Il mondo della palestra, come sottoinsieme del mondo intero, ne ricalca tutte le dinamiche: innovazioni, nuove idee, rivoluzioni. Questi cambiamenti non si susseguono in maniera continua, ma quasi sincopata: una novità, discussioni su questa novità, critiche, entusiasmi, poi la novità viene nel tempo assimilata e non è più tale… fino alla prossima novità.
E’ sempre stato così: le macchine, l’HIIT, i BII, le kettelbell tanto per citarne alcune. Anche il Powerlifting ha avuto questo comportamento: da qualche anno internet ha permesso a tanti di avvicinarsi a questa specialità, creando interesse.
Di per se questo tipo di percorso è solo positivo, dato che arricchisce la “nostra” cultura di elementi nuovi. Il problema è che prima di arrivare alla “maturità”, il percorso prevede classicamente la nascita di mode, fazioni, gente entusiasta, gente che resiste. C’è sempre un momento in cui la “novità” è considerata come ciò che veramente funziona e il passato un bagaglio pesante e inefficiente. Di conseguenza chi non coglie la potenza della “novità” è, in maniera stringata, un ********.
Ecco… io non sopporto questo atteggiamento, mi irrita alquanto. Di colpo, se non ti alleni con una macchina a camme eccentriche, se non corri come un pazzo per una decina di secondi, se non ti alleni una volta al mese o sollevi una palla di ferro… sei un idiota che butta via il tempo in cose idiote.
In realtà, ogni elemento nuovo va ad integrarsi, a sommarsi ai vecchi, contribuendo ad ampliare e a migliorare tutto il Sistema Allenante: ogni elemento nuovo è, semplicemente, un nuovo strumento che permette di ottenere risultati più performanti se usato correttamente per ciò che può dare.
Allenamento funzionale
Negli ultimi anni sono state sviluppate una serie di idee molto interessanti, definibili come “allenamenti funzionali”: per quello che ci capisco, si tratta di utilizzare schemi e attrezzature non convenzionali per allenarsi su movimenti complessi che richiedono abilità, destrezza, potenza, forza, esplosività.
Vengono mimati movimenti che si riscontrano nella vita reale, quali sollevamenti di oggetti, salti, movimenti monoarticolari sotto carico e quant’altro: forza in funzione del movimento e non fine a se stessa come può essere uno squat.
Ora, come tutte le novità, potremmo stare a criticare per ore se ciò abbia senso o meno, oppure perdersi nelle stupende sensazioni dei nuovi movimenti: entrambi gli atteggiamenti sono sbagliati.
Potremmo ad esempio criticare il concetto di forza funzionale: nella mia vita di tutti i giorni il movimento più comune che faccio è muovere il mouse, perciò lo sviluppo di una forza in funzione di questo dovrebbe prevedere l’uso di mouse di pietra, ferro, sempre più pesanti, con molle sempre più dure sotto il tasto sinistro e una rotellina centrale a coefficienti di attrito sempre maggiori.
Il punto è, ragazzi, ma ‘ndo ***** la usate questa “forza funzionale” nella vita di tutti i giorni? Ma dai…
Allo stesso tempo, l’introduzione di movimenti instabili, complessi, che richiedono velocità non può che migliorare il nostro corpo in funzione degli esercizi che ci interessano, no?
Gli entusiasti, invece, dovrebbero raffreddare i loro ardenti spiriti, evitando atteggiamenti snob perché si allenano con movimenti esplosivi, non come quei trogloditi dei bodybuilders che sono “lenti”, e più che altro evitare atteggiamenti di conversione religiosa al “nuovo” come mezzo per ottenere qualsiasi risultato.
Devo dire che ciò che mi ha lasciato sempre perplesso di questa roba, ancora più che l’utilizzo dei pesi, è rappresentato dal disegno seguente.
Se rovescio una ruota, faccio forza funzionale, se rovescio una carriola sono un manovale extracomunitario, se corro su rampe di scale con due taniche d’acqua da 20 litri faccio HIIT funzionale, se salgo le scale con due valigie sono un facchino sottopagato, se pratico il log lift sono uno strongman, se sposto tronchi sono un boscaiolo con la camicia a scacchi, se tiro una slitta carica di pesi sviluppo potenza, se tiro un masso sono uno schiavo egizio.
E’ paradossale che nel mondo ricco occidentale l’uomo del terziario avanzato si alleni mimando attività lavorative che mai e poi mai svolgerà! Mah…
Tyre flip da principianti
Perciò, io detesto certi atteggiamenti, ma ciò non significa che non mi piacciano le novità. E cosa c’è di meglio, quando compare un’idea nuova, se non… provarla?
