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Discussione: Pushing back

  1. #1
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    Predefinito Pushing back

    Pensavo che vi avrebbe fatto piacere la traduzione di quest'articolo di Testosterone. Buona lettura.

    Pushing Back
    di Chris Shugart
    Liberamente tradotto da t-nation.com - 23 ottobre 2008 - http://www.t-nation.com/free_online_...y/pushing_back

    “Porca tr*ia”, disse il giovane soldato semplice.
    Immobile, bocca spalancata, guardando la powerlifter che, al Burba Fitness Center di Fort Hood, squattava 165 Kg.; piú ghisa di quanta lui ne avesse mai vista su un bilanciere.

    Deve essere uno nuovo, pensó tra se la powerlifter.

    La bocca del ragazzo si spalancó di nuovo quando la lifter inspiró a pieni polmoni, rilasció quasi un ruggito, che risuonó come un tuono in tutta la palestra, e discese per una seconda rep, e poi una terza.

    Come se avesse dimenticato di averli in mano, il povero ragazzo guardó la coppia di manubri da 7 che stava stringendo, quasi in imbarazzo. Probabilmente i fermi sul bilanciere pesavano piú dei manubri che stava usando per fare croci.

    Il fatto che la powerlifter fosse una donna gli aveva reso la cosa ancora piú surreale.

    Io non te lo dico e tu non me lo chiedi

    “Non lo faccio per nessuno ma per me stessa”, mi dice Malinda Baum, membro di vecchia data di Testosterone e campionessa di powerlifting, quando la incontro a Killeen, Texas.

    Casa sua é piena di medaglie vinte in competizioni in tutto il mondo: Sud Africa, Nuova Zelanda, Rep. Ceca, Hong Kong, Guatemala, Aruba, Inghilterra e Canada. Vicino a casa ha vinto campionati nazionali a Omaha, St. Louis, Denver, Baton Rouge, e Killeen, quest’ultima veramente vicino, circa a 4 Km. da casa. Nella sua palestra lo scaffale con i trofei é altrettanto zeppo di coppe per vittorie di squadra. Ma la magggior parte delle medaglie individuali sono nel suo armadio e lei é conosciuta per darle via.

    Lezione numero uno: Non lo fai per tornaconto.

    Malinda ha 45 anni, 4 figli ormai adulti, ed un cucciolo di Boxer molto entusiasta, ed un marito non altrettanto entusiasta, a cui non interessano palestre e records personali.

    “Il mio superiore alla caserma dei pompieri mi ha detto che mi dedico di piú al powerlifting che al mio lavoro” mi fá ed il suo sorriso la dice lunga: Il mestiere di vigile del fuoco/paramedico non é la sua vera passione, ma é funzionale alla sua passione.

    Quest’anno Malinda ha speso 19.300 dollari per il powerlifting in viaggi, trasferte, abbigliamento, seminari, equipaggiamento e spese mediche. Solamente l’equipaggiamento per lo squat, scarpe, cinta, corpetto, fasce, le costa 750 dollari.

    E suo marito questo non lo sa. Per quanto riguarda il budget famigliare sono entrambi d’accordo sull’approccio “Io non te lo dico e tu non me lo chiedi” al fine di mantenere la pace in famiglia.

    Le ho chiesto dei premi monetari.

    “Non ci mangi” mi dice, ed é vero. Almeno non per una donna che gareggia a livello Master. Se sei fortunata puoi ottenere un corpetto od un po’ di fasce gratis, ma anche Malinda, Campionessa del Mondo 2007 nella categoria 82 Kg., deve trovare il modo per finanziare le spese.

    Ma tu che ca**o vuoi?

    Nove anni fa, Malinda stava facendo una sauna nella sua palestra e qualcuno le chiese se avrebbe partecipato alla prossima gara in programma. Melinda non aveva la minima idea di che cosa stesse parlando sto tizio in quanto si trattava di un evento locale. Qualche giorno dopo si presentó durante un allenamento della squadra locale.

    “Ma tu che c**o vuoi?” le chiese l’allenatore, Johnny “Truck” Graham.

    Melinda aveva da fronteggiare due fattori negativi: era una esterna ed era una donna.

    Otto anni dopo, sempre in quella stessa squadra, é diventata il loro campione del mondo con 180 di squat, 105 di panca e 182 di stacco nel I.P.F. Master Worlds. Ed il 470 totale non era nemmeno il suo massimale del 2007.

    Forse era proprio questo il ca**o che voleva…

    Eh sí, c’é qualcosa che non va

    2003: giorno di panca. La maglia da panca di Malinda non le viene indossata correttamente. Nel powerlifting ad alto livello pure l’equipaggiamento di sicurezza puó risultare pericoloso.
    Durante l’esecuzione sente un schiocco sordo. Non proprio un suono, piú che altro una sensazione. Pop.

    Riappoggia il bilanciere al rack e si guarda il petto. Un osso sta spingendo dall’interno contro la pelle.

    Piú tardi un medico le dice che ai raggi X preliminari non risulta nulla fuori posto e quando lei gli indica la protrusione lui fà “Eh sí, c’e’ qualcosa che non va.”

    Lei gli chiede se puó continuare a gareggiare e lui dice di no.

    Allora lei gli ripete la domanda in un altra forma: “C’e’ la possibilità che in qualche modo possa peggiorare la situazione?”

    “Non direi” le risponde il medico.

    Tre giorni dopo, con una clavicola dislocata, si presenta in gara per i nazionali… e vince.

    Dolore

    Ritornata alla palestra di Fort Hood, Melinda é seduta tra me e la panca e dice” Non é un hobby sai?”.

