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Discussione: Il limite genetico

  1. #1
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    Predefinito Il limite genetico

    Nel mondo della palestra ci sono delle frasi che hanno di mistico, pronunciate con tono reverenziale: "ma quale sarà il mio limite genetico?", "credo di aver raggiunto il mio limite genetico", "lui è dotato geneticamente", "io non sono dotato geneticamente".

    Ma cosa è questo limite genetico? Affronterò in questo difficilissimo articolo da religione post-nucleare uno dei temi classici della fenomenologia della palestra. Perchè, incredibile per chi è stato sempre e solo un palestraro, solo nel mondo del bodybuilding la "genetica" è così tanto considerata, quanto cagata di striscio negli sport in generale. Perchè? Non so se la mia risposta vi piacerà, ma, intanto inizio a scrivere.

    Iniziamo con una bella definizione, altrimenti… di che si parla? Dell’aria fritta? Come mi faceva notare il mio prof di Analisi 3, chi non riesce ad esprimere in maniera sintetica un concetto, non lo ha compreso.

    Proviamo ad improvvisare. Le "potenzialità genetiche" in palestra sono quelle caratteristiche individuali che risultano favorevoli al raggiungimento dei nostri obbiettivi. Che sono, banalmente, essere più forti, più grossi e più definiti.

    Il "limite genetico" è da interpretarsi come raggiungimento dei massimi obbiettivi possibili in relazione alle nostre caratteristiche individuali.
    Dire "lui è geneticamente dotato" significa che le caratteristiche del suo pene sono superiori alle mie…. ah ah ah no, questa è la definizione del mio complesso di inferiorità nei confronti del mondo, anche se la frase virgolettata mi ha sempre fatto sorridere. Infatti, la analizziamo con calma più avanti…

    Il passo successivo dovrebbe essere definire quali sono le caratteristiche genetiche favorevoli ai nostri obbiettivi. Altrimenti, ancora, di che si parla? Sempre dell’aria fritta? Ne elenco un po’ scrivendole in modo da poter dare ad ogni voce un voto da 1 a 10, indicando con 0 l’assenza della caratteristica, con 10 la presenza estrema di questa caratteristica. Questo giochetto si chiama "normalizzazione", e mi serve per fare un po’ di disegnini.

    Vediamo…
    1. Avere molte fibre bianche ipertrofizzabili
    2. Avere delle inserzioni muscolari che creano leve articolari favorevoli
    3. Avere ventri muscolari che si estendono fino alle inserzioni muscolari
    4. Avere tendini, legamenti e tessuti connettivi resistenti
    5. Avere gli ormoni anabolici elevati stabilmente
    6. Capacità di sopportare volumi di lavoro
    7. Capacità di sopportare intensità di carico
    8. Capacità di reclutamento, coordinazione intermuscolare e intramuscolare
    Ne possiamo mettere molte altre, anzi, aggiungetele voi. A questo punto, possiamo sbizzarrirci nel fare un po’ di grafici (non voglio che mi diciate che sono complicati, perchè li ho visti anche in Pro Evolution Soccer 6 per PS2, un videogioco che possono fare anche i ratti decerebrati dato che si usa il sistema neuro-vegetativo a livello spinale).

    Sulla base di quanto ho scritto, provate a darvi un bel voto da 1 a 10, poi mettete il risultato in questa forma


    Il disegnino è carino perchè dà graficamente un’idea di come siete. Potete usarlo per fare scena in qualche discussione sui pesi. Perciò uno sfigato hardgainer e un easygainer illuminato dalla Luce del Signore avranno un profilo del genere:


    Non sto a dire chi è lo sfigato e chi è l’ariano con gli occhi azzurri perchè mi sembra chiaro. Allora… afferrato il concetto? Ognuno di voi nasce con un patrimonio di potenzialità che vi renderà più o meno adatti a sviluppare il vostro fisico. Inutile lottare contro ciò che la Natura non vi ha dato, rassegnatevi.

