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Discussione: il BB nell'arte

  1. #1
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    Predefinito il BB nell'arte

    non so se questa è la sezione migliore. apprezzo ultimamente gli articoli in merito al recupero di un'estetica del corpo che non è di nostra invenzione (nostra intendo dalle colonne del BB come Arnold...), ma affonda le radici nell'arte greca e poi romana: abbiamo un patrimonio di sculture e dipinti che GRIDA, attraverso ogni muscolo, la ricerca di una perfezione possibile, raggiungibile, natural.
    posto qualche esempio, ma se ne avete pubblicate foto/esempi/ideali artistici sia antichi sia di arte moderna che valorizzino la ricerca della perfezione muscolare (Leonardo da Vinci ha molti studi in anatomia). mi darete una mano preziosa. Metto anche un'opera di Roberto Ferri, un giovane artista, nato nel 1978 a Taranto. Ecco la risposta a chi ci accusa di vanità

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  2. #2
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    artisticamente parlando il corpo maschile ha sempre dato un messaggio di brutalità e di crudezza e quindi il concetto che si cercava di tramandare era quello (non dimentichiamo che il corpo maschile era visto anche come 'corpo che lavorava')... contrariamente alla donna che aveva un corpo decantato come morbido e curvoso (avere "ciccia", nei limiti del poco, allora per una donna indice di benessere e bellezza).
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  3. #3
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  4. #4
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    Cosa è bello? Quando lo è? le immagini qui sopra rivelano l'evoluzione del concetto di bello: un'estetica che riflette il bel vivere, formoso, dunque sano. Chi era "magro" era malato. il corpo femminile, che è un tema diverso rispetto a quello che sto trattando, doveva essere naturalmente chiaro: basta vedere le immagini sui vasi greci, dove l'uomo, travestito da donna (alle donne non era permesso fare teatro) era pitturato di bianco, perchè condizione femminile era l'essere "domina domus" signora nella casa. L'uomo aveva un corpo scuro perchè appunto lavorava al sole.

    nasty scrive: il corpo maschile ha SEMPRE dato messaggio di brutalità e crudezza. Dove c'è scritto? non posso concordare.

  5. #5
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    e dimenticavo: la venere di willendorf, la cicciona sopra di pietra, è l'espressione della "bellezza della divinita" come madre terra, che è abbondante, florida, e quindi non cicciona come lo intendiamo noi, cioè deformata

  6. #6
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    nell'arte il corpo maschile viene interpretato non come quello femminile (dolce, florida come dici tu) ma quasi "animalesco" ovvero lavorato (il ruolo di lavoratore nelle società antiche era prevalentemente maschile)
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  7. #7
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    Non ho a portata di mano materiale sufficientemente accettabile da rendere ancor più interessante il post lanciato da Wal. Mi limito, per il momento, a seguirne con interesse gli sviluppi e a farti i complimenti perchè hai sul serio attirato la mia attenzione. Sembri molto preparato tra l'altro... Ci sarà da imparare Rep+

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da antoniopippa Visualizza Messaggio
    Ogni luogo ed ogni periodo ha la sua peculiarità sia nel campo estetico che anche in quello del pensiero.
    esattamente! come d'altronde ogni aspetto della vita
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  9. #9
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    quindi la nostra è una società del brutto. cioè per la maggior parte (basta guardare all'arte contemporanea) ogni sputo fatto è "bello" nonostante l'evidente grado di bruttezza, ovvero distanza dal prototipo/ideale. Ma l'arte è techne (in greco)cioè tecnica del saper fare, quindi anche l'artigianato, cose queste che per i Greci erano in rapporto con il vero e con il bene. Solo il bello è buono perchè ha dentro qualcosa che mi attira: si dice appunto che una cosa bella attrae, una cosa brutta crea ribrezzo. E fu Platone a spiegare che solo un corpo bello mi attira, mi spinge ad averlo/imitarlo/ mi sveglia, per così dire, a ciò che sono.
    “Chi è bello è caro, chi non è bello non è caro” (Esiodo, Nozze di Cadmo e Armonia)
    “Il più giusto è il più bello” (risponde l’oracolo di Delfi, alla domanda sul criterio di valutazione della Bellezza).
    la cultura medievale (per fare un lungo salto) non si pone il problema se i Mostri (dentro e fuori le chiese) siano brutti o belli: era semplicemente presa dal fascinosus cioè dal meraviglioso, e la conoscenza era questo: stupore. Ma questo è essenzialmente derivato da quanto stiamo cercando di trattare insieme...Ovvero il corpo maschile deve rispondere a canoni di bellezza che si sono fissati con i Greci. Non con i Romani però, vista la loro indole pratica e utilitaristica.