Quest’estate mi sto cimentando nel tyre flipping, il rovesciamento della ruota del trattore! Ragazzi, è mi-ci-dia-le, divertentissima, potentissima, ganzissima: scaraventare a terra quest’affare enorme che sbatte con un rumore sordo, oserei dire “tribale”, è… troppo forte! Avete presente un bambino che scarta i regali a Natale? Ecco, ho la stessa faccia quando uso quest’affare!
Vi elenco le vere difficoltà del tyre flip:
Trovare la ruota
- Trovare una ruota
- Portarsela via
- Trovare un luogo dove riporla e dove utilizzarla
- Discutere con moglie e parenti sulla vostra sanità mentale
Nel tragitto Arezzo-Laterina ho sempre visto ad un certo punto il garage di un meccanico che fuori aveva una valanga di ruote enormi, perciò circa un mese fa mi sono fermato è gli ho chiesto se potevo prendermene una. Lui è stato gentilissimo e mi ha detto che potevo prendere quella che volevo. Wow… semplice ed indolore…
Portarsela via
Questo il vero problema: se la ruota può essere anche gratis, un affare del genere ha bisogno di un furgone per portarselo via e noleggiarlo significa spendere soldi per trasportare una ruota da trattore, per di più usata. Da non raccontare in giro.
Fortunatamente, mio suocero si è prestato in questa folle impresa caricando la ruota sull’Ape, una delle invenzioni meccaniche più incredibili dell’industria italiana.
Ecco il filmato del trasporto della “novità”
Trovare un luogo dove riporla e dove utilizzarla
Essendo in campagna, piazzo la ruota contro una parete esterna della casa senza problemi. Per allenarmi, la faccio rotolare fuori dal giardino, nella strada senza uscita che ho di fronte. Ho sostituito il vecchio scemo del villaggio nel paesino in cui viviamo ma tanto i miei vicini sono abituati alle mie “estrosità”.
Discutere con moglie e parenti
Ho dovuto subire lo “sguardo con scuotimento della testa”, quell’atteggiamento tipico di tutte le mogli del Sistema Solare, un misto di disprezzo e compassione. Ah ah ah, le ho anche detto “ma è un affarone, solo 100 euro! Ma ci pensi?” e l’ho lasciata una decina di minuti ad incazzarsi (il termine più carino è stato “deficiente”) prima di dirle che era gratis.
Due dritte
Anche per un movimento assurdo come questo è possibile buttare giù una serie di considerazioni interessanti.
A sinistra il sollevamento della ruota da terra, che avviene perchè l’attrito della gomma sull’asfalto ne impedisce lo scivolamento: la situazione è perciò equivalente a quella del disegno centrale con la ruota “imperniata” in un fulcro. A destra il modello finale: il centro di massa della ruota è posto a metà della sua lunghezza, dove posso considerare concentrata tutta la massa della gomma. La ruota diventa una leva di secondo genere dato che la resistenza è fra fulcro e potenza, perciò sempre vantaggiosa (vi ricordate il corso sulle leve articolari?)
Ricordando la formula che permette di calcolare la forza che devo applicare alla leva per sorreggere il peso e considerando che le lunghezze dei bracci di leva sono una il doppio dell’altra, si ottiene che la forza da applicare è pari alla metà della forza peso della ruota.
La ruota che ho trovato ha un diametro di circa 155cm e pesa circa 90Kg, il che equivale a tirare da terra 45Kg: sebbene ciò non equivalga assolutamente a eseguire uno stacco con 45Kg, la mia ruota pesa… poco e infatti riesco a ribaltarla per 80 volte di fila.
Una ruota di circa 100Kg permette di allenarsi molto efficacemente in stile HIIT come descriverò a breve, ma non è adatta per lo sviluppo della forza. Ho fatto degli esperimenti appesantendola, ma non ci ho perso molto tempo perciò non ho elementi a sufficienza per un giudizio che mi soddisfi: ritengo che ruote dal peso di 170-180Kg siano adatte per la forza, 110-120Kg per la potenza.
Oltre i 180Kg occorre allenarsi specificatamente per il tyre flipping, ma il vero problema è che ruote da 250Kg sono sicuramente da mezzi movimento terra quali ruspe, gru, scavatrici oppure di mezzi agricoli particolari come le mietitrebbia: su YouTube troverete un sacco di filmati americani di gente che in garage ha ruote assurdamente pesanti, ma qui intorno a casa mia quella roba non si trova!