    In tutto questo, c’è un piccolo particolare che io ho volutamente trascurato e che sempre trascurato, ma involontariamente stavolta, inconsciamente.
    Le caratteristiche che ho indicato, ma anche tutte le altre che voi potete indicare e mi ci gioco il mio set di pesi da 20Kg (10 dischi), non sono misurabili nella pratica dei fatti. Ripeto: non-sono-misurabili.

    Qualcuno di voi conosce la sua percentuale di fibre ipetrofizzabili? Oppure conosce il suo profilo ormonale completo? Nessuno lo sa, e anche se si sapessero certe cose, dovete considerare TUTTE le caratteristiche nel globale. Molte cose scritte sono correlate in maniera debole, creando interazioni complesse: un mesomorfo puro avrà tante fibre ipetrofizzabili e diventerà grosso facilmente, ma anche con molto grasso. Chi sopporta bene il volume di lavoro regge meno l’intensità di carico. E così via.

    Le caratteristiche genetiche esteriori che andiamo a registrare non sono perciò indipendenti, aumentando la complessità.

    Se perciò una cosa non è registrabile a priori è facile dare dei giudizi sbagliati. Considerate anche il fatto che una "potenzialità" è, appunto, quello che dice la parole: un qualcosa di inespresso e che invece va estrinsecato. Per fare questo, ci vuole del tempo. Voi potete pensare di essere un hardgainer, quando invece siete un easygainer. Semplicemente, non date tempo alle vostre potenzialità di esprimersi, passando dalla spezzata interna a quella esterna.

    Il problema è che voi siete osservatori di un esperimento che ha voi stessi come cavia. Ma per eseguire questo esperimento in maniera corretta dovreste clonarvi in tanti altri voi stessi e far allenare ogni clone in modo diverso. Ogni clone raggiungerà un dato limite, e il limite dei limiti (o una media di questi o quello che volete) è dato solo dalla vostra genetica.

    Dovete, cioè, eliminare la variabile allenamento/ambiente per lasciare solo quella data da voi stessi. Ma, a meno che non siate parenti dell’Agente Smith, è difficile che possiate eseguire questo esperimento…
    Risulta, pertanto, che possiamo solo supporre quali siano le nostre attitudini genetiche alla palestra, ma non avere la certezza di quello che diciamo. E "supporre" è una parola che molte volte è sinonimo di "dire stronzate".

    Abbandoniamo per un attimo la palestra e andiamo in una pista di atletica, di pattinaggio, in una piscina, in una palestra di ginnastica. Limite genetico e tutto il resto sono cose che non vengono mai nominate, non fanno parte del patrimonio collettivo culturale di questi posti. Il motivo è banalmente semplice. Chi fa sport… compete, gareggia. Finalizza l’allenamento a un momento di confronto. E’ automatico che vadano avanti oltre un certo livello quelli che "rendono", perciò c’è una selezione che porta chi non è "dotato" automaticamente fuori dal gioco. E’ triste, ma è così. E’ l’elemento prestativo che fa da selezione, come quando da piccoli mettono in porta quello che gioca peggio nelle partitelle fra ragazzini.

    Nessuno, in un ambiente sportivo, dirà "sì ma lui è forte perchè è dotato". Ovviamente, ci sono tutte le eccezioni del caso, come quelli forti che si allenano male e fanno rabbia a chi deve sputare sangue per arrivare a certi livelli, ma più il livello è elevato, meno la genetica è importante, perchè già a livello regionale sono tutti "dotati" e quello che fa la differenza sono altri elementi.

    In palestra, invece, non essendoci un elemento di prestazione, è tutto più astratto e mescolato. Fatto sta che c’è la fissa della genetica. E, notate, sempre in termini negativi. "Lui è dotato", "io sono un hardgainer", "lui ha molte fibre veloci", "io ho le gambe lunghe per fare lo squat", "lui è forte perchè ha il polso grosso", "io ho un metabolismo veloce e non metto su massa".

