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Discussione: Si è spento Luciano Pavarotti

  1. #1
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    Predefinito Si è spento Luciano Pavarotti

    Lirica in lutto, si e' spento il maestro Luciano Pavarotti

    E' morto Luciano Pavarotti. Le condizioni del tenore si erano ulteriormente aggravate nella notte. Il tenore, secondo le voci che si erano diffuse a Modena, gia' ieri sera aveva perso conoscenza. .Era malato di tumore al pancreas. La notizia della morte non e' stata ancora annunciata ufficialmente, ma e' trapelata da fonti ufficiose. Davanti alla villa del celebre tenore e' arrivata da poco un'automobile di onoranze funebri. Pavarotti, operato per tumore al pancreas l'anno scorso, aveva avuto un peggioramento mentre si trovava nella sua casa sulle colline di Pesaro e l'8 agosto era stato ricoverato con difficolta' respiratorie e febbre alta. Dopo la degenza, che si era prolungata piu' del previsto, era tornato a casa, ma a Modena, seguito dai medici del dipartimento di oncologia. PAVAROTTI: FEBBRE ALTA, IN AGOSTO IL RICOVERO A MODENA MODENA - Diciotto giorni di ricovero al Centro oncologico del Policlinico di Modena, in una stanza al terzo piano iperprotetta dalla security e inavvicinabile, se non dai familiari e da alcuni fra gli amici piu' stretti. Luciano Pavarotti era entrato in ospedale la sera dell'8 agosto per una febbre un po' troppo alta che lo aveva colpito mentre stava trascorrendo un periodo di riposo nella sua villa sulle colline di Pesaro, assieme alla moglie Nicoletta Mantovani e alla figlioletta Alice. Il tenore seguiva da mesi terapie, dopo il cancro al pancreas per il quale era stato operato nel 2006. Nel bollettino medico emesso all'indomani del ricovero si parlava di 'stato febbrile', ma gia' di 'condizioni soddisfacenti' e della possibilita' di dimissioni fin dai giorni immediatamente successivi. Nei giorni di degenza, secondo quanto filtrava all'esterno dell'ospedale, non aveva perso il buonumore. Oltre alle visite dei familiari (Nicoletta, spesso accompagnata da Alice, e le tre figlie avute dalla prima consorte Adua Veroni), anche quelle di amici come il rettore dell'Universita' di Modena e Reggio, Giancarlo Pellacani, suo vecchio compagno di studi, della soprano Mirella Freni e del prof.Luciano Bovicelli, direttore della clinica ginecologica e ostetrica del Policlinico Sant'Orsola di Bologna, lo stesso che nel 2003 fece nascere Alice. ''L'ho trovato bene - aveva commentato Bovicelli un paio di giorni prima delle dimissioni - Luciano e' presente e lucido, con il problema polmonare risolto e una sintomatologia dolorosa dovuta soprattutto ai precedenti interventi alla colonna vertebrale, ma molto lucido''. Tante anche le mail di auguri e di vicinanza giunte al Policlinico da parte dei suoi sostenitori da tutto il mondo. Alla vigilia di Ferragosto i medici - era stato riferito - avevano dato l'ok per le dimissioni, ma a quanto era stato fatto sapere era stato lo stesso 'Big Luciano' a scegliere di prolungare la degenza, perche' si sentiva piu' protetto in ospedale, dove poteva contare su un'assistenza qualificata e tempestiva. Il 20 agosto, poi, la Direzione generale del Policlinico aveva diffuso una nota per spiegare che il ricovero si sarebbe protratto per qualche giorno, per concludere una serie di accertamenti: ''Sulla base delle informazioni fornite dallo staff medico si informa che la permanenza in ospedale del maestro Pavarotti e' stata dettata, una volta superato l'evento febbrile che lo ha condotto a ricoverarsi, dall'opportunita' di effettuare ulteriori controlli relativi alla patologia di base, che si protrarranno ancora per alcuni giorni''. Cinque giorni dopo, sabato 25 agosto alle 6 del mattino (un orario scelto soprattutto per eludere gli obiettivi di macchine fotografiche e telecamere), le dimissioni e il ritorno nella sua villa di campagna a Santa Maria di Mugnano, alle porte di Modena, dove lo attendeva una stanza allestita per permettere un'assistenza continua. ''Il superamento delle cause di ricovero e la stabilizzazione del quadro clinico, consentiti dall'ottima assistenza terapeutica fornita dal personale medico-sanitario del Policlinico - spiegava una nota dell'Ausl - hanno reso possibile per il paziente di poter continuare la convalescenza nella serenita' dell'ambiente familiare'', ma sempre in stretta collaborazione con i medici del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia. PAVAROTTI : CANCRO AL PANCREAS, LA DIAGNOSI NELL'ESTATE 2006 SOSPESO TOUR MONDIALE ADDIO, NEL '98 STOP PER RICOSTRUZIONE ANCA MODENA - L'operazione a Luciano Pavarotti per un cancro al pancreas