Ragazzi, è da un po’ di tempo che ci penso ed ora lo chiedo a voi.: è proprio vero che la crescita dei polpacci è determinata così tanto dalla genetica? Insomma, la genetica è importante ma veramente tanto quanto pensiamo?
Sappiamo tutti che il soleo è a prevalenza di fibre rosse, poco ipertrofizzabili, mentre il gastrocnemio ha una discreta quantità di fibre bianche, il 60% circa. Per quale motivo allora ci sono tante difficoltà a far crescere un muscolo “bianco” come il gastrocnemio? Secondo me il problema è il ROM limitato degli esercizi per i polpacci. Colpire efficacemente le fibre bianche significa usare almeno il 70%-80% del massimale per quasi tutti i muscoli, 10-6 ripetizioni che permettono un buon compromesso tra carico e tempo sotto tensione. Questo è sicuramente meno vero per i polpacci, perché in uno qualsiasi degli esercizi che li coinvolgono le 10-6 ripetizioni permettono un TUT molto inferiore, 5-6-10 volte inferiore, poco idoneo all’ipertrofia. Comunque l’atleta medio non si trova bene con le classiche 10-6 e conclude che il problema stia nella preponderanza di fibre rosse, quindi alza le ripetizioni a 15 e più, aumenta la frequenza settimanale ed ottiene qualcosa. Ma ottiene perché colpisce le fibre rosse? Secondo me magari ottiene perché aumenta il TUT con un carico che sarà del 60% del massimale, un carico che un’esigua quantità di fibre bianche le coinvolge ancora, poi l’atleta aumenta la frequenza di allenamento e riesce un po’ a “bilanciare” lo scarso reclutamento di fibre che ottiene con 15 ripetizioni. Magari sto dicendo un mare di cazzate, io i polpacci non li ho mai allenati, “mi facevano perdere tempo”, magari però l’intuizione è giusta e qualcuno di voi più bravo può ampliare il discorso. E se allenassimo i polpacci in rest-pause? Che ne so, 8 ripetizioni a cedimento più 8 in rest-pause potrebbero costituire una macroserie da ripetere 3 volte. Il tutto per 3 volte a settimana…
Ho detto la cazzata, ditemi che ne pensate…
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