    Poichè le caratteristiche genetiche non sono misurabili correttamente, è facile usarle in questo modo, in negativo. Perciò, mi spiace, questa storiella della genetica è solo una scusa, perchè viene SEMPRE usata in negativo quando si parla di se stessi, in positivo quando si parla degli altri. Forse questo è vero, ma forse no.

    Alla fine, addossare alla genetica la responsabilità ultima dei nostri miglioramenti è un errore, proprio perchè noi stessi non sappiamo a pieno quali siano i nostri pregi e i nostri difetti, se non scoprendolo nel tempo. Puntare troppo sulla genetica significa non percepire invece gli errori che commettiamo nei nostri allenamenti. Se io penso di avere dei limiti genetici, ragionerò sempre come se questi limiti ci fossero, escludendo, perciò precludendomi, delle possibilità. Questo è sì un limite mortale…

    Viceversa, chi è dotato, dovrebbe rendersi conto che quello che ottiene non è frutto del proprio sudore, ma della propria mamma e del proprio babbo. Perciò, anch’essi si auto-limitano, pensando che si stanno allenando nel miglior modo possibile. E che, come sempre succede, gli altri non ottengono perchè non si impegnano.

    La chiara percezione delle proprie potenzialità è una dote che si apprende solo con una attenta analisi di se stessi, con un bel po’ di umiltà ma allo stesso tempo con una certa dose di autostima. Buttare via tutta questa roba sul limite genetico incrostata nel vostro retrocranio è l’inizio del miglioramento, questa è la mia opinione: se smettete di dire "io sono sfigato e lui è dotato", magari riuscirete a capire che il tizio è sì dotato, ma anche si allena meglio di voi. E, ripeto perchè anche di questo sono convinto, riuscirete a migliorare.

    Per non annoiare con i soliti discorsi motivanti e ripetitivi McRobert-Style, vi parlo narcisisticamente un po’ di me.

    Guardate la foto sottostante di questo essere geneticamente inferiore.


    In questa foto avevo 15 anni, pesavo mi pare 60Kg, ero secchissimo e bianchissimo di carnagione. Non facevo ancora i pesi, ma, come la chiamavamo, "muscolazione". Quando iniziai a fare panca, l’anno dopo, usavo il bilanciere olimpico e i collari, cioè 25Kg.

    Ero secondo voi portato oppure no? Avevo 9"1 sugli 80 metri, un tempo decente ma niente di particolare. Riuscivo a fare però 10 trazioni alla sbarra, anche se tutti dicevano che mi riuscivano perchè ero leggero. Direi molti limiti genetici.

    L’anno dopo feci 11"1 sui 100 metri, un buon tempo ma niente di particolare. Nessuno avrebbe detto che avrei fatto 10"4 dopo 3 anni. Ma nè a me nè a nessun altro interessava la risposta alla domanda "ma quanto potrò fare?" e infatti, non se la faceva nessuno. Ci allenavamo e basta.


    Qui, a 23 anni, massimale di panca con 130Kg. VI prego di notare il casotto di lamiera dove ci allenavamo, qualsiasi temperatura esterna ci fosse, dai -10 ai +35. La panca inclinata che si intravede ha stampata sopra una gazzetta dello sport del 1962…


    L’anno dopo, massimale di squat (sicuramente parallelo eh) di 170Kg


    Sempre lo stesso anno, a 24 anni, il mio record di stacco con 240Kg ad un peso di 72Kg. Per tornare in tema, la schiena è sempre stata il mio punto di forza. Posso dire che sono "dotato" su dorsali, erettori spinali, glutei e femorali. Non è per fare lo sborone, perchè viceversa non sono dotato nelle braccia.

    Ho pensato per anni ed anni che 240Kg fosse il mio limite massimo in questo esercizio. Ho tentato i 250 tantissime volte, ma, anzi, non sono mai riuscito a rifare nemmeno 240Kg.

