A questo punto ti copio e incollo un altro pezzo della dispensa del corso FIPL. Spero possa essere d'aiuto:
2.2 Prilepin
Il vero grande salto di qualità, all’interno della nostra breve e per forza di cose lacunosa analisi lo compiamo andando ad analizzare con attenzione la famosissima tabella Prilepin.
Prilepin, nel 1975, determinò il numero ottimale di alzate per atleti classificati, \nei paesi dell’est gli atleti sono suddivisi in un ranking in base al loro totale fatto in gara, una sorta di classificazione di quest’ultimi\ in base al carico (% sul massimale) raccomandò il seguente numero di ripetizioni per set, e l’ottimale numero di alzate per esercizio:
Ripetizioni per serie
Numero ripetizioni ottimali
Range ottimale
Fino al 70%
da 3 a 6
24
18-30
70%
da 3 a 6
18
12-24
80%
da 2 a 4
15
10-20
90%
da 1 a 2
7
4-10
\Questa riportata è la versione originale della tabella di Prilepin, così come presentata da A. C. Medvedyev in “Sistema pluriennale nell’allenamento del Sollevamento Pesi”. Esistono diverse versioni in giro, più o meno ritoccate\. \P. fu commissario tecnico del dream team sovietico di sollevamento pesi negli anni ottanta\
Questi risultati non sono frutto dell’intuizione di Prilepin quanto dell’osservazione sperimentale dei risultati di un elevato numero di atleti di alto livello. Questa potenzialità sperimentale, mai più ripetuta, fa si che tutt’ora i dati raccolti in quel determinato periodo storico e in quelle aree del mondo, siano scientificamente i più interessanti perché non dettati da altro se non da una autentica volontà speculativa, finalizzata alla supremazia sportiva mondiale. Non c’è marketing, non c’è facilitazione comprensiva verso il cliente/lettore. I dati raccolti e le opere scritte in materia sono trattate con la stessa identica serietà con cui è curata qualsiasi altra ricerca scientifica in qualunque altro ambito della conoscenza.
Perché sosteniamo che questa semplice tabella sia tanto importante? Perché attraverso questa si mette in luce, ancora più che nell’esempio precedente, la necessità di una “coscienza” dell’allenamento, la necessità di una “consapevolezza” di quest’ultimo. All’allenatore viene proposta la possibilità di comprendere quale sia il carico di lavoro ottimale per il proprio atleta, a seconda delle differenti fasce di intensità. Senza lasciare nulla al caso.
Quindi questo comporta:
a) ricerca della qualità d’esecuzione;
b) della serie protratta fino ad un volume ottimale;
c) evitare un’ infruttuosa (se non in situazioni sporadiche e ben pianificate) incapacità muscolare.
Oltre a questi punti, vengono messi in luce altri fattori fondamentali su cui in seguito potremmo riflettere con più attenzione:
1) Il volume di lavoro. Prilepin ci dice quante ripetizioni dobbiamo fare in ogni serie ma anche quante alzate in totale l’atleta dovrà compiere all’interno della seduta d’allenamento, sempre in relazione al carico.\Occorre a questo punto sottolineare come, queste indicazioni numeriche siano riferite in particolare all’esercizio di Strappo e a quello di Slancio, che non sono presenti nel PowerLifiting. Però, malgrado le differenze evidentissime tra i diversi movimenti agonistici, il discorso alla base di questa tabella può essere tranquillamente applicato anche alle Power Lift\.
La periodizzazione dei carichi. Anche se non è evidentissimo a prima vista, questa tabella abbozza il problema di periodizzare il carico, quindi il fattore tempo. Viene indicato come a seconda dell’intensità di carico adottata si debba optare verso un numero totale di alzate differente, e verso un numero totale di ripetizioni per serie differente. Quindi implicitamente si percepisce come l’atleta dovrà usare intensità di carico differenti, quindi volumi di lavoro e tipi di sforzo differenti, all’interno della preparazione annuale.
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