    se avete pazienza spiego. e vi dico che io mi sento un "greco" o per lo meno ritengo che molti Body Builders abbiano nel sangue parte di grecità: solo la cultura greca è chiamata CLASSICA, cioè fondante, basilare. i romani prendono dai greci la classicità e la trasformano, tant'è vero che il gusto per la dissertazione filosofica sarà sempre più limitata con l'impero Romano, impero che pensava ad espandersi militarmente...e che poi rovinò miseramente (un impero enorme e potente che cadde a causa dei popoli barbari...in realtà i romani erano indeboliti nei costumi/nella morale).
    eppure quel concetto di bello resta e ritorna: l'arte classica si ripresenta nel rinascimento, poi nel neoclassicismo settecentesco, poi viene negata ma il termine c'è (al negativo): anticlassico è, oggi, ciò che va contro...cosa? una regola fissata non nei libri, ma nel sangue, nella testa, nelle ossa, nei muscoli.
    Ultima modifica di wal; 31-03-2011 alle 10:29 AM

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da NastyChris Visualizza Messaggio
    il corpo maschile ha sempre dato un messaggio di brutalità e di crudezza.
    è triste abbattere secoli di storia in questo modo, specie il concetto di bellezza intrinseco in un latino. scusa ma tu sei italiano? se mi dicessi di no potrei capire molte cose. ma una cosa ti chiedo, prima di aggiungere altri dati storici sul bello classico: perchè fai Body Building? Perchè i ragazzi, come nel forum, cercano di forgiare il loro corpo il più naturlamente possibile? attenzione alla risposta! Cicero pro domo sua

  11. #11
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    Come scrive W. Tatarkiewicz (in Storia di sei idee) “classico”, sin dai tempi antichi, significa una determinazione di valore che segna l’eccellenza nel proprio ambito specifico, qualsiasi esso sia. Una bellezza può dirsi classica quando raggiunge l’eccellenza dal punto di vista dell’equilibrio delle parti, della nobile semplicità (infatti i corpi non-natulal li chiamiamo gonfi, goffi, finti), della naturalezza del gesto e del portamento (quanto è importante ormai non tanto saper posare quanto il riempire i vuoti nelle pose).
    Da questo non si deve evincere che nell’epoca classica dei greci la bellezza coincideva in tutto con una concezione matematizzante dei rapporti proporzionali; sin dalla grecità arcaica venivano infatti ascritte alla bellezza tanto la vigoria fisica quanto la grandezza morale e la nobiltà d’animo. Bello era infatti tutto ciò che suscita fascino e stupore. Ritengo queste osservazioni talmente basilari che mi portano a chiedere: la bellezza è oggettiva? Esiste cioè una bellezza che tutti, al di là dell’appartenenza geografica, culturale, religiosa, riconoscono come “bella”. Se faccio della bellezza solo “quel che piace” non risolvo nulla: piace a me, ma non a te. È una bellezza chiusa nel soggettivo. Ma la vera bellezza è un grido in se stessa, e vuole essere condivisa. Perché allora si andrebbe in palestra? Magari non ce ne accorgiamo e lo facciamo per altri motivi, ma sono convinto che saranno motivi di superficie. Quello che ci spinge al ferro è quella stessa idea di BELLO che abbiamo nel sangue, che permea ogni nostra fibra, maschile e femminile, e di cui non possiamo fare a meno.

    Così direi: non “bello perché piace”, ma “piace proprio in quanto è bello”.

  12. #12
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    domani cercherò di postare qualche altra foto, magari qualche opera di A. Canova. penso sia un po' lo specchio di oggi quello di esibire solo un corpo bello, superficialmente. io cerco altro: dimostrare che la forma sia di supporto ad un contenuto, ad una sostanza. no?