    Esattamente 13 anni dopo, cioè un’infinità di tempo dopo, ho colpito i 250Kg. Un risultato incredibile. Non era il limite genetico, ma l’allenamento errato. Questa è la risposta. Mi sono allenato sempre male in relazione ai miei scopi. Tanto semplice quanto crudele.

    C’è chi mi ha fatto notare che 240Kg a 72Kg di peso sono equivalenti a 250Kg a 78Kg di peso. Questo è perfettamente vero, ma ci sono sempre 13 anni di differenza. Ciò significa che a 24 anni avrei potuto fare 260Kg se mi fossi allenato in altra maniera. Perciò il limite non era quello nemmeno allora. Come è possibile, altrimenti, che a 37 anni sono stato più forte di quando ne avevo 24…

    Perciò i limiti esistono, ma possono essere ben diversi rispetto a quello che si pensa. Non mi piacciono certe frasi, ma il concetto è che veramente se vi ponete voi dei limiti, allora questi limiti esisteranno. Quando le cose non vanno, invece, dovete sempre pensare a dove sia l’errore, la valutazione sbagliata, piuttosto che al fatto che più di così non potete ottenere.
    240Kg di stacco sono un valore tale da potersi tranquillamente ritenere un limite oggettivo. Avrei potuto mollare tutto e accontentarmi, gloriandomi con gli amici dei bei risultati dei tempi che furono. Invece no, io su questo sono molto determinato (come sempre, nelle cose che mi interessano, altrimenti sono sempre apatico, pigro e indolente)

    C’era qualcosa che non andava. Infatti, il limite si è adesso spostato. Sarà definitivo? To be continued…

  2. #2
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    Alla faccia del raggiungimento del potenziale genetico in 5 anni (Mike Mentzer)

  3. #3
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    Un articolo davvero interessante Paolo, mi ha davvero colpito e mi ha fatto provare qualcosa di strano...grazie davvero, ora ho 21 anni e se penso che a maggio ero fisso a 120kg di panca per ben 6 mesi, con il cambiamento dell'allenamento fatto a bbhome ora sono a 130kg...anche io dicevo che 120kg era il mio limite e avevo solo 20 anni!

    Grande Paolo, spero che continui questo articolo magari con qualche altra foto di repertorio

  4. #4
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    ciao paolo,
    sono daccordo con te su tutta la linea.

    per molto tempo (prima ancora di iscrivermi in palestra ) sono stato convinto di essere un hardgainer.
    ora non lo penso più. non perchè sia diventato grosso (anzi) ma perchè solo leggendo thread su questo forum mi sono reso conto di quanto le mie concezioni di allenamento fossero sbagliate.
    penso di aver fatto molti passi in avanti adesso, e i risultati iniziano a vedersi.

    nonostante questo però, ci sono cose che fanno rabbia.
    faccio un esempio: ho un amico (40 anni, io ne ho 24) che ha ripreso da 3 settimane dopo 15 anni di stop ad allenarsi con i pesi. in queste 3 settimane è migliorato molto più di quanto ho fatto io in 3 mesi.
    e, credetemi, si allena a ***** di cane! cioè entra in palestra e fa un po' di questo e un po' di quello come capita. usa solo macchinari (niente bilancieri e pesi liberi), ripetizioni alte, recuperi alti, pesi relativamente bassi.

    questo per dire che comunque il fattore genetico c'è e conta..
    comunque non sono uno che si abbatte facilmente. e fortunatamente, il mio obiettivo non è diventare enorme.

  5. #5
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    Sempre interessante il mitico Paolo. Certo, i grafici che fai sono sempre esteticamente bellissimi, peccato che non servano di solito a una ...mazza
    Però hai geneticamente il talento del pedagogo, non c'è dire
    Questa "lezione" infatti è utile a molti che si fanno pare inutili invece di sgobbare. Da parte mia che, come secondo nome faccio:"controcorrente" pur non essendo particolarmente grosso, mi sono sempre sentito geneticamente dotatissimo, se alla mia veneranda età mi preoccupo ancora di alzare pesi, qualche dubbio sul "cervello" ce l'ho, ma sul fisico proprio no!

