Risultati da 1 a 8 di 8

Discussione: Dip alle parallele

  1. #1
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    Predefinito Dip alle parallele

    Buonasera ragazzi
    Guardando un video su project invictus di un ragazzo che esegue e spiega le dip alla parallele, mi è venuto un piccolo dubbio. Come bisogna tenere le gambe?
    perché io credo che sin qui ho sbagliato. Cioè, io le gambe le mantengo, durante l'esecuzione dell'esercizio, come lo scheletrino in foto (guardiamo la prima diapositiva, quella a sinistra, tanto per capirci.. http://www.rawtraining.eu/images/art...o-rawer-03.jpg)
    Però ho visto anche l'esecuzione con le gambe "rilassate" , in posizione naturale, diciamo..
    Le gambe come le tengo io, attivano la catena cinetica posteriore e quindi "baro" mentre faccio l'esercizio, oppure no?
    vi ringrazio

  2. #2
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    Catena cinetica posteriore è una parolona in questo caso. Non esiste un modo di fare "bene" o "male" le parallele, esiste xò un vantaggio o uno svantaggio meccanico dovuto a come disponi il tuo corpo: più tieni le gambe "dritte" più è svantaggioso xkè le leve muscolari sono sfavorevoli, l'angolo al gomito diventa molto stretto e quindi l'esercizio diventa "difficile". Se porti la testa in avanti automaticamente porterai le gambe indietro per mantenere il baricentro, gli angoli si apriranno, le leve diventano più favorevoli e l'esercizio più "facile" tuttavia pagherai in stabilità xkè l'esercizio coinvolgerà maggiormente la schiena per mantenere quella posizione.
    "baro" mentre faccio l'esercizio, oppure no?
    No, scegli la posizione più confortevole per te.
    Però ho visto anche l'esecuzione con le gambe "rilassate"
    Non cambia niente, le gambe sono solo lì appese, hanno la sola funzione di variare il baricentro come desideri tu, come detto prima piegando le gambe, il busto o entrambi vari il baricentro e passi dalle varie posizioni delle 3 figurine. Fra le 3 cambia sia la difficoltà x colpa delle leve muscolari, sia la stabilità che và peggiorando quanto più sei orizzontale.
    Il quadro però di solito è simile a questo:
    - tiro alla morte, riposo 7 giorni (per muscolo) - rialleno lo stesso muscolo ritirando alla morte, riposo 7 giorni ma arranco
    - rialleno lo stesso muscolo ritirando alla morte, riposo 8 giorni - rialleno lo stesso muscolo ritirando alla morte e togliendo alcune serie - scarico perchè mi sento uno straccio. - ritiro alla morte, riposo 8 gg ma arranco peggio di prima - rialleno lo stesso muscolo ritirando alla morte, riposo 9 gg e tolgo altre serie...ma sto sempre peggio. Ragazzi, sono in sovrallenamento. Sbagliato! Lo chiamerei "overreaching da sottoallenamento"...BII

  3. #3
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    ti ringrazio per la risposta Dragor, sei stato molto chiaro.
    Ti chiedo solo un'ultima cosa. Ho capito che non c'è un modo per fare bene o male le parallele, ok. Ma ha senso dire che l'esercizio è più produttivo (in termini di massa/forza) se fatto con le leve sfavorevoli, risultando esso stesso (l'esercizio) più difficile o non ha senso e quindi cambia poco?

  4. #4
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    In realtà il dettaglio più importante nell'esecuzione delle parallele stranamente è l'adduzione delle scapole. Serve un'attivazione del dorso ottimale x mantenere le scapole addotte e depresse, proprio come se facessi la panca piana.
    In pratica, a livello di sensazioni, la frase che spiega meglio la cosa è "spingi anche mentre stai scendendo".
    Così sarai attivo e riuscirai a togliere stress alle spalle e a coinvolgere al meglio il petto.
    Poi il discorso di Dargor è perfetto x quanto riguarda baricentro e vantaggio di leva.