  13. #13
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    ho trovato questo interessante dipinto di "Ettore che saetta i figli", opera di Antonio Canova. l'ho scelto per l'ipertrofismo evidente in ogni suo muscolo.
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Nome: canova peinture.jpg 
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  14. #14
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    peccato, speravo di trovare aiuti fotografici e/o altri appassionati. Cmq finchè "i capi" non mi malediranno, io continuo la mia (per ora) indagine. ecco opere eccezionali: Ercole e Lica di Antonio Canova, eseguito nei primi anni del 1800. Siamo nel periodo detto "Neoclassicismo" ormai inoltrato e neanche a farlo apposta, grazie ai ritrovamenti negli scavi di Pompei ed Ercolano, riemerge l'arte classica. Da notare, oltre all'evidente linea addominale dove si vede bene l'inserzione nel muscolo della coscia, l'ipertrofia del polpaccio e anche dell'avanbraccio di Ercole. E...non c'erano ancora volumizzatori e whey in commercio


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Nome: ercole e lica 3.jpg 
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  15. #15
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    Wal, il tuo modo di trattare l'argomento e la tua evidente preparazione nell'affrontare tematiche così variegate rendono ancor piu' interessante il post. Ho letto con attenzione quanto hai scritto e tocchi tasti decisamente delicati per un forum di bodybuilding. Ovvio che chiunque pratichi questo genere di sport cerca non solo l'accettazione di se stesso, tramite il raggiungimento dei propri canoni di perfezione fisica, ma soprattutto tenta di ottenere la giusta armonia muscolare che gli permetta di essere ammirato anche dagli altri. E' un continuo gioco di "piacersi e piacere" che vede come palcoscenico il proprio corpo. Nelle opere d'arte il discorso non cambia. Lo scultore e/o il pittore cercano entrambi di riprodurre, tramite i materiali a loro disposizione, il "bello" così come concepito dall'oggettività a cui appartengono in quel determinato periodo storico. La singola opera, inoltre, porta con sé il significato intrinseco dell'opera stessa: vedi la Dea Mater, simbolo di prosperità. Vedi l'Ercole, significativamente ipertrofico simbolo di forza e vigore. Vedi il Laocoonte, con i muscoli tesi e ben in mostra per dare il senso del movimento e dello sforzo fisico in atto. L'esperienza del periodo, in poche parole, filtrerà l'astratto per il reale. Il concetto di forza calato in quel determinato contesto, il concetto di grandezza calato in quel determinato contesto e così via.
    Parlando di bodybuilding, inutile negare i "canoni" che ha dovuto affrontare e attraversare questa disciplina modificandosi nel corso del tempo. Partiamo dai fisici armonici e statuari dei grandi pilastri del passato (Zane, Reeves, Nubret, Arnold), fino a raggiungere le grandi masse e le, a volte, sproporzionate dimensioni dei caterpillar odierni (Coleman, Warren, Cutler, Heat). Il modo di esprimersi della nostra fisicità si è evoluto, insieme alla chimica e alle farmacie. In alcuni casi ci si dimentica anche del "bello" oggettivo e canonico (sempre che ne esista uno). L'arte rispecchia quanto di emozionalmente concepibile l'animo umano possa sentire, cercando disperatamente la perfezione attraverso il filtro della rappresentazione stessa del momento (reale, temporale, storico, sportivo, religioso, ecc.).
    Il bodybuilding, naturalmente parlando, è l'arte del sapersi costruire cercando di raggiungere i sempre soliti e famosi canoni di bellezza estetica che ognuno per se stesso, e per il buon occhio degli altri, desidera. C'è un altro aspetto del bodybuilding, controverso ma allo stesso tempo affascinante, che prevede il raggiungimento di obiettivi prettamente sportivi al di là di ben precise espressioni d'arte, ma che fondamentalmente, come qualsiasi altra cosa, rientra in "criteri di giudizio" altrettanto diversi e ugualmente accettabili per il soggetto che li fa propri.
    In definitiva, direi che è tutto un gioco di canoni e filtri ( ripeto ancora: reali, temporali, storici, sportivi, religiosi, ecc.).

    Io ho scelto l'"Ercole Farnese":
    Ultima modifica di Bl4cKCrOw; 08-04-2011 alle 02:26 AM

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