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da VIERI Visualizza Messaggio
    Sempre interessante il mitico Paolo. Certo, i grafici che fai sono sempre esteticamente bellissimi, peccato che non servano di solito a una ...mazza


    Ma i grafici servono per fare scena... immagina di essere alla lavagna e di parlare mentre disegni una cosa del genere. Non importa nemmeno se quello che dici sono cazza.te

    Citazione Originariamente Scritto da VPower Visualizza Messaggio
    per molto tempo sono stato convinto di essere un hardgainer.
    ora non lo penso più. non perchè sia diventato grosso (anzi) ma perchè solo leggendo thread su questo forum mi sono reso conto di quanto le mie concezioni di allenamento fossero sbagliate.

    ho un amico (40 anni, io ne ho 24) che ha ripreso da 3 settimane dopo 15 anni di stop ad allenarsi con i pesi. in queste 3 settimane è migliorato molto più di quanto ho fatto io in 3 mesi.
    e, credetemi, si allena a ***** di cane! cioè entra in palestra e fa un po' di questo e un po' di quello come capita. usa solo macchinari (niente bilancieri e pesi liberi), ripetizioni alte, recuperi alti, pesi relativamente bassi.

    questo per dire che comunque il fattore genetico c'è e conta.
    Il tuo post racchiude in poche parole quello che ho scritto in 3000000 caratteri

    Il concetto di hardgainer è stato importante in un ben preciso momento storico, se vuoi, e non mi dilungo oltre. Ha fatto capire che quello che diceva M&F era improponibile. Poi, alla lunga, ha creato una generazione di persone che si è auto-limitata. Prima tu pensavi di esserlo, ora non lo pensi più. Cioè sei TU che determini il tuo stato, non è una condizione oggettiva.

    Chiaro, poi, come dici, che ci sono persone che eccellono rispetto ad altri. Ma... non è così in tutti i campi?

    Il punto è che il tuo amico che si allena male ottiene tanto, ma non sfrutta il suo potenziale. Pensa di essere forte... ma non lo è.

    Oltre al potenziale in senso assoluto c'è anche quanto tu riesci ad ottenere da esso. Se sei uno sfigato e raddoppi la tua panca da 50Kg a 100Kg, sei stato più bravo di quello che è da 10 anni a 150Kg. Perchè tu hai imparato qualcosa, l'altro no.

    E ti posso assicurare che chi si accontenta alla fine viene raggiunto, e non lo dico per "motivare".

    La partita di questo gioco è sugli anni di allenamento, ma mi fermo qui perchè altrimenti risulto lagnoso.

  7. #7
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    ahahah.. paolo ma dove le hai pescate certe foto? dal cilindro?

    "ai tuoi tempi" ti facevi le foto durante le alzate?

  8. #8
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    questo "limite" del limite gentico è presente un po in tutti gli sport. una condizione mentale che lascia sotanzialmente appagati (chi è realmente dotato) o frustrati (chi lo è, o pensa di esserlo, meno)

    un vantaggio dello sport (il bodybuilding non lo ritengo uno sport) è che questa storia del limite finisce presto: se raggiungi un certo livello competitivo hai superato la fase di blocco (la prima almeno) perchè uno scalino della "carriera" lo hai già saltato, quello che definisce chi ha la volontà di proseguire intensamente e chi no.

