Con questo post mi rivolgo principalmente agli utenti DOC del forum, oltre che a tutti coloro che hanno le giuste conoscenze scientifiche (medici) per rispondere ad alcune domande che spesso mi sono posto dal momento in cui ho conosciuto questa patologia quando ho scoperto che la mia ormai anziana madre ne soffre a causa di un adenoma della ghiandola ipofisi.
Posto che l'acromegalia è un quadro clinico patologico derivato dall'esposizione dell'organismo ad un eccesso di produzione endogena di ormone della crescita (GH) nell'età postpuberale e dal conseguente aumento del fattore di crescita insulinosimile 1, detto anche IGF-1, le mie domande sono le seguenti:
- Tale quadro clinico patologico può, in uno sportivo in genere ed in un BBder in particolare, rappresentare un vantaggio competitivo rispetto a coloro che non hanno livelli così alti di tali ormoni? Per esempio Primo Carnera avrebbe avuto lo stesso successo sportivo se non fosse stato un soggetto acromegalico ?
- Per chi soffre di acromegalia, al di là delle cure farmaceutiche, i cui dannosi effetti collaterali spesso superano negativamente le conseguenze stesse dalla malattia (come purtroppo è il caso di mia madre, che ha come unica soluzione alternativa l'intervento chirurgico), in soggetti giovani, l'attività sportiva agonistica, quindi spinta ai massimi livelli che "utilizza" al massimo gli ormoni eccessivamente presenti in circolo, può rappresentare una forma di "terapia naturale"?
- In che misura un quadro clinico patologico di iperproduzione endogena di questi ormoni, si può trasformare in un vero vantaggio sportivo?
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