Ormai l’allenamento in vista della Titan Cup era quasi terminato e Ted Wackosky, detto "il castigatore del bilanciere", aveva vinto praticamente tutto.
Era grosso con un armadio quattro stagioni (comodini compresi) e il suo squat era proverbiale. Era così veloce che i giudici, per poter giudicare l’alzata, dovevano riprenderlo e rivederlo al rallenty. Viceversa, sarebbe stato impossibile: praticamente si vedeva solo che staccava il bilanciere dai fermi e lo rimetteva. Gli spotter erano dotati di muletti Pimespo, perché non sarebbero riusciti a reggere. Si sospettava che il suo doping fosse costituito da una zuppa fatta con storione del Volga, torrone mandorlato e gas butano, perché, quando era in difficoltà, emanava orrendi rutti o sparava peti colossali che lo aiutavano nelle alzate. Fisicamente aveva una costituzione ideale: uno e cinquanta per 150 Kg. Praticamente un cubo. Il suo baricentro era così insbilanciabile che veniva usato normalmente dall’EURONCAP per i crash test dei pedoni.
Aveva tuttavia un avversario: il russo Puncianov, detto "lo squattatore bestiale". Aveva i capelli raccolti in una coda mostruosa, che non scioglieva mai, intrisa di sudore e magnesio, il cui caratteristico odore veniva anche utilizzato prima delle alzate da tutti i componenti della squadra o dal suo allenatore per insaporire il caciucco alla livornese di cui era ghiotto. Aveva anche un culo enorme e la Federazione aveva dovuto cambiare le misure della panca perchè viceversa aveva le chiappe che, spingendo per terra, costituivano un aiuto improprio. Ormai tutte le palestre dell’est europeo gli avevano negato l’accesso. I suoi urli belluini spaventavano i clienti, ma la vera ragione era che la Krupp era sull’orlo del fallimento: la sponsorizzazione della squadra era in perdita perché i dischi in lega di tungsteno e mercurio era troppo dispendiosa.
Quando Wackosky seppe che alla gara era iscritto anche Puncianov si fece cogliere da un giramento di testicoli così forte che provocò un maremoto registrato dai sismografi del Pacifico. Disse "La vedremo", prese un bilanciere e ci fece una griglia da barbecue. Nello stesso istante, Puncianov, nelle steppe siberiane dove ormai si allenava, prese un tubo delle condotte del metano e ci fece una cuccia per cani. Allora Wackosky prese un Ivanko caricato con 300 Kg. e ci fece la testata del motore del Hammer del suo allenatore. Puncianov sospirò forte creando una nube di vapore che i meteorologi europei annunciarono perturbazioni sul settore appenninico fra Roncobilaccio e Barberino del Mugello per circa due mesi. I due atleti furono quindi legati dai propri allenatori, in vista del torneo che si sarebbe tenuto da lì a pochi giorni.
Il giorno della gara, Wackosky, che era un atleta estremamente morigerato, aveva dormito dieci ore, era vestito con la tuta della sua squadra sponsorizzata dalla Goodyear per via delle dimensioni e si presentò al controllo materiali col corpetto di cilicio, le fasce di tungsteno e la cinta di kevlar. Puncianov, che era viceversa un grande viveur, si presentò con un sigaro cubano da tre kg che sbuffava nuvole pestilenziali, tre donne con le quali aveva festeggiato la notte prima fino alle quattro del mattino bevendo una miscela di vodka e paraflu. Anche lui si palesò al controllo materiali: presentò il corpetto foderato di pelo di castoro (per via dei climi freddi nei quali si allenava), le scarpe con testata tattica e la cintura con la scritta Жопа dietro e Трахаться davanti (tanto per non sbagliarsi).
Anche i componenti delle due squadre si guardavano in cagnesco. Nella squadra dell’americano, c’erano i gemelli messicani Alonzo, che seguivano gli allenamenti di Wackosky e gli fungevano da spotter perché aiutavano nell’officina del padre a spostare le macchine (la Alonzo demolizioni), c’era anche il peso medio Leo Kryp che si era fatto sostituire la spina dorsale con una in lega polimerico-metallica per aumentare lo stacco, tanto che sua madre la usava per appendere i materassi da sbattere. Si poteva infine ricordare Paul Evangelist Hallen che, prima di ogni alzata, soleva calcolare la posizione rispetto ai punti cardinali, l’incidenza del vento e la risultante delle forze di taglio dello sfintere del capopedana per valutare la bontà delle proprie alzate.
La squadra di Puncianov era invece composta da Enricov, detto l’orso della Transiberiana, i cui urli incitatori erano oltre i 300 Db (infatti Puncianov era dotato di apposite cuffie insonorizzate, gli altri si accasciavano esanimi al suolo) e Krisavosky, detto il cinghiale kazako, che cucinava il pasto post allenamento costituito da due bufali cafri allo spiedo e da una pizza Napoli cucinata nelle acciaierie dell’Italsider di Bagnoli.
I primi guai si ebbero alla pesatura. Nonostante la bilancia fosse stata rinforzata con una colata di cemento armato, la soletta non resse alla pesa di Puncianov e si aprì un cratere grosso come l’iceberg che affondò il titanic. Quando si riprese, Wackosky dovette essere pesato con la Avery Weigh-Tronix, per la pesa dei camion.
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