    spesso il limite genetico, almeno nella mia esperienza, è risultato castrante per chi davvero era dotato e non per chi non lo era, per assurdo.
    ancora, partendo da persone che hanno superato la fase prettamente di "fitness" e si dedicano all'agonismo (amatoriale intendo), chi arriva a questa seconda fase senza particolari "doni" da mamma natura ha una volontà davvero notevole... "limite" per cause naturali è un concetto a lui ignoto, perchè di limiti ne ha superati già parecchi. c'è naturalmente chi ci arriva perchè oggettivamente "dotato" (ricordo nel nuoto ragazzini che filavano dopo 2 anni in vasca, questi avevano qualità natatorie spiccate) ma purtroppo spesso poichè di fatica ne ha fatta meno, alcuni "limiti" che fenomeno o no tutti incontrano non li ha ancora superati, tutto è filato troppo liscio. questi ultimi a volte si perdono, perchè letteralmente "mangiati" da chi magari meno dotato ha una determinazione superiore (ho visto gente che in allenamento andava come un siluro, tremare sul serio sul blocchetto perchè nella corsia di fianco uno meno "siluro" di loro li intimidiva dalla concentrazione che mostrava... in termini aziendali questa cosa si chiama "fill-in the space", riempire una stanza senza nemmeno aprire bocca)

    visto che il bodybuilding (o culturismo, a me piace di piu) non è uno sport, questa cosa del limite genetico viene fuori piu frequentemente... manca un reale confronto OGGETTIVO. in vasca o arrivi primo o arrivi dopo, fine. nel BB chi è migliore? quel'è l'oggettività della valutazione?

    visto che ho frequentato una palestra usata principalmente come luogo di "muscolazione" per altre discipline (atletica e rugby in primis), io mi sono sorpreso all'inizio del fatto che i risultati di "building" maggiori li otteneva chi non li cercava come fine utlmo in se, ma li legava ad una prestazione. la spiegazione, banale e schietta che poi gli ho dato, è che chi competeva oggettivamente in qualcosa si faceva parecchie meno pippe mentali su "cosa è meglio", "come fare a far crescere questo", "quanto potro sollevare", ecc... lo faceva e basta, al meglio che poteva e secondo uno schema prestazionale. ecco il punto secondo me: chi ha una visione "prestazionale" dell'attività fisica non si cura (o lo fa meno) di limiti "esterni", ma parte dal presupposto che i limiti siano nel suo modo di allenarsi o nella quantità/qualità di quel che fa. chi non parte da un ottica di questo tipo, sempre secondo me eh, fa piu fatica a "guardarsi dentro" e gli viene piu facile guardare fuori per ricercare le cause del suo fallimento. se non si ha un obiettivo, e quindi neppure un percorso per raggiungerlo, ogni "fallimento" dov'è potrà essere ricercato se non al di fuori del "non-sistema" di allenamento adottato?

    chiaro, quando volontà e "dote" si incontrano... vengono fuori i fenomeni veri. ma anche qui, mia esperienza, i fenomeni che ho incontrato (una volta ho visto allenarsi luca sacchi) hanno una dedizione ed una volontà che i comuni mortali si sognano. spesso sento parlare dei mitici "genio e sregolatezza"... bhe relativizziamo questa sregolatezza, va confrontata con un livello medio di dedizione che personalemtne ho visto in cartolina!

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da °°sOmOja°° Visualizza Messaggio
    ahahah.. paolo ma dove le hai pescate certe foto? dal cilindro?

    "ai tuoi tempi" ti facevi le foto durante le alzate?
    ah ah, sì, la fissa c'è sempre stata. Io sono un po' paranoico... lo ammetto.

    La "prestazione" è sacra, il cronometro è sacro, i Kg sono sacri. Il risultato in gara qualifica l'intera preparazione, se la gara non c'è, è come se mi allenassi per mesi o anni per una singola, fottuta foto.

    Eh sì, paranoie...

    x Timur: il tuo post è impressionante da come, concisamente, riesci a dire delle cose profondissime. E' così. La prestazione... seleziona. Chi si allena con un'approccio prestazionale, ottiene. Semplice ma impossibile da far capire a chi non è così.

    Per questo per me è assurdo che un ragazzino di 16 anni si chiuda in palestra. Che gli "insegna", la palestra? Vabbè... materiale per un altro "articolo".

    Mi ricordo, comunque, che un mio amico 800 metrista (uno alto e secco, perciò) si infortunò e un'inverno lo passò in palestra. Fece 100Kg di panca. Senza troppe seghe, senza programmazione, senza nulla. Si mise a fare panca e basta. Panca... come scrivi tu.