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  5. #5
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    Scusate ma credo non sia stata detto una cosa circa il coinvolgimento del pettorale: se si mantiene il busto circa perpendicolare al terreno durante l'esecuzione il lavoro di spinta lo fa praticamente tutto il tricipite e la spalla ma il pettorale è poco coinvolto. Per Massimizzare il lavoro sul pettorale bisognerebbe cercare di disporre il busto parallelo al terreno. Inoltre bisognerebbe utilizzare la presa larga, per intenderci la torretta technogym ha gli appoggi divergenti, bisognerebbe impugnarli appunto nella parte divergente. Per il resto il discorso di dagor è corretto ma non considera il fatto che mantenere la posizione parallela al terreno è molto più difficile che mantenere quella perpendicolare di fatto questo porta la maggior parte delle persone ad allenare i tricipiti facendo le parallele.
    IO NON TREMO

  6. #6
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    Aggiungo un'altra cosa che è stata già accennata da Wild, ma che per me ha fatto la differenza: bisogna essere in sospensione attiva durante tutta l'esecuzione. Praticamente non bisogna incassarsi e lasciar cadere la testa fra le spalle, ma bisogna cercare di "allontanare" le spalle dalla testa durante tutto il movimento, proprio grazie alla depressione e adduzione scapolare tramite l'elevazione del torace.
    Il mio diario: "Partire alla grande, crescere sempre, e mai guardarsi indietro":
    http://www.bbhomepage.com/forum/onli...nico-94-a.html

  7. #7
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    Caro Antoine i piegamenti sulle braccia alle parallele, dips per gli americani, è un esercizio multiarticolare che coinvolge molti muscoli. Tra questi il pettorale, il deltoide anteriore, il tricipite. Il movimento è inoltre sostenuto in parte dal dorsale il quale entra in azione per avvicinare gli arti al tronco amplificando l'azione complessiva sviluppata con questo esercizio. Di fatto esistono due modi per eseguire correttamente gli esercizi. Se si vuole coinvolgere di più il muscolo pettorale la posizione ideale è quella suggerita dal grande Vince Gironda ovvero i Gironda Dips. Per sapere esattamente come posizionarti vai sul sito di Vince Gironda dove troverai una figura molto esplicativa che ti dirà come eseguire l'esercizio correttamente. (mento sul torace, gomiti larghi, gambe semiflesse posizionate in avanti in linea con la tesa piegata sul torace a formare complessivamente una semiluna). Per attivare maggiormente il tricipite il busto va invece tenuto eretto, il viso guarda in avanti e le gambe sono piegate all'indietro di 90° al fine di caricare, a gomiti stretti, tutto il peso sulle braccia. Spero di esserti stato utile.

  8. #8
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    Buonasera,
    mi inserisco nella discussione in quanto vorrei delle delucidazioni relativamente ad una variante dell'esercizio, e cioè i dip su panca, che fondamentalmente vengono fatti per "far lavorare" maggiormente il tricipite (infatti non saprei neanche se poterle definire delle varianti dei dip alle parallele).
    Mi è stato posto un interrogativo sull'esecuzione di tale esercizio in quanto l'esecutore rilevava un dolore al gomito (definito da lui come il dolore del gomito del tennista) (ritengo comunque che in questo esercizio l'articolazione più a rischio sia la spalla) e mi chiedeva se l'apertura delle braccia poteva influire su tale dolore. Prima lo eseguiva con le braccia aderenti al busto e sentiva dolore mentre poi a provato ad aprirle leggermente (due centimetri per parte) e il dolore spariva.
    Il gomito del tennista (epicondilite laterale) è un'infiammazione dei tendini dei muscoli estensori dell'avambraccio, polso e dita che hanno inserzione sull'epicondilo laterale. La posizione del polso in tale esercizio è proprio di estensione e quindi potrebbe creare dolore (anche se dubito che tre serie una volta a settimana possano realmente scaturire tale infiammazione che generalmente prende chi si allena da anni con movimenti ripetitivi).
    Come prima cosa mi verrebbe da dire "se con le braccia leggermente aperte non ti fa male, continua così" ma mi sembra un pò troppo dozzinale e semplicistico e volevo provare a trovare una soluzione all'esecuzione guardando un attimo anche la biomeccanica.
    Quindi, se il problema è l'estensione del polso, proporrei di cambiare la posizione della mano utilizzando ad esempio le maniglie che vengono usate per i piegamenti delle braccia a terra, in modo da portare il polso in posizione neutra, cioè con l'asse in linea con quello dell'avambraccio (palmi delle mani rivolti verso l'interno)...
    E' un problema già affrontato? sapreste darmi qualche consiglio o soluzione alternativa?
    Vi ringrazio dell'attenzione.

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