    Arriva Graham, il suo allenatore, ed inizia a fasciarle il ginocchio. Il dolore é immediato.
    Questo é ció che se non sei un powerlifter non puoi capire: fa male. Fa male tutto.
    Le fascie fanno un male d’inferno. Il corpetto si incarna nella pelle, lasciandoci graffi, ecchimosi e vesciche. E questo capita in tutte le gare, in tutti gli allenamenti.

    E poi ci sone le alzate. Singole ripetizioni che possono strappare i pettorali dalle ossa, spalle slogate, ginocchia rovinate.

    No, non é un hobby. Questa definizione svilisce quello che é in realtá.

    I suoi colleghi di lavoro non capiscono. Non vedono perché lei usufruisca di ogni giorno di ferie per fare gare. Non vedono perché deve assumere una manciata di pillole e capsule ad ogni pasto. Non comprendono il motivo per cui lei non faccia un po’ di cardio od un circuito con le macchine “giusto per tonificarsi un po’”.

    Malinda é una lavoratrice pendolare e si fa quasi 500 Km. tra andata e ritorno. Si alza alle 3 di mattina di ogni giorno lavorativo e lo fa per poter vivere vicino alla palestra ed alla squadra. Passa in palestra 3 ore al giorno ed ha saltato solo due allenamenti programmati in nove anni. Se non si allena, aiuta gli altri nell’allenamento.

    Per ogni ora di alzate si fa un’ora di stretching e riscaldamento, un protocollo che ha imparato dall’allenatore per la forza Ian King.

    “Chi dice che i powerlifters non fanno stretching?” scherza mentre fa 45 minuti di pre-workout routine.

    Ne Malinda ne Ian sono troppo convinti della storia che lo stretching e riscaldamenti prolungati facciano perdere forza.
    Certo che per un powerlifter del suo livello la sua lista di infortuni é pure corta. Quando glielo ho fatto presente, si avvicina rapida alla pedana di legno nella gabbia dello squat e ci bussa sopra con le nocche.

    Dopo essersi messa le fasce alle gambe, inizia a fasciarsi i polsi. Il tempo delle chiacchere é finito. Si passa il magnesio sulle mani e prende una bottiglietta bianca, ne apre il tappo, sniffa il contenuto e fa scattare la testa all’indietro. Il naso é in fiamme, ma la mente é schiarita. Buttata la bottiglietta con i sali, entra nella gabbia.

    La canzone nell’iPod é “Pain” dei Three Days Grace. Il carico sul bilanciere: 165, che userá per fare la tripla di cui dicevo all’inizio. Al momento della nostra chiaccherata, il suo piano era di superare il suo PR di squat, 184, in modo da fare un 190 o 200 in occasione del prossimo Master Worlds. Piú che sufficiente per vincere la categoria 82 Kg.

    Per la cronaca non accadrá. Malinda fallirá tutti i tentativi nello squat e si dovrá accontentare delle medaglie d’argento nella panca e nello stacco.

    Ma questo é nel futuro, ed é difficile immaginare qualcuno piú determinato di Malinda quando é sulla pedana. Appena i suoi piedi sono venuti in contatto con la piattaforma, Malinda non era piú lì. La donna amichevole e divertente che avevo visto fare la vocina dolce al suo cucciolo era scomparsa. La donna sotto il bilanciere era differente. La persona che scendeva giú nella 'buca' non era quella che avevo avuto modo di conoscere, la persona che usciva da quella 'buca', occhi strabuzzati, volto arrossato, denti digrignanti, mi spaventava un pochino.

    Via le fasce, via le polsiere, via il corpetto, ci sono voluti 5 minuti buoni prima che Melinda fosse di nuovo quella di prima. Piú tardi mi ha mostrato la parte superiore delle gambe, sanguinanti e con le vesciche.

    Questo non é un hobby. Un hobby non fa cosí male.

    Resistenza

    Appena Malinda ed io uscimmo dalla palestra quel giorno, mi girai a guardare l’enorme complesso. Metá pieno di piastre arrugginite e manubri, l’altra metá piena di macchinari isotonici nuovi e luccicanti. Qualunque sia il mezzo, il fine comune é la resistenza.

    Malinda deve resistere sia al lavoro che a casa. Tra un paio di settimane dovrá difendere il titolo mondiale a Palm Springs, una gara che sappiamo finirá scontenta. Piú resistenza. Intanto, continuerá a guidare 200 e passa Km per andare al lavoro spegnendo edifici in fiamme ed altri 200 Km per tornare indietro a sollevare la fredda ghisa.

    Quando Malinda si posiziona sotto il bilanciere non pensa alle bollette da pagare ed al pendolarismo. Per quel breve istante, per quella singola ripetizione, la sua unica preoccupazione é andare giú e tornare su.

    Caricati abbastanza peso sulla schiena e non sarai in grado di pensare a nient’altro. E forse questa é la cosa migliore.

    Malinda, senza dirmi nulla esplicitamente, mi ha insegnato una lezione sulla resistenza. Il powerlifting l’ha forgiata, rafforzandola molto di piú dei muscoli e dei tendini stessi.

    La vita cerca di schiacciare Malinda. E lei la ricaccia indietro.

    Respect.

  2. #2
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    92 Kg di cattiveria allo stato brado!!!
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    Grande Boro. Lo avevo visto ma non me lo ero letto per pigrizia...invece meritava davvero!

  3. #3
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    Mi colpiscono sempre questi racconti!

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Boromir Visualizza Messaggio
    Respect.
    Davvero respect!

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