Il primo consiglio che mi sento di darvi è che se avete da scegliere, una ruota da 120Kg è l’ideale.
Il secondo consiglio è di scegliere sempre la ruota più grande che potete, per aggiungere una vera difficoltà in fase di spinta con le braccia: a parità di peso della ruota, l’omino a sinistra deve impegnarsi molto di più per spingerla a terra, rendendo l’esercizio ben più impegnativo per la parte superiore del corpo.
In altre parole, sebbene quando l’ho presa mi sembrasse una “ruotona”, usandola mi sono accorto che è semplicemente… “media”.
Se dovete scegliere fra peso e diametro, optate per il diametro, proprio per rendere l’esercizio più completo.
Biomeccanica del movimento
Ok, è una ruota, una ***** di ruota che dovete rovesciare tirandola su da terra: tutti ci riescono, tutti a pedate hanno la forza di tirarla su e buttarla giù. Inutile farla tanto complicata… Però, alla fine, c’è una professionalità anche nel fare le cazzate.
A – Posizionamento
La ruota viene afferrata posizionandosi come in una specie di stacco sumo, perciò non avrete problemi se sapete eseguire uno stacco decente, né c’è poi molto da dire se non seguire le sane regole nella nonna per lo stacco: schiena contratta, tesa, mantenere sempre la naturale lordosi per proteggere i dischi vertebrali.
Notate comunque che il posizionamento iniziale non sia proprio come quello di uno stacco in quanto la ruota è grossa e ingombrante, viene afferrata con entrambe le mani supine e tende a farvi flettere in avanti. A breve dettaglierò questo aspetto, adesso mi preme dire che, sebbene la mia schiena sembri leggermente flessa, in realtà è un effetto dato dalle spalle in avanti.
B – Trazione
Come in uno stacco, in uno slancio, in una girata, dovete premere a terra con i piedi e sollevarvi tirando la ruota via da terra cercando di far muovere anche e spalle all’unisono.
A differenza dello stacco da terra, non basta “solamente” sollevare la ruota, ma è necessario farlo con una certa velocità, altrimenti non è possibile passare ai punti C e D.
C – D – Cambio mani
La ruota viene tirata su da terra a mani supine, ma viene rovesciata a mani prone, perciò ad un certo punto del movimento dovrete “girare” le mani non facendo più forza o addirittura scostandole dalla ruota: questo è possibile solo se avete impresso alla ruota una certa velocità in modo che, quando la lasciate, rallenti fino a fermarsi ma senza tornare indietro.
E’ proprio questo aspetto che rende l’esercizio “esplosivo”: o questa ***** di ruota viene via veloce, oppure quando provate a girarla vi casca in braccio.
L’aspetto interessante è che se potete rendere uno stacco “esplosivo” variando volontariamente la velocità esecutiva e il carico, questa roba è “naturalmente” esplosiva, proprio a causa del cambio mani e vi costringe a generare potenza anche da stanchi: non dovete concentrarvi per essere “esplosivi”, non potete non esserlo nemmeno se voleste.
La velocità insita nel movimento rende il tyre flipping più simile ai sollevamenti olimpici che al powerlifting.
E – F – Spinta
Una volta girate le mani, la ruota viene spinta a terra con tutto il corpo, non solo con le braccia come un bilanciere in un movimento di panca orizzontale, ma anche spostando il corpo in avanti spingendo a terra.
E’ in questo punto del movimento che il peso della ruota diventa fondamentale: la mia è troppo leggera, ha poca inerzia e posso spingerla praticamente solo con le braccia, senza dover premere troppo a terra. Se fosse pesante il doppio mi vedreste sbavare molto di più!
Tirare, girare le mani e spingere ha molte somiglianze con uno slancio olimpico, un clean & jerk per parlare uot’samenrican, ed è per questo che il tyre flipping ha preso piede nelle preparazioni atletiche: mantiene le caratteristiche di abilità di uno slancio senza doversi rompere le palle per mesi ad imparare la tecnica perciò paradossalmente questo esercizio ben più rozzo permette di apprendere “gesti” nuovi fin da subito.
A differenza di uno slancio, infatti, se toppate il movimento potete sempre rovesciare la ruota pig-fashion, cioè alla maiala, evitando quel senso di frustrazione tipico di chi si approccia con entusiasmo al WL e prende subito delle randellate nei denti: non è simpatico passare settimane e settimane ad allenarsi con pesi da neonati perché appena si mette di più il bilanciere non gira come dovrebbe. Con la ruota questo non succede perché comunque riuscite ad allenarvi.
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