  10. #10
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    ottimo articolo, sono totalmente daccordo con te, io ho fatto tanti anni di tennis anche a livello agonistico e di genetica non ne ho MAI sentito parlare. logicamente c'e' chi e' piu' portato e chi no, ma l'allenamento e la dedizione erano la chiave essenziale per vincere. il resto tabula rasa.
    questo articolo mi garberebbe stamparlo e appenderlo in camera con le tue foto ed il disegno del "maiale-tigre con le corna che puo' anche sputare fuoco eh" (parole testuali) che ha fatto mio figlio.
    Una volta ci si faceva il culo per vivere, ora è la vita a esser presa per il culo! [Heerokeem]

  11. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da .:überfranz:. Visualizza Messaggio
    questo articolo mi garberebbe stamparlo e appenderlo in camera con le tue foto ed il disegno del "maiale-tigre con le corna che puo' anche sputare fuoco eh" (parole testuali) che ha fatto mio figlio.


    Se tu fai una scansione, lo aggiungo al mio articolo sul blog!

  12. #12
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    Permettetemi questo O.T.

    Ma devo postare la foto di questo ragazzo che è diventato istruttore di danza con una sola gambaaaaaa



    Reinaldo Ojeda ballando.
    Il colombiano Reynaldo Ojeda è una di quelle persone che sono riuscite grazie ad una ferrea forza di volontà e ad un enorme passione a superare i propri limiti fisici. Infatti nonostante sia nato senza una gamba, è riuscito a diventare un ballerino professionista e un professore di danza. Le sue specialità sono il tango e la salsa.

  13. #13
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    Non è OT, ma un esempio per tutti.

    I limiti ci sono, esistono, sono reali. Non possiamo oltrepassarli. Però non li conosciamo veramente. Se pensiamo che ci siano, che "è impossibile", lo sarà. E lottare contro i propri limiti è un modo di conoscere se stessi. Magari, il limite è veramente nella nostra testa...

    Io mi vedo spesso questo. Sarei in grado di farlo? Non lo so. Ma il fatto che qualcuno ci sia riuscito, dovrebbe far capire che limiti molto inferiori sono solo nella testa.

    http://www.youtube.com/watch?v=m9Pc95ggZWE

  14. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da IronPaolo Visualizza Messaggio
    Non è OT, ma un esempio per tutti.

    I limiti ci sono, esistono, sono reali. Non possiamo oltrepassarli. Però non li conosciamo veramente. Se pensiamo che ci siano, che "è impossibile", lo sarà. E lottare contro i propri limiti è un modo di conoscere se stessi. Magari, il limite è veramente nella nostra testa...

    Io mi vedo spesso questo. Sarei in grado di farlo? Non lo so. Ma il fatto che qualcuno ci sia riuscito, dovrebbe far capire che limiti molto inferiori sono solo nella testa.

    http://www.youtube.com/watch?v=m9Pc95ggZWE
    ti giuro che ci ho fatto caso solo la terza o quarta volta che l'ho visto

    p.s. hai pm

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Siamo nati nel 1999 sul Freeweb. Abbiamo avuto alti e bassi, ma come recita il motto No Pain, No Gain, ci siamo sempre rialzati. Abbiamo collaborato con quella che al tempo era superEva del gruppo Dada Spa con le nostre Guide al Bodybuilding e al Fitness, abbiamo avuto collaborazioni internazionali, ad esempio con la reginetta dell’Olympia Monica Brant, siamo stati uno dei primi forum italiani dedicati al bodybuilding , abbiamo inaugurato la fiera èFitness con gli amici Luigi Colbax e Vania Villa e molto altro . . . parafrasando un celebre motto . . . di ghisa sotto i ponti ne è passata! ma siamo ancora qui e ci resteremo per molto tempo ancora. Grazie per aver scelto BBHomePage.com
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