era stata resa nota il 7 luglio 2006 e risaliva a pochi giorni prima. Terri Robson, manager del tenore, aveva spiegato che l'artista stava apprestandosi a lasciare New York, dove risiedeva parte dell'anno in un appartamento in Central Park, per riprendere dalla Gran Bretagna il suo giro mondiale di addio alle scene, quando i medici gli hanno scoperto una massa maligna. ''Fortunatamente la massa ha potuto essere completamente rimossa chirurgicamente'', aveva aggiunto la Robson, secondo cui gia' nei giorni successivi all'intervento 'Big Luciano' si stava ''riprendendo bene''. Prima tappa della ripresa del grande 'World wide farewell tour' (partito nel 2004 in Giappone) doveva essere Glasgow, il 5 luglio, ma a fine giugno la manager aveva annunciato un rinvio dovuto a motivi di salute. Ancora guai con la schiena (un problema cronico per Pavarotti, cosi' come quelli alla schiena) e il sopraggiungere di un' infezione era stata la ragione addotta da Terri Robson, ma in realta' c' era stata un'analisi che non tornava, e che aveva consigliato nuovi accertamenti. Poi il nuovo ricovero e il trasferimento d'urgenza in sala operatoria. Gia' l'anno precedente Pavarotti aveva dovuto annullare sei concerti per motivi di salute: allora si era trattato di un problema alla schiena, che sembrava risolto da un intervento dal quale si era ripreso rapidamente. E nel luglio '98 il tenore aveva subito, sempre a New York, un massiccio intervento di ricostruzione dell'anca, seguito da mesi forzati di stop e di riabilitazione in Italia, con un'unica apparizione nell'ottobre di quell'anno allo stadio di Colonia per un concerto davanti a 18.000 persone. Nel 2006, prima dell'operazione, l'artista modenese era riuscito a essere presente alla cerimonia di inaugurazione dei Giochi invernali di Torino, a febbraio, come testimonial del made in Italy a fianco di Sofia Loren e della Ferrari. Aveva ricevuto anche la cittadinanza onoraria di Sarajevo, grata al suo impegno a favore dei bambini vittime della guerra in Bosnia con il ' Pavarotti & Friends'. Anche nel '98, come otto anni dopo, fin dalle settimane successive all'operazione per il cancro al pancreas, il Maestro aveva scelto di trascorrere i mesi estivi della convalescenza nella sua villa nel pesarese, in un luogo appartato su una collina sovrastante Baia Flaminia, da sempre rifugio prediletto. Dopo l'ultimo intervento 'Big Luciano' ha avuto accanto la moglie Nicoletta Mantovani e la figlioletta della coppia, Alice, ma anche le tre figlie avute dal primo matrimonio con Adua Veroni, e ha ricevuto costantemente le visite di amici e colleghi illustri, come Placido Domingo e il leader degli U2, Bono Vox. Nel 'buen retiro' marchigiano Pavarotti continuava a tenere lezioni di canto con alcuni allievi, giocava a carte con gli amici piu' cari, viveva - anche se costretto a muoversi in carrozzina, e visibilmente dimagrito - lunghi di momenti di serenita' e di tranquillita' con la famiglia. Proprio a Pesaro lo aveva colpito la febbre alta che l'8 agosto scorso aveva consigliato il rientro a Modena e il ricovero per accertamenti al Centro Oncologico del Policlinico. Poi, il 25 agosto, le dimissioni e il ritorno per la convalescenza nella sua casa alle porte della citta' emiliana. PAVAROTTI: IL TENORE PIU' FAMOSO DEGLI ULTIMI 30 ANNI ROMA - Luciano Pavarotti , 71 anni (nato a Modena il 12 ottobre 1935), e' il tenore piu' famoso degli ultimi trent'anni. Figlio di un fornaio dell'esercito, appassionato di canto, Luciano, studia con il tenore Arrigo Pola e il Maestro Ettore Campogalliani. Debutta il 29 aprile 1961, nel ruolo di Rodolfo in La Boheme, all'Opera di Reggio Emilia. Negli Stati Uniti trionfa nel febbraio 1965, a Miami, con Joan Sutherland, nella Lucia di Lammermoor. Ma l'exploit arriva il 17 febbraio 1972, al Metropolitan di New York, dove nella Fille du Régiment di Donizetti manda in visibilio il pubblico con nove Do di petto perfetti. | suo il record di 17 chiamate ed ovazioni al sipario. Da allora il suo nome e' noto al grande pubblico grazie anche alla tv. Negli anni '90, Pavarotti cura molto i concerti all'aperto, che si rivelano grandi successi. Ad Hyde Park a Londra attira oltre 150.000 persone. Nel giugno 1993, in piu' di 500.000 si accalcano in Central Park (New York), mentre in milioni lo seguivano in tv. A settembre dello stesso anno, all'ombra della Torre Eiffel, canta per circa 300.000 persone. Tra i piu' famosi, i concerti dei Tre Tenori con Plácido Domingo e José Carreras. Ma e' intensa anche l'attivita' di organizzatore del ' Pavarotti and friends', col quale riunisce nella sua citta' natale, a scopo di beneficenza, le star del pop internazionale. PAVAROTTI: 46 ANNI DI CARRIERA TRA ALTI E BASSI DAL CORO NELLA SUA MODENA ALLE PLATEE STERMINATE (di Stefano Fabbri) - ROMA - La carriera di Luciano Pavarotti e' stata una delle piu' lunghe tra quelle dei cantanti lirici, vissuta tutta fuori dal coro, attraverso innovazioni spesso discusse e - come nella migliore tradizione - nella netta divisione tra feroci detrattori e appassionati sostenitori. Una carriera cominciata nel coro della sua Modena, dove era nato il 12 ottobre 1935); quando la formazione corale, nella quale militava anche suo padre, vinse un premio internazionale in Galles, Pavarotti capi' che sarebbe stato il canto la sua scelta di vita. Di mestiere fa l' insegnante. Ma e' anche allievo, sotto la guida di Arrigo Pola e di Ettore Campogalliani. Vive quegli anni di formazione nello stesso ambiente di Mirella Freni, con la quale stringera' un duraturo sodalizio artistico. L'anno della svolta arriva nel 1961, quando il ventiseienne Luciano vince il Concorso internazionale di Reggio Emilia, dove debutta come Rodolfo nella Boheme. La sua voce estesa di tenore chiaro, calda e suggestiva nei fraseggi piu' teneri, scevra dai rischi di 'strillo' negli acuti piu' impegnativi, lo consacra ad un'ascesa, che lo portera' in pochi anni nei piu' grandi teatri del mondo: Opera di Amsterdam, Staatsoper di Vienna, Covent Garden di Londra (dove con Joan Sutherland e Richard Bonynge nasce una fortunata collaborazione), Liceu di Barcellona e Festival di Glyndebourne. Il 1965 e' un anno fortunato: il debutto alla Scala in Boheme con Mirella Freni e Karajan e' un trionfo. E nel '67, con la stessa opera, ormai cavallo di battaglia in un repertorio sempre piu' vasto (che spaziera' da Luisa Miller a Rigoletto, dal Trovatore al Ballo in maschera, dalla Gioconda all' Elisir d'amore, da Aida a Lucia di Lammermoor, da Turandot a Idomeneo, da Ernani a Otello e ai Pagliacci), affronta con identico successo il Metropolitan di New York. Ormai e' fatta e gli anni Settanta sono tutti facili per il cantante che, pero', in una hit parade stilata a Londra venti anni piu' tardi, sara' all'11/o posto nei gusti dei melomani, dopo Gobbi, Bergonzi e Corelli. Per Pavarotti, tuttavia, si aprono le porte dei teatri di Europa, Usa e Australia, dove e' accolto da caldi consensi. Lo star system della lirica ruota ormai attorno al corpulento tenore modenese, che nel 1982 e' protagonista di un film costato 18 milioni di dollari (Yes, Giorgio). Intanto attacca Placido Domingo dalle pagine di Playboy e alla vigilia della prima da' forfait all'Opera di Chicago: un teatro con il quale il cantante italiano avra' un rapporto difficile, segnato da rotture e polemiche, e da molte rinunce motivate da problemi di salute. Rinuncia anche al Ballo in Maschera a Parigi nel 1985. E la stessa opera non andra' in scena a Firenze per uno sciopero che fara' arrabbiare Gavazzeni. La 'sua' Scala lo fischia nel 1983 in Lucia di Lammermoor e a Salisburgo, per Idomeneo, la stampa lo critica perche' non adatto a ruoli mozartiani. ''Ma - replica - sono il primo italiano che ci ha provato''. Il teatro milanese lo ritrovera' due anni dopo, con uno splendido Radames in Aida. E' ancora Boheme a portargli fortuna a Pechino nel 1986 e con l'opera pucciniana e' ancora festa all' Arena di Verona nell' 87. E' a meta' degli anni Ottanta che per Pavarotti maturano nuovi orizzonti: lui, al quale viene assegnato il Disco di Platino dopo i due d'oro, risultato di un indiscusso matrimonio con la Decca, rompe gli schemi e canta '44 gatti' per i 30 anni dello Zecchino d'oro; poi debutta nella regia a Venezia con La Favorita di Donizetti. E il cinema? ''Lo rifarei, ma solo se il soggetto fosse scritto da Mel Brooks''. La grande festa di Italia 90 per i mondiali di calcio vede la nascita del fenomeno Tre tenori che si trasforma in un clamoroso record discografico: a Caracalla con Domingo e Carreras canta arie celebri, ma anche Cielito lindo, La vie en rose e O' sole mio. La platea e' di un miliardo i telespettatori. C'e' chi pensa subito di duplicare il fenomenale show: ''Non sfidiamo la sorte. Non tutte le ciambelle riescono col buco'', commenta scaramantico Pavarotti, che non si separa mai da un chiodo torto - il suo portafortuna - e lancia un appello pubblico per ritrovare il suo inseparabile foulard Hermes smarrito a Firenze. I Tre tenori, invece, continueranno ad essere uno dei fenomeni musicali e discografici degli anni '90, segnando per Big Luciano un progressivo allontanamento dall'opera in favore dei recital, dei palasport e dei megaconcerti all'aperto: 150.000 persone sotto la pioggia lo ascoltano a Hyde Park e addirittura saranno mezzo milione, nel '93, a Central Park.

  2. #2
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    Lo spettacolo con i due colleghi di lingua spagnola avra' poi diverse repliche, suscitando apprezzamenti e stroncature. ''Ma i tre tenori sono un puro fenomeno commerciale - commentera' anni dopo - solo cosi' si puo' giungere ad avere un miliardo e mezzo di spettatori davanti alla tv. E' questo, e nient' altro, che vogliamo''. In teatro torna a Reggio Emilia per festeggiare i 30 anni dal debutto e a New York per Rigoletto, dove non gli viene perdonata una clamorosa stecca nella Donna e' mobile. Poi tutto si alterna, tra vistosi successi all'estero e clamorosi forfait. Si dedica alla formazione di giovani interpreti e come partners sceglie ora musicisti e cantanti blues e rock, incide Miserere con Zucchero; su invito della sua amica Diana, principessa di Galles, canta per i bambini malati a Cardiff e, nel 1994, dedica il Requiem di Verdi ai morti della strage di via dei Georgofili, avvenuta a Firenze un anno prima. Si rafforza l' impegno umanitario a favore dei malati e dei piu' deboli e nel suo Pavarotti and friends, all'insegna della contaminazione musicale, sfilano Elton John, Liza Minnelli, Eric Clapton, Ligabue e i Litfiba. Con Michael Jackson fanno a turno: prima il Peter Pan americano assiste al suo concerto, poi Big Luciano ricambia la cortesia. Con ''gioia e serieta''' guida una delle giurie del Festival di Sanremo. Con gli Usa, di gran lunga la piazza piu' difficile, ma anche piu' lusinghiera per Pavarotti , il rapporto prosegue in modo alterno. Nel 1996 e' un successo a New York con Andrea Chenier, ma nel 1997 la critica e' severa per il Ballo in maschera. Due anni prima lo era stato anche il pubblico americano, dopo una stecca mirabolante al primo do di petto nella Figlia del reggimento. Alla vigilia aveva annunciato che avrebbe fatto tutti e otto i do di petto racchiusi in 50 battute dell'opera, in risposta a chi sosteneva che era un tenore finito: ''O muoio in palcoscenico, o sara' un trionfo''. Fu invece una debacle che, come in altri casi, Pavarotti ebbe la forza di superare anche con l' arma dell' ironia: ''Ho 60 anni e me ne sto in questo albergo, tentando di dimagrire: e questo - confido' ad un giornale tedesco - e' un vero fiasco''. Negli ultimi anni Big Luciano ha gustato le gioie di un nuovo amore e di una nuova paternita'. Ma anche la sofferenza e la delusione per una salute che sempre piu' spesso gli ha impedito di onorare i suoi impegni artistici. Nel 2004 e' partito da Tokio il suo ''giro d'addio'' che praticamente e' andato avanti per anni e non sempre con lo sperato successo. Ma ormai la figura del tenore cominciava ad appartenere alla leggenda, piu' che alla cronaca. (ANSA)

    R.i.p. è una grandissima perdita per tutti gli italiani, resterà sempre nel mio (nostro) cuore, ciao Big Luciano

  3. #3
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    nessun dorma...

  4. #4
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    Caruso...

  5. #5
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    Orgoglio nazionale, sia per ciò che era come artista, sia per le opere benefiche che ha portato avanti nell'arco della sua vita.

  6. #6
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  8. #8
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