insisteva, avevo dieci anni. La storia si ripeteva, altri interventi, altra fisioterapia, altri scarsi risultati, altri esami.
Da li la mia vita scorreva bene, potevo avere tutti i difetti del mondo, ma ero un bimbo forte, ca**o se ero forte e mi sentivo forte.
Mi feci regalare dei manubri vuoti, quelli da riempire poi con l'acqua, 3kg ciascuno...Comincia ad allenarmi, flessioni, addominali, curl come se non ci fosse un domani, e con la mia mountain bike riuscivo a fare svariati giri di Mura (a lucca ci sono le mura, una muraglia di 4.5km che circonda tutta la città, vi invito a visitarle perché sono bellissime). Ero tonico, ero magro, ma le gambe non facevano quello che gli chiedevo, inciampavo sempre nei miei stessi piedi, non avevo equilibrio e poi quella camminata a papera; per me era normale ma mi sentivo sempre osservato, insicuro, sottovalutato come persona.
Il mio modo di camminare, tanto per farvi capire si assestò a circa 10-11 anni, il sedere sparato in fuori con una forte lordosi, i piedi puntati in dentro e i piedi che invece di fare tacco-punta a ogni passo atterravano con tutta la pianta del piede.
Ma ero felice, mi ero accettato, alla fine ero fortunato, potevo correre, camminare, andare in bicicletta... Certo, facevo più fatica di altri ma almeno camminavo... Non avevo più il pensiero di altri interventi